martedì 22 dicembre 2009
martedì 8 dicembre 2009
MILLE PIAZZE PER L'ALTERNATIVA A FILOTTRANO
mercoledì 25 novembre 2009
FILOTTRANO vs RESTO del MONDO
domenica 22 novembre 2009
giovedì 19 novembre 2009
22 Novembre 2009: elezione nuovo Coordinatore di Circolo
Al termine delle votazioni è previsto un pranzo, per partecipare potete prenotare scrivendo all'indirizzo pdfilottrano@libero.it o chiamando al numero 333/8718982 (quota di partecipazione 20 euro).
mercoledì 18 novembre 2009
STATO DEL PROGETTO: "ADOZIONE PIANO DI RECUPERO EDIFICIO EX MERCATO COPERTO SITO IN PIAZZA DANTE DI FILOTTRANO"
Per vedere il dispositivo della delibera approvata dal Consiglio nella seduta di lunedì 9 novembre u.s. clicca ..QUI...
Per vedere gli elaborati tecnici clicca --QUI--.
Buona lettura.
venerdì 13 novembre 2009
«Voglio il processo: la mia famiglia è tutta al camposanto» di Marco Bucciantini
L’amianto al microscopio è gentile, sembra un batuffolo di cotone. Nei polmoni è un killer spietato: «Nessuno guarisce». Non c’è percentuale, dicono i dottori. L’unica speranza per un malato di tumore al polmone è quella di avere giustizia: «Abbiamo camminato verso questo processo, piano piano. Adesso ci siamo. Che succede?». Che forse la prescrizione se lo porta via: la prescrizione è l’amianto della giustizia. La divora. Il 10 dicembre è fissata a Torino la prima udienza del processo sulle morti degli operai della Eternit, la fabbrica di Casale Monferrato. Fra le eccezioni al ddl del governo c’è quella per l’incuria della sicurezza sui posti di lavoro. Ma questo è un processo per disastro ambientale, fattispecie che non è esente dalla prescrizione.
«Mio marito Mario lavorava nelle vasche. Quando pulivano i mescolatori, volava amianto come se piovesse dal cielo». E andava ovunque: «Casale la chiamavano la città bianca». Imbiancata dalla polvere che uccide. Le altre vittime della famiglia di Romana non lavoravano in fabbrica: questo è tecnicamente “l’inquinamento ambientale”. «Quando perdi un padre così, sai di non avere salvezza: Maria Rosa è morta in fretta, rassegnata. È stata 45 giorni attaccata all’ossigeno. Era debole, non poteva fare neanche la chemioterapia. Ricordo le ultime due ore della sua vita, della nostra vita insieme. Mi fissava con i suoi occhi grigio-verdi. Non aveva fiato per parlare, ma con lo sguardo mi ha chiesto tutto. Dovevo continuare a lottare, anche da sola». Ci sono occhi che parlano, e altri che non piangono più: «Ho finito le lacrime, da un pezzo. Non ho saputo piangere la morte di mia figlia, ma sono carica, voglio giustizia, io e tutta Casale, dove ci sono 2 mila cittadini sepolti dallo stesso male. Dev’essere un processo simbolico». Nel 1983 già i magistrati ricevevano i malati in processione: Giovanni Demichelis entrò in aula in barella, sfinito. Il giudice si alzò dalla sedia e si fece appresso, per ascoltare quel filo di voce. Quattro giorni dopo i lavoratori dell’Eternit marciarono insieme ai funerali dell’operaio. Come una macabra ricorrenza, si sarebbero reincontrati un mese più tardi, davanti alla tomba di Mario Pavesi.
«Lo conobbi per strada, nel 1948. Veniva dalla guerra, era stato prigioniero nei Balcani. Ero una ragazzina, ci sposammo subito. Eravamo in miseria, andò in miniera per mantenere la famiglia. Io lavoravo nelle case, a ore. Mi ha fatto crescere. Quando lo assunsero in fabbrica nel 1957 era felice e c’è stato 17 anni. Mi manca la sua faccia seria, gli occhi buoni. Parlava poco, ci ho messo anni a capire che così nascondeva la sua sensibilità... la proteggeva dagli altri. Non era bello, ma era bellissimo quando dormiva e si rasserenava e distendeva il volto. C’è ancora, siamo sposati da 61 anni e da 26 lotto per lui, con tutta me stessa. So che è fiero di me».
