mercoledì 9 agosto 2017

GLI INDESIDERATI









Vogliamo anche noi dire la nostra in merito alle discussioni nate a seguito della notizia dell’arrivo dei 12 migranti che verranno a Filottrano seguiti dagli operatori della COOSS Marche. Ne abbiamo lette e sentite un po’ di tutti i colori: parole di accoglienza, discussioni dai toni accessi e talvolta volgari, false percezioni, reali paure ma anche tanta propaganda, che sicuramente non aiuta il dibattito, anzi lo rende sterile. Scriviamo un po’ per fare chiarezza e un po’ per dire la nostra. La premessa di tutto questo discorso è che comprendiamo le paure, le preoccupazioni e talvolta la rabbia della Comunità, ma tale rabbia non giustifica certo maleducazione, ricostruzioni distorte e mezze verità.
Partiamo da un assunto: i 12 migranti che arriveranno a  Filottrano sono PERSONE e come tali vanno trattati. Non sono per forza delinquenti, o poco di buono. I migranti non vengono da noi in gita, la maggior parte attraversa il Mediterraneo spinta dalla disperazione. Per questo è improprio paragonare questo tipo di flusso migratorio a quello degli italiani.  Spesso fuggono da guerre vere e proprie come quelle in Nigeria martoriata dai jiadisti di Boko Haram e ferita da rancori etnici, o cercano una via di uscita da guerre dimenticate come quella in Mali dove da quattro anni operano gruppi di jiadisti che rendono insostenibili la vita nei villaggi. E potremmo continuare elencando il Sudan, l’Eritrea, la Somalia o la Costa D’Avorio dove i disordini e la sperequazione tra ricchi e poveri è enorme; la lista non termina di certo qui.
Anche per questo troviamo impropria la propaganda di alcuni filottranesi che in passato hanno anche rivestito ruoli amministrativi importanti; non fanno altro che complicare un dibattito, che già di per sé è complesso, con pericolose semplificazioni.  
Noi crediamo che si possa garantire un’accoglienza sostenibile e ordinata senza impattare sulla comunità. Proprio per questo auspichiamo che questa Amministrazione intraprenda il percorso di adesione allo SPRAR. Per chi non lo sapesse questa sigla sta per Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ed è costituito dalla rete degli enti locali per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata. Questo sistema si pone di offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario e cerca di favorirne l’integrazione attraverso una ritrovata autonomia. Non si tratta dunque di prima accoglienza, assistenza immediata ma di un progetto appunto. Crediamo infatti che solo una progettualità di rete sia in grado di dare una risposta al disagio degli amministratori e della Comunità. Siamo consci che spesso un’accoglienza disordinata può allarmare la comunità e creare dei problemi, non è certo giusto sentirsi stranieri in casa propria. Ma d’altro canto crediamo che i “muri” non siano la soluzione. Cosa significa progetto? Intanto fissare le quote di ingressi – che potrebbero essere adeguate sulla base dei flussi, non dimentichiamo mai che siamo in fase di emergenza – già questo garantirebbe più controllo e maggiore possibilità di scegliere progetti giusti, non sono in ottica assistenzialistica ma come dicevamo di promozione della persona. Perché quello che noi ci auguriamo è che dopo il percorso di 18 mesi queste persone riescano ad avere gli strumenti per costruire la loro nuova vita.  
Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo la lettura  dell’atlante SPRAR 2016 (http://www.sprar.it/pubblicazioni/atlante-sprar-2016) per capire meglio chi sono i migranti, da dove vengono, quanti sono e come sono organizzati i progetti.
Confidiamo nella tolleranza e solidarietà della nostra Comunità.

Circolo PD Flavio Antinori