Articolo di Roberto Pesaresi (fonte: FB)
Viviamo in un’epoca in cui conta più la “narrazione” che l’informazione, contano più i “mi piace” che la riflessione e tutto questo si realizza meglio se ci si rivolge più alla “pancia” che al “cervello”. In questa situazione e con queste caratteristiche diviene quindi più semplice e più naturale provare a riscrivere la cronaca e la storia mistificando le realtà e finalizzandole solo ai propri obiettivi: l'importante è solo che non si rifletta e che se ne parli. Conta poi più l’università della "vita, della strada ( e di Internet ) che studi reali e approfonditi. In sostanza conta più l’ignoranza. Richiamando Umberto Eco le discussioni che ieri avvenivano al bar oggi avvengono sui social e tutti sono professori. Questo modo è diventato più diffuso in epoca covid ed è continuato soprattutto grazie ad una stampa sempre più squalificata. Questo sta avvenendo a livello mondiale, soprattutto negli USA, a livello europeo, soprattutto con il covid prima e con la guerra poi, e in Italia, a mio giudizio, anche a causa della presenza esclusiva di un opportunismo personale e di gruppi che ha sostituito il ruolo dei partiti politici e in genere della cultura. Questa logica per funzionare ha però bisogno di contrapposizioni semplici e facili da strumentalizzare. Per poterlo fare è necessario esasperare i concetti rendendoli elementari e individuando, anche fisicamente, i nemici. In questo senso forse l’esempio più eclatante è quello della “guerra”: se ne parla con una totale disinvoltura come se si trattasse di una partita di calcio.
La situazione diventa più tragica se in questa analisi scendiamo dai livelli generali a quelli locali e soprattutto in comunità in cui comunque ci si conosce tutti e si è costretti a vivere “vicini”. Il livello spazia dal "finto" professionale e “studiati”, come oggi ci si esprime a FILOTTRANO, (pochi) al greve e grezzo (molti ) ma la sostanza non cambia.
Ho vissuto la politica filottranese dal 1975 al 1985: in un epoca complessa e difficile e caratterizzata da fenomeni quali il terrorismo e le stragi ma anche da un grande risveglio sociale e con conquiste epocali quali statuto dei lavoratori, diritto all'divorzio e all' aborto. Nessuno si è però mai permesso di comportarsi come avviene oggi pur in presenza di contrapposizioni senz’altro più nette. I sindaci Carancini e Pasquini non si sono mai rivolti a noi usando termini quali “disadatto”, “porabbestia”, “sinistrato”, non si sarebbero mai rivolti ai cittadini chiamandoli "brutti ipocriti", "falsi maledetti" , “coglioni” e minacciandoli con un “siate maledetti" e non avrebbero mai deriso lavoratori con espressioni quali “filosofi professori ingegneri tutti falsi studiati." Lo stesso Movimento Sociale Italiano, di chiara estrazione fascista e non a caso considerato fuori dell’arco costituzionale, non ha mai usato in quel periodo ancora quasi dopoguerra, e quindi ben più duro di quello attuale, termini di questo tipo nei nostri confronti che pur eravamo il Partito Comunista Italiano. A chi in questi giorni inneggia al M.S.I. di quel periodo ricordo poi che nessuna "violenza" avvenne da parte nostra ed anzi era esattamente il contrario e se ce ne sono state ( poche in verità) erano solo da parte di loro frange non a caso poi confluite in Forza Nuova e ora, a quel si legge, nella Lega.
Filottrano ha vissuto invece soprattutto nel 2022 e nel 2023, anni di irreali "narrazioni" i cui veri contenuti, anche grazie alla nostra attività, sono ormai noti a tutti o almeno a quanti sono interessati a sapere. Queste narrazioni e queste persone sono state però legittimate e enfatizzate anche da chi nel periodo svolgeva un ruolo pubblico formalmente di altra area politica. Non mi riferisco tanto ai singoli eventi, che pur andavano valutati con più attenzione, ma alla costanza delle relazioni su più ambiti quando i curriculum, peraltro ampiamente pubblicizzati, erano ben noti.
La stessa cosa è poi avvenuta a Padova nel 2023 e a Chieti nel 2024 dove se non sapevano avrebbero dovuto, per loro responsabilità istituzionale, sapere.
Questa “storia”, nelle caratteristiche emerse e forse prosieguo di altre precedenti simili, è però iniziata a FILOTTRANO.
Dobbiamo chiederci perché: perché non Osimo perché non Chieti dove poi finirà?
Dobbiamo ancora chiederci perché le comunità locali non avevano gli anticorpi necessari per affrontare questi problemi?