Parmalat, Cirio, Eternit e tantissimi altri processi, più o meno noti, rischiano di finire travolti dalla legge sui processi che la maggioranza si appresta ad approvare. Racconta nei commenti la storia del tuo processo a rischio.
13 novembre 2009
mercoledì 4 novembre 2009
CONSIGLIO COMUNALE
giovedì 29 ottobre 2009
SCUOLA MATERNA - INTERROGAZIONE E RISPOSTA
martedì 27 ottobre 2009
lunedì 26 ottobre 2009
301 volte GRAZIE
Una bella giornata di democrazia e partecipazione, dove in 301 ci si è mobilitati per l'elezione dle segretario nazionale.
Ecco i risultati del nostro circolo
Segretario Nazionale
votanti 301; Bersani= 164(54,5%); Franceschini= 69 (22,9); Marino= 68 (22,6%).
Assemblea Regionale
votanti 301(una scheda nulla); voti:Bersani=164 (54,6%); Franceschini= 63 (21%); Marino= 73 (24,3%).
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato.
mercoledì 21 ottobre 2009
il 25 si vota
Siamo arrivati al grande appuntamento per scegliere il nuovo segretario del Partito Democratico.
Il seggio sarà allestito presso il circolo del PD di Filottrano, Largo Matteotti, (scalette del cinema) e sarà aperto dalle 7 del mattino alle 20 di sera.
Saranno consegnate due schede: una per il segretario nazionale e l'elezione dell'assemblea nazionale, e l'altra per l'elezione del segretario regionale con la relativa assemblea.
Possono votare tutti coloro che si riconoscono nei principi del PD, che abbiano almeno 16 anni, sia italiani sia stranieri. Per votare è necessario presentare un documento di identità o il premesso di soggiorno e versare il contributo minimo di due euro.
Vi aspettiamo, numerosi come sempre.
Sarà anche l'occasione per fare due chiacchiere sulla nostra città e sull'andamento della nuova (?) Amministrazione.
giovedì 15 ottobre 2009
BREVE RESOCONTO del CONSIGLIO COMUNALE del 28 settembre 2009
mercoledì 14 ottobre 2009
mercoledì 7 ottobre 2009
ll PD alla manifestazione della FNSI di Roma
Anche il nostro circolo ha partecipato alla manifestazione indetta dalla FNSI a Roma.
martedì 6 ottobre 2009
Gli appuntamenti delle mozioni
ASSEMBLEA DEL COMITATO BERSANI DELLA ZONA SUD DI ANCONA
Si terrà ad OSIMO VENERDI' 9 OTTOBRE ALLE ORE 21,00 presso i locali della SEDE del PD di OSIMOVia Cialdini 13 ( zona Borgo)
ORDINE DEL GIORNO:
Commenti all'affermazione dell'On BERSANI nei congressi di Circolo
Analisi dei risultati delle Assemblee dei Circoli della Zona Sud.
Proposte per i candidati della zona per l'Assemblea Nazionale e Regionale.
Iniziative per le primarie del 25 ottobre.
Distribuzione ai circoli del materiale per il porta a porta.
L'invito all'Assemblea del Comitato è estesa ai Delegati di circolo eletti alla Convenzione Provinciale e a quanti sono disponibili a mobilitarsi per la vittoria dell'On BERSANI alle primarie del 25 ottobre
COMITATO MARINO, PROVINCIA ANCONA
Entro l'11 ottobre si devono scegliere i candidati della lista collegata a Marino per l'elezione dell'Assemblea Nazionale (8 posti) e della lista collegata a Ucchielli per l'elezione dell'Assemblea Regionale (16 posti), che saranno votate alle primarie del 25 ottobre.
