giovedì 5 febbraio 2009

Dove siamo arrivati


L'emendamento, inserito sul pacchetto sicurezza, approvato oggi al Senato è vergognoso

Una Repubblica in cui il popolo sovrano è lo stesso popolo di migranti costretto ,in un passato non così lontano, a lasciare tutto per un lavoro in terre straniere non può più tollerare il trattamento che il governo italiano sta riservando agli immigrati che si trovano in Italia.

Oggi al Senato è passato un emendamento, a mio avviso vergognoso, che toglie il divieto ai medici di denunciare lo straniero irregolare che si rivolge a strutture sanitarie pubbliche; da oggi i medici potranno denunciare all'autorità giudiziarie gli immigrati clandestini.

Questo provvedimento, come scriveva oggi Stella sul Corriere, spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera, che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria. Inoltre, incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie "parallele", al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti), e creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile.

Io credo che tutti gli uomini siano uguali e che abbiano tutti la possibilità di curarsi senza distinguere se siano o no cittadini italiani.

Quando capiremo l’importanza sociale ed economica dell’immigrazione?

Gianluca Giachè

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d accordo:questa legge é una vergogna!

pensatore libero ha detto...

Con tutto il rispesto per ogni opinione, l'unica vergogna è quella che in Italia si possa legalizzare l'uccisione delle persone!
Come può dire Napolitano: non firmo!
Sapendo benissimo che il decreto era l'unico modo di salvare Eluana!
Una vita, qualunque vita, è sempre degna di essere vissuta fino alla fine.
Eluana mangia, respira, dorme, ha il ciclo mestruale, è viva.
Non ha bisogno di macchine che la tengano in vita, se non un piccolo sondino per dargli da mangiare.
E se la pensiamo cosi con Eluana, che dire di quei bambini disabili incapaci di tutto e che devono essere aiutati a mangiare e a fare qualsiasi cosa? Che facciamo li uccidiamo tutti?
Vergogna! Questa si che la chiamo vergogna!

Anonimo ha detto...

Strano paese di"PENSATORI"è questo:vuole le cure per chi è morto e le nega a chi è vivo!

pensatore libero ha detto...

Scusa anonimo,
secondo te Eluana è già morta?
Almeno abbi il coraggio di esprimere la tua idea.

Anonimo ha detto...

SI:lo sostengono eminenti medici con molta più cognizione di causa di tanti ignoranti.Poi in questo caso è in questione il diritto di autodeterminazione delle persone:Eluana si era chiaramente espressa sul rifiuto di certe terapie. Ed ora un piccolo consiglio:cambiati nome,anche se ti suona bene.Non mi pare che tu stia in buona compagnia con Giordano Bruno e Girolamo Savonarola,tanto per citare due personaggi del passato che rappresentano a pieno titolo il libero pensiero.Se non altro perchè sono finiti sul rogo dell inquisizione.

pensatore libero ha detto...

Ma possibile che non si possa discutere di valori cristiani senza parlare di inquisizione?
Fa così paura la Chiesa?

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo Gianluca con quanto hai espresso, questo emendamento è frutto della paura del confronto e dell'egoismo umano. Come ho detto altre volte il mondo non è a disposizione del solo Occidente, ma di TUTTI coloro che lo abitano. Ogni essere umano va alla ricerca di una sopravvivenza dignitosa e libera; chi non la trova nel proprio paese la ricerca dove crede ci sia.
Non so quanti hanno visto il reportage mandato in onda ieri sera su "Le jene", ci sarà il seguito domenica sera alle 24. I profughi afgani,irakeni,iraniani che tentano di imbarcarsi tramite i camion che partono dalla Grecia e si dirigono verso l'Italia, sbarcano ad Ancona. Sono ragazzi giovanissimi che non hanno più niente nella loro terra e rischiano la vita ogni momento pur di raggiungere un paese civile. Purtroppo la realtà che li attende é totalmente diversa da quella che sognano.A "pensatore libero" vorrei dire che il dramma di Eluana merita solo tanto rispetto, rimanere intrappolati in un corpo che non ti permette più di comunicare è un dramma immenso e ritengo che non debba essere un decreto a sancire se devi vivere o no, ma l'umana pietà e il rispetto della vita, sempre e in ogni caso, dal concepimento fino all'ultimo respiro.
Gabriella Olivieri

Anonimo ha detto...