È vero in questo che nel 2022, 2023 e 2024 si sono “prestati” in molti, anche volti noti in vari ambiti e settori, a cui andrebbe chiesto conto, che hanno avuto un grande effetto mediatico ma in una piccola comunità è diverso.
Ho già scritto: siamo stati usati ma ci siamo anche fatti usare. Le nostre piccole personalità sono state travolte dalla “narrazione” e della “esasperazione” dei concetti.
Sono stati poi sufficienti i secondi sei mesi del 2024 e soprattutto i primi tre mesi del 2025 per chiarirne le vere caratteristiche di fondo e per far crollare, nella sostanza, la “narrazione” anche se di questo a FILOTTRANO ancora non si vuole prendere atto o non si ha il coraggio di farlo. I dettagli sono in corso di chiarimento da parte di chi ne ha titolo e dovere ma la sostanza per quel che riguarda le vicende della nostra comunità è già chiarissima. È sufficiente leggere. In questo periodo ( ormai tre anni ) i più hanno invece evitato e ancora oggi evitano di leggere e di trarne le conseguenze. La comunità locale ha quindi “scelto” di continuare a farsi “usare”. I motivi possono essere diversi ma tutti evidenziano una grande mancanza di senso delle istituzioni e alla fine di buon senso.
Ho più volte evidenziato il richiamo per chi ricopre funzioni pubbliche all'art. 54 della Costituzione: "disciplina e onore".
Disciplina significa "rispetto delle regole e delle norme". Onore significa "reputazione e integrità morale". Il tutto significa "mantenere una condotta coerente e all'altezza del proprio ruolo, rappresentando un esempio per i cittadini". Questa è l'interpretazione non mia ma addirittura di "Al Overview". E' quindi quella più comune e diffusa. Mi sembra condivisibile e corretta e deve essere riferita sia a chi una funzione pubblica la svolge sia a chi mira a svolgerla ma anche a tutti i cittadini.
Anche su questo non mi interessa però fare esempi. Chi non ha chiaro il problema può fare una semplice e facile ricerca sul web di cui negli ultimi mesi abbiamo fornito moltissimi semplici e chiari collegamenti.
Mi preme solo riportare un ultimo esempio anch'esso tutt'ora disponibile sul web.
Questo è il dialogo "pubblico" sul web tra due cittadini filottranesi, noti e non anonimi di cui ometto i nomi confidando che possano, almeno in un caso, riflettere e rimediare.
L'occasione sono forse le ultime vicende USA e la guerra subito però ricondotte all'uso locale:
“Iniziate a dormire preoccupati, vogliono la guerra, e la guerra avranno, in molti non vediamo l'ora di fare le pulizie in casa, troppa merda. Questione di poco, non abbiate fretta, godetevi il poco tempo che vi è rimasto.
Ciaone”
“in molti pensano che il problema in Italia sia l'immigrazione, certo qualcuno bisognerà riaccompagliarlo a casa, in un sacco o con le buone, la realtà è che devono avere molta più paura altri”
E' già grave che commenti di questo tipo ( sono alla fine minacce fisiche ) si scrivano e spero che i diretti interessati riflettano e le competenti autorità valutino.
E' però assurdo che questo avvenga, e per questo cito questa triste vicenda, con il "mi piace" di presunti esponenti politici locali che, per un pugno di voti neofascisti, ridurranno il tutto a "questioni generali" come già avvenuto per un’altra vicenda. Non si tratta quindi di "tifosi" ma chi dovrebbe un ben diverso senso di responsabilità. Questo avviene, come per altre iniziative di questi mesi, con una totale commistione tra aspetti nazionali e aspetti locali in una osmosi asfittica che mira a dare “dignità” alla miseria locale e a “nascondere” i fatti. Si cerca in sostanza di parlare d’altro.
A questo porta la politica quando è ridotta solo a “narrazione” ed “esasperazione” e sostanzialmente a mero opportunismo personale.
E' però ancor più assurdo che questo avvenga nella indifferenza dei più e soprattutto di chi svolge o mira a svolgere un ruolo pubblico e lasci soli in questo difficile e “pericoloso” lavoro dei semplici ( e pochi ) cittadini.
E, si badi bene, dico questo, senza alcuna sostanziale distinzione di area politica.
Per questo penso che il problema è senz'altro politico ma è soprattutto sociale e per questo è ben più grave e diventa drammatico in una piccola comunità come la nostra.
Sarà molto duro e difficile ricostruire un elementare livello di buon senso e di convivenza evitando di continuare ad essere “usati” e ridando alla politica la dignità, nelle diversità, che deve avere e che è indispensabile per garantire un futuro sereno alla nostra comunità.
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