sabato 18 febbraio 2017

IL PD E IL CONGRESSO: VENITE!



Mi capita più volte in queste ore di fermarmi. E domandarmi: ma cosa può apprezzare un cittadino del dibattito di queste ore nel PD? E mi rispondo: nulla, o quasi. Stamattina ne parlavo in stazione con un nostro simpatizzante che mi confermava: A segretà, non ce stamo a capì nulla.
Faccio il riassunto delle puntate precedenti.

Dicembre 2016: Perso il referendum mi dimetto da Palazzo Chigi e chiedo di anticipare il congresso (previsto altrimenti per il dicembre 2017). Mi viene risposto: NO, sarebbe un errore. Ascolta la minoranza, non forzare: conferenza programmatica e campagna di ascolto. In Assemblea Nazionale molti dei miei amici rumoreggiano dicendo: Matteo, stai sbagliando a non fare il congresso. E io replico: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.

Gennaio 2017: mentre organizziamo la campagna di ascolto, la nuova segreteria, i questionari e i viaggi in Bus nel Paese ci viene detto che così non si può andare avanti. E che non serve la campagna di ascolto ma occorre un luogo di contendibilità della linea politica. Tradotto: vogliamo le primarie. Mi sembra sbagliato cambiare strada dopo le decisioni dell'assemblea. Ma accettiamo le primarie dicendoci: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.

Fine Gennaio - Inizio Febbraio 2017: mentre a Rimini è in corso l'assemblea degli amministratori (tante idee, tanti stimoli, tante proposte) da Roma si alza la voce di Massimo d'Alema che in una affollata assemblea dice "O congresso o sarà scissione", seguito - nel richiamo alla scissione - da altri leader della minoranza. Mi domando come sia possibile fare una scissione sulla data di convocazione del congresso e non sulle idee. Ma non è la prima volta che alcuni compagni di partito cercano ogni pretesto per alimentare tensioni interne. E io non voglio dare alcun pretesto, davvero. Voglio togliere ogni alibi. E anche se il grido "congresso o scissione" sembra un ricatto morale, accettiamo di nuovo il congresso dicendoci: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.

Chiarito che noi "ragazzi, dobbiamo essere responsabili", dobbiamo anche dire che se uno ha idee diverse, ha il dovere di proporle. E in un partito democratico il congresso (con primarie) non è una parolaccia, ma il luogo in cui decidono gli iscritti e i simpatizzanti.
Tante volte siamo stati accusati di essere autoreferenziali. Bene, tiriamo fuori le proposte e confrontiamoci con la nostra gente. Vinca il migliore. E chiunque vinca, tutti a dare una mano.

Il verbo del congresso e delle primarie non è "Andatevene!" ma "Venite!", portate idee, portate sogni, portate critiche. Venite, partecipate. È inspiegabile far parte di un partito che si chiama democratico e aver paura della democrazia. Quando si è votato per fare il congresso - dopo quattro ore di riunione in direzione con oltre un milione di persone che hanno seguito il dibattito - è finita 107 a 12 per quelli che vogliono fare il congresso. Venite, amici. Dico anche a chi sta fuori dal PD "venite e iscrivetevi" (c'è tempo fino al 28 febbraio).

Facciamo presto il confronto interno, anche perché sono tre anni che tutti i giorni discutiamo al nostro interno. E poi riprendiamo a parlare fuori. A fare proposte al Paese. A confrontarci sui problemi reali delle persone.


Dalle E News di Matteo Renzi del 15 Febbraio 2017