Per fortuna i medici non sono obbligati(ancora) a denunciare e la maggior parte di loro seguono un codice deontologico etico e morale che è per il rispetto della vita e della salute, e,guardando passano senza curarsi di questa politica.

pensatore libero ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
pensatore libero ha detto...

Per Gabriella:
Se non deve essere un decreto a sancire se si debba vivere o morire perchè deve essere una "sentenza" a sancire se si deve vivere o morire?
Non uccidiamo Eluana, a il diritto di mangiare per vivere.
Come noi.

Anonimo ha detto...

Non modifica il mio pensiero, anzi è una dimenticanza "decreto o sentenza"
gabriella Olivieri

pensatore libero ha detto...

Scusa Gabriella, avevo capito male, hai ragione la vita va vissuta sempre e in ogni caso, dal concepimento fino all'ultimo respiro.
Saluti

Anonimo ha detto...

Pensatore libero, pensi forse che il corpo di Eluana sia oggi lo stesso che la TV continua ininterrottamente e strumentalmente a mostrarci?
Io non riesco ad immaginare quello che rimane di quella ragazza, dopo 17 anni di alimentazione forzata attraverso un sondino.
Su questa vicenda dovremmo tutti evitare di esprimerci.

pensatore libero ha detto...

Ora possiamo dire che la Costituzione Italiana ha ucciso Eluana!

luca p ha detto...

Vorrei continuare a vivere in uno Stato che: garantisca le cure a tutti i cittadini indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali; mi lasci libero di curarmi come e quando voglio debitamente informato; non discrimini le persone in base alle capacità produttive o allo status di cittadinanza; non decida al posto mio come deve essere la mia vita e nemmeno quella degli altri.
Nutrire artificialmente è curare?
Mi par rispettoso far decidere a chi di questa tecnica deve usufruirne per continuare a vivere oppure no.
L'uso della tecnica deve essere una scelta umana il più possibile (perchè non esiste umanità senza ragione e quindi neanche senza i suoi prodotti che sono appunto oggetti della tecnica).
Un blog non consente quello spazio per la riflessione e l'argomentazione che questi temi richiedono.
Luca Pallocchini

pensatore libero ha detto...

Da quando dar da mangiare ad una persona è una tecnica?
Un disabile incapace, un malato completamente inabile... anche loro sono tenuti in vita con la tecnica perchè non capaci di mangiare autonomamente?
Oggi tutti a dire Eluana è morta.
Ecco l'avete detto oggi è morta fino a ieri era viva.
Il più delle volte la verità stà nella semplicità delle cose e non servono molti giri di parole...

luca p ha detto...

Da quando dar da mangiare ad una persona è una tecnica?

Da quando siamo capaci di nutrire chi non è capace di farlo da solo con delle tecniche, a differenza degli animali.

Un disabile incapace, un malato completamente inabile... anche loro sono tenuti in vita con la tecnica perchè non capaci di mangiare autonomamente?

Nella nostra società tecnologica i diversamente abili non li facciamo morire ma vengono curati, giustamente, come mai nella storia.

Io non ho la verità, la cerco continuamente ma credo che ognuno debba essere libero di scegliere (cioè non avere bisogni materiali che ne condizionino la libertà).
Dedicammo qualche anno fa con il centro studi Milani una serie di incontri sulla bioetica e discutemmo di nascita, morte e sulle modalità complesse con cui i comitati di bioetica stabiliscono i loro confini. Sentimmo il Vescovo di Ancona e un medico bioeticista.
Ribadisco che un blog non è lo strumento adatto alla riflessione e argomentazione perchè si tende ad "imporre" un punto di vista. Si è costretti a scrivere e la parola scritta è un "macigno" inevitabilmente. Purtroppo a questa debolezza si aggiunge la tentazione di usare le proprie parole per fornire la posizione personale senza metterla realmente in discussione. Invece un fondamento del vivere in comunità è che le mie convinzioni devono lasciare uno spazio dove hanno titolo di esserci anche quelle degli altri senza giudizi inappellabili.
Le cose non sono semplici già per il solo fatto che sono tanti i modi di vederle quante sono le persone che le guardano. Se crediamo però che ci possa essere una "fratellanza" fra gli uomini abbiamo principalmente le parole per mediare questa complessità. L'uniformità è l'antitesi della libertà e l'assenza di libertà è la morte civile.
Luca Pallocchini

pensatore libero ha detto...