Per questo verranno fatte due riunioni, la prima delle quali sarà mercoledì 7 ottobre ore 21:15 a Senigallia presso la sede del Primo Circolo del Pd (via arsilli, 94, davanti alla casa della plastica, tel. 071-63281. Tale riunione è aperta a tutti gli iscritti del pd che hanno votato Marino.
Vi ricordo che venerdì 9 ottobre ci saranno Marino e Bettini a Senigallia (San Rocco, ore 18:00) in occasione della presentazione del libro di Bettini. Passate parola..
COMITATO FRANCESCHINI, PROVINCIA ANCONA
Per lanciare la mobilitazione verso le primarie nella provincia di Ancona, sabato 10 ottobre a Jesi si terrà una cena provinciale con Piero Fassino, presso il locale bocciodromo. E' importante, però, che sin da ora vi sia la massima mobilitazione di tutti i sostenitori di Dario Franceschini del territorio della provincia di Ancona Una volta raccolte le adesioni nel proprio Comune, le stesse vanno inoltrate telefonicamente al
referente organizzativo della mozione, Cristian Mazzoni telefondando al 3478301791. Mi raccomando contiamo molto sul vostro impegno e sul buon esito della cena stessa, che sarà a prezzi popolari.
Il Comitato provinciale è, infine, a disposizione per l’organizzazione di eventi, iniziative tematiche e tutte le altre proposte che riterrete utili ai fini della campagna per le primarie. http://www.dariofranceschini.it
giovedì 24 settembre 2009
CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE
martedì 22 settembre 2009
I risultati del congresso di circolo
Ecco i risultati del congresso di circolo che si è svolto ieri sera:
lunedì 14 settembre 2009
Difendiamo la libertà di informazione
Manifestazione nazionale per la libertà di informazioneSabato 19/09.Il Pd della provincia di Ancona sta organizzando pullman.Info e prenotazioni: 071-203242Abbiamo bisogno di avere in linea di massima entro mercoledì 16 settembre il quadro delle adesione per evitare problemi dell'ultima ora.Costo: euro 10,00
sabato 12 settembre 2009
Escort, festini, minorenni le dieci menzogne del Cavaliere di Giuseppe D'Avanzo
DICE l'Egoarca che è stufo e replicherà "colpo su colpo". Dice, e sembra una sfida: "Venitemi a dire che non rispondo alle domande, siano quelle di Repubblica o di El Paìs". Più che rispondere, Silvio Berlusconi sfoggia - non è una novità, è la magia che gli riesce meglio - una sapienza stupefacente nell'uso della menzogna che manovra in ogni direzione. Ora nasconde la verità, ora la inventa di sana pianta, ora la nega contro ogni evidenza, ora la deforma secondo convenienza. Se si analizzano i nove minuti della perfomance autistica e autocelebrativa della Maddalena, dinanzi uno Zapatero sgomento, salta fuori un catalogo di dieci menzogne (e una sorprendente verità che gli sfugge inconsapevolmente).
1. La prima menzogna. L'Egoarca non risponde alle domande di Repubblica. Ne dimentica alcune. Due soprattutto suggerite dall'allarme della donna che lo conosce meglio, la moglie. Veronica Lario dice che Berlusconi "frequenta minorenni" e "non sta bene". Il capo del governo si tiene lontano da terreni che devono apparirgli minati. È stato documentato che ha frequentato due minorenni (Noemi e Roberta), invitate a Villa Certosa, senza i genitori nei giorni di Capodanno 2009. Noemi Letizia, minorenne, lo ha accompagnato a una cena del governo. C'è altro? Silenzio. Berlusconi non osa affrontare la questione della sempre più evidente sexual addiction che lo costringe a una vita sconveniente e pericolosa.
2. Berlusconi nega che nelle sue residenze ci siano "feste e festini". Dice che, come leader del suo partito, "fa una serie di incontri con i rappresentanti e le rappresentanti di organizzazioni politiche, come i circoli "Meno male che Silvio c'è"". È una bugia. Da quel che è stato documentato dall'indagine di Bari, dalle testimonianze di Tarantini e di alcune "ospiti" retribuite, gli appuntamenti notturni del premier non prevedono né discussione politiche (si parla soltanto dei successi dell'Egoarca, se ne ammirano gli interventi in giro per il mondo, si ride della sue barzellette) né la partecipazione di comitati di fans. Un cerchio stretto di ruffiani e ruffiane invita a Palazzo o in Villa ragazze ambiziose o professioniste del sesso che accettano di passare la notte con il presidente.
3. Dice l'Egoarca: "Non è vero che ho candidato "veline". Abbiamo fatto un corso per giovani laureate che volevano diventare assistenti di eurodeputati e ne abbiamo individuate tre con grandi capacità". È una menzogna. Il "corso" è stato organizzato per preparare candidati e candidate al Parlamento di Strasburgo, come hanno confermato nel tempo i ministri che vi hanno preso parte come docenti. È stato un corso di formazione dove la presenza di "veline" era così appariscente da essere raccontata con molti particolari dai giornali (ohibò!) della destra. Il primo quotidiano che dà conto della candidatura di una "velina" alle elezioni europee è il Giornale della famiglia Berlusconi. Il 31 marzo, a pagina 12 si legge che "Barbara Matera punta a un seggio europeo". "Soubrette, già "Letterata" del Chiambretti c'è, poi "Letteronza" della Gialappa's, quindi annunciatrice Rai e attrice della fiction Carabinieri, la Matera, scrive il Giornale, "ha voluto smentire i luoghi comuni sui giovani che non si applicano e non si impegnano. "Dicono che i ragazzi perdino tempo. Non è vero: io per esempio studio molto"". "E si vede", commenta il giornale di casa Berlusconi. Il secondo giornale che svela "la carta segreta che il Cavaliere è pronto a giocare" è Libero, il 22 aprile. A pagina 12, le rivelazioni: "Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore" è il titolo. "Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl" è il sommario. I nomi della candidate che si leggono nella cronaca di Libero sono: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e "una misteriosa signorina" lituana, Giada Martirosianaite. Sono questi nomi, questi metodi a sollevare le critiche della fondazione farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini. La politologa Silvia Ventura avverte che "il "velinismo" non serve: assistiamo a una dirigenza di partito che fa uso dei bei volti e dei bei corpi di persone che con la politica non hanno molto da fare. Le donne non sono gingilli da utilizzare come specchietti per le allodole". "Ciarpame senza pudore", aggiunge Veronica Lario.
4. Dice l'Egoarca: "[Con Patrizia D'Addario] mi sono comportato come si deve comportare secondo me ogni padrone di casa". Quel che si sa del primo incontro di Berlusconi smentisce la correttezza di un padrone di casa consapevole di avere accanto una prostituta. "Che Patrizia fosse una escort, quella sera, lo sapevano tutti", dice Barbara Montereale, anche lei ingaggiata dal ruffiano del presidente, Gianpaolo Tarantini. C'è una traccia della consapevolezza del presidente. L'Egoarca "stropiccia" subito Patrizia D'Addario seduta accanto a lui sul divano, dinanzi agli uomini della sua scorta. Nel primo incontro, le propone di visitare la camera da letto in compagnia di altre due ragazze. La sollecita a entrare nel "lettone di Putin". La D'Addario rifiuta.
5. Dice l'Egoarca: "Nella patria di Casanova e dei playboy, la gioia più bella è la conquista. Se tu paghi che gioia ci potrebbe essere?". È una menzogna. Come Barbara Montereale, la D'Addario è stata ricompensata con una candidatura politica (doveva entrare nelle liste Europee, ottenne poi uno spazio per le elezioni comunali di Bari). Alla D'Addario Berlusconi promise anche un intervento politico per sistemare un affare edilizio. Corrispettivi dello scambio sesso-potere. Quando si alleggeriranno le pressioni corruttive e le intimidazioni sulle ragazze, anche straniere, ospiti di Villa Certosa (e immortalate dalle immagini di Salvatore Zappadu) si potrà forse riferire quello che alcune testimoni hanno raccontato: e cioè come Berlusconi distribuisse egli stesso alle falene le buste con il denaro. Si potrà dire della regola imposta come assoluta di non parlare "mai, mai" con le altre ragazze del denaro ricevuto perché in quelle buste il numero delle banconote non era sempre uguale, duemila, cinquemila, diecimila euro. Il "sultano" premiava la performance, a quanto pare.
6. Dice Berlusconi: "Un imprenditore di Bari, Tarantino o Tarantini, era venuto ad alcune cene facendosi accompagnare da belle donne. Erano ragazze che questo signore portava come amiche sue, come sue conoscenti". È stupefacente che il capo del governo finga di non ricordare il nome del suo ruffiano e banalizzi ora un'intensa amicizia. Le intercettazioni delle loro conversazioni - e soprattutto la loro frequenza - contraddicono le sue parole. Tarantini e Berlusconi si sentivano anche dieci volte al giorno e nei brogliacci della procura della Repubblica ci sono decine e decine di telefonate. Nessun reato, dice ora il procuratore di Bari. In ogni caso, lo scambio tra il presidente del consiglio e il suo ruffiano è chiaro: l'Egoarca chiede "belle donne", Tarantini (pagandole) gliele procura. In cambio, il ruffiano conta sull'influenza del premier per concludere affari. Forse non c'è reato, ma il baratto può dirsi limpido per la rispettabilità delle istituzioni e neutro per la gestione della cosa pubblica?
7. La settima menzogna custodisce una singolare verità. Dice Berlusconi: "Io sono stato vittima di un attacco di una persona [la D'Addario] che ha voluto creare artatamente uno scandalo". L'Egoarca non si rende conto di confermare una delle questioni più rilevanti di questo caso: la sua vulnerabilità. Una vita disordinata e sconveniente per il decoro e l'onore della responsabilità pubblica che ricopre lo ha reso fragile, ricattabile. È falso che la D'Addario lo abbia ricattato (ha solo risposto a un pubblico ministero che la interrogava offrendo documenti sonori che da sempre maniacalmente raccoglie in ogni occasione). È vero che Berlusconi sia ricattabile. Quante sono le ragazze che possono minacciarlo? Il via vai di prostitute a Palazzo Grazioli, le cene, le feste, il sesso, le orge, le sue abitudini di vita e il veleno della satiriasi espongono con tutta evidenza Silvio Berlusconi a pressioni e tensioni che nessuno è in grado oggi di immaginare.
8. Dice l'Egoarca: "L'informazione buona è la tv". L'informazione televisiva, controllata direttamente o indirettamente dal capo del governo, è stata pessima. Si è trasformata in una "macchina del silenzio" che ha negato a sette italiani su dieci le notizie più elementari e comprensibili di un "caso" che ha screditato e scredita in tutto il mondo il presidente del consiglio e, con lui, il nostro Paese. E tuttavia è stata proprio la televisione a fargli lo scherzo più maligno. A maggio l'Egoarca va a Porta a porta per spiegare "veline" e Noemi. Infila un rosario di bugie e contraddizioni che, dopo mesi, ancora lo soffocano. Quando si accorge dell'errore, ritorna davanti alla telecamere per dire un'altra bubbola strabiliante: "Non ho detto niente".
9. Berlusconi dice: "Non c'è alcuno scontro con la Chiesa". La menzogna è contraddetta dall'impossibilità oggi per Berlusconi di incontrare il Papa, il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, il presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco. Una difficoltà acutizzata dal character assassination del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo (accusato dal giornale del premier di omosessualità con un falso documento giudiziario). Le parole più severe contro Berlusconi sono state pronunciate dal segretario generale della Cei, il vescovo Mariano Crociata: "Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria. Nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati. Soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio". Buoni rapporti?
10. Dice Berlusconi: "Credo di essere di gran lunga il miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni". Bè, questa è davvero la menzogna più grossa.
venerdì 11 settembre 2009
tempo di Congresso
è tempo di congressi anche per il PD Filottrano.Ecco i principali appuntamenti:
il prossimo lunedì (14.09) ore 21,15- Sede Circolo PD
Presentazione delle mozioni dei tre candidati.
lunedì 21 Settembre alle ore 21.15. Voto delle mozioni
Al pre-congresso, come al congresso, possono partecipare tutti - iscritti e non - ovviamente solo i tesserati hanno diritto di voto. Non invieremo comunicazioni ufficiali via posta, ma faremo solamente il classico giro di telefonate per avvertire tutti gli iscritti. Se conoscete simpatizzanti che vogliono partecipare invitateli, sarà un bel modo per far loro conoscere il circolo.
Sabato 19 Settembre si terrà a Roma la manifestazione nazionale indetta dalla FNSI (ore 16.00 p.zza del Popolo). Il PD provinciale ha organizzato un autobus. Il nostro circolo parteciperà. Per info, mandateci una mail (pdfilottrano@libero.it) oppure ci trovate in sede ogni lunedì sera.
giovedì 3 settembre 2009
Io sono con L'Unità
di Concita de Gregorio, Unità del 3 settembre 2009.
Così siamo al dunque. Quel che non si può comprare né corrompere deve tacere. Eccola qui la strategia d'autunno: zittire con ogni mezzo il dissenso, che ormai questo è diventato il semplice dovere di cronaca e diritto di critica. Il presidente del Consiglio, lo avete letto, è in guerra in queste settimane con i commissari europei, con le gerarchie ecclesiastiche, con i giornali che nel nostro paese e nel mondo documentano le sue gesta. Non ci sono in Italia molti organi d'informazione che non dipendano direttamente o indirettamente dal suo favore, dal suo smisurato potere economico e dal suo potere di influenza e di minaccia. Premere, corrompere o comprare. Dove non si può pagare, allora uccidere. Lo squadrismo mediatico di governo, forte di nuove reclute, è difatti al lavoro per distruggere le reputazioni dei giornalisti non a busta paga. Mezzi leciti e illeciti, menzogne, false prove, non importa. L'aggressione al direttore di Avvenire, che ieri persino Fini ha definito killeraggio. L'aggressione personale all'editore e al direttore di Repubblica, insieme la richiesta di risarcimento al giornale per aver posto dieci domande. L'Unità, unico quotidiano in Italia, le ha per due volte ripubblicate: è possibile giudicare diffamanti delle domande, non sarebbe doveroso rispondere? Il gruppo Prisa, editore del Paìs, è sotto offerta economica da parte di emissari spagnoli del premier. Ecco adesso l'attacco all'Unità. Due richieste di danni per una somma complessiva di 3 milioni di euro riferite non a un articolo o a un commento ma a due numeri del giornale nella loro interezza. Due numeri in cui ad alcune delle dieci domande si offriva risposta. I temi: lo stato della trattativa tra governo e Vaticano (indulgenza sulla condotta del premier contro leggi gradite oltretevere), il divieto di usare le intercettazioni telefoniche come strumento di indagine, lo stato della guerra privata del premier contro Sky e i danni che agli italiani ne derivano. Servizi di cronaca e libere opinioni, del resto da molti giornali anche stranieri condivisi. La novità, oggi, è che non si contesta un articolo ma un giornale intero. Una scrittrice, una editorialista, due giornaliste sono accusate insieme al direttore di aver concorso alla diffamazione che si dedurrebbe dal complesso generale dei loro scritti. È l'insieme che non gli piace. È il giornale: la sua linea, il suo tono. Chiedere un milione per ogni numero suona come un avvertimento: potrebbe farlo ogni giorno. Non vuole giustizia in sede penale, non gli interessa stabilire se quegli articoli riferiscano il vero. Vuole soldi. Minaccia di chiederne così tanti da ridurci al silenzio. Non accadrà, se accadesse sarà per sua mano. Come durante il fascismo, come quando la censura imponeva i sigilli.