Concordo in molte cose che dici Luca, anche che discutere di certi argomenti su di un blog è molto difficile.
Comunque è vero che la libertà dell'uomo è la massima espressione di una società civile, ma è anche vero che questa libertà di vivere ci è stata donata da Dio quindi non possiamo permetterci di privarci di questa libertà scegliendo di morire...

Anonimo ha detto...

hai ragione Luca, il blog non è sicuramente il luogo adatto per parlare di questi argomenti di cui si è detto di tutto di più e di peggio dimenticandosi del dolore e del dramma di una famiglia.
Ed è per questo che l'argomento non è stato affrontato in questo nostro spazio. il post parla infatti del decreto che obbliga i medici a denunciare gli irregolari, però , stranamente , il tema su di questo si è detto poco o nulla ,lo si è dimenticato in fretta, e si è andati subito sull'altra questione.
Strano vero che chi difende tanto la vita, anche contro la libertà e la volontà,stessa della persone, e neghi poi il più elementare diritto alla salute a chi non ha un "tagliandino" in regola.
Nadia

pensatore libero ha detto...

Nadia, se ti riferisci a me ti dico subito, per ritornare all'argomento originario, che il "decreto sicurezza" contiene tante buone cose, ma quella sui medici è un'assurdità incredibile, e spero che venga tolta.
GiannI

Anonimo ha detto...

Facciamo un po' di chiarezza. L’articolo 32 della Costituzione italiana recita così: "Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge".
La Corte di Cassazione, in una sentenza dell’ottobre 2008, ha aggiunto che nel caso in cui il malato non possa decidere, è il tutore a dover intervenire nell'interesse dell’incapace.

Il problema è che in questo caso il tutore si trova ad "amministrare" un bene indisponibile: la vita. Anche se la decisione del tutore ha come oggetto "ufficiale" un trattamento sanitario.

E' evidente che la materia è molto delicata. Purtroppo è stato creato un caso mediatico e politico senza portare avanti una discussione seria e propositiva.

Personalmente ritengo che il testamento biologico sia la sola strada percorribile.

Anonimo ha detto...

la vita e la morte e quanto di più intimo possa avere un essere umano nessuno può decidere per un altro ed è per questo che serve al più presto una "VERA" legge sul testamento biologico senza voler emettere nessuna sentenza "integralista" ma rifarsi semplicemente ad passagggio del vangelo secondo LUCA(11/46)"guai a voi dottori della legge che caricate gli uomini di pesi insopportabili,e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito".Arbore direbbe:meditate gente meditate!!sopratutto quella "cattolica".

pensatore libero ha detto...

Caro Antinori, rispetto la sua opinione, ma il vero peso sulle persone sarebbe quello di lasciarle sole di fronte al "far-west" etico privo di regolamentazione.
Poi se anche il regolamento c'è (caso di Pavia) ma i giudici fanno finta di non vederlo....
poveri noi

Flavio ha detto...

Si è parlato di tutto e di altro all'infuori del tema importantissimo sollevato opportunamente da G.Luca, qui si parla di Persone (tante) Bambini la cui unica "colpa" è che fuggono dalla fame e dalla miseria, moltisssimi nell'indifferenza dei più che non riescono neanche a raggiungere la LORO "TERRA PROMESSA" finiscono in fondo al mare nelle loro misere carrette dopo aver versato(ai commercianti della morte) fin l'ultimo loro avere. Dopo quest'immane odissea raggiunto il tanto agognato Occidente a raccogliere qualche mollica caduta dalle nostre ricche dispense; nella cattolicissima Italia si arriva a proporre Leggi che umiliano ulteriormente questa Povera Gente. Anzichè soccorrerli come suggerirebbe le norme più umane di solidarietà e accoglienza si ritiene più opportuno e solidale addirittura la denuncia alle autorità giudiziarie nel momento più bisognoso e vulnerabile: nella malattia. Non mi sento di far parte di una simile SOCIETA'.