È venuto il momento non solo di una grande mobilitazione, necessaria ma non sufficiente. È il momento di opporre allo strapotere dei soldi la politica, che sia quella l'argine al declino della democrazia. È anche venuto il momento, cari cittadini, di sostenere con forza rinnovata chi si sottrae alla logica del plutocrate. Di dare più forza alle voci del dissenso, ogni giorno. Non tanto e non solo per noi, che dal 1924 abbiamo conosciuto stagioni peggiori. Per tutti, per l'Italia che verrà.
Io ho espresso la mia solidarietà all'Unità, se vuoi farlo anche tu e per leggere gli altri appelli clicca qui
Nadia
sabato 29 agosto 2009
LUNEDI' 31 CONSIGLIO COMUNALE
Il prossimo Consiglio Comunale è convocato per le 20:30 di lunedì 31 agosto. Qui di fianco l'ordine del giorno.
venerdì 28 agosto 2009
La Sibilla
Ma come,si dirà,dopo appena due mesi dalle elezioni?Io dico di sì,perchè possiamo già immaginarci lo scenario filottranese del 2014 desumendolo dal programma (definiamolo benevolmente così!)presentato in campagna elettorale (A proposito:ancora complimenti vivissimi per il tono e la correttezza di quest'ultima).
Cominciamo dalla mia frazione:a Montoro della scuola materna,ancora una volta a cicli regolari e quinquennali spudoratamente promessa,neanche l'ombra. E nella futura campagna elettorale sarà ancora una volta buona la scusa che la colpa è del comune di Osimo,che non ha voluto o potuto collaborare. Chissà se i Senza testa sono al corrente di quello che viene detto nei comizi filottranesi,bisognerebbe verificare.
Viabilità:La prima parte della "variante"sarà probabilmente ultimata,ma i filottranesi non avranno notato dei grandi sconvolgimenti nella loro vita quotidiana, poichè in effetti continueranno a formare un lungo serpentone tra Tornazzano e la fine della zona industriale,con la gradita aggiunta dei trasporti pesanti da e per il sempre più attivo Interporto di Monsano. D'altronde era questo l'esito più facilmente pronosticabile per una strada così concepita,avversata dall'80% della popolazione (ma alcuni te lo dicono solo sottovoce,e quando non ci sono testimoni). Il sindaco Coppari,che incarna la continuità dichiarata e conclamata dell'amministrazione Ballante,in campagna elettorale o ha glissato o in subordine (per usare un termine forense pratico ai Due) se ne è lavato le mani,rappresentando la cosa sotto un alone di ineluttabilità,visto che gli espropri erano già partiti. Io ora mi,gli,e vi domando: ”Ma gli espropri sono atti dotati di mezzi di locomozione propria ,o arrivano solo se inviati da qualcuno!?” Il cambiamento più apprezzabile a questo riguardo l'avrà subìto il parroco di Tornazzano,che avrà dovuto aumentare la potenza dei suoi amplificatori per ovviare all'aumento di traffico e quindi di rumorosità!!
Tutto questo avverrà a meno che non intervenga nel frattempo un grande sommovimento popolare bipartisan,di cui non colgo i minimi segnali.
Andiamo ad esaminare ora la stagione delle "grandi opere" dell'amministrazione Coppari,a cominciare dalla più maestosa:..........la ritinteggiatura delle scuole medie!!! A me somiglia tanto ad una normale,minima e decente manutenzione dovuta,......e a voi !? Penso comunque che almeno questa sia stata portata a termine con successo e soddisfazione comune.
Passiamo ora alle opere stradali: due o tre rotatoiette equamente (o quasi) distribuite sul territorio e qualche asfaltatura nell'ultimo anno di mandato,ma nelle zone a più alta densità di voto.
Parcheggi: quello sotterraneo sotto i giardini,ci scommetto il mio mutuo,non sarà costruito,......a meno che Filottrano non voglia proprio diventare il portabandiera dell'autolesionismo!!
Passiamo al sociale e alla cultura (Carneade:Chi era costui!?): sarà stato dato più appoggio alle associazioni,......ma appoggio di che tipo? Morale?? Qui pro quod ? Do ut des !? Appoggio limitato al presenzialismo autopromozionale e ai tagli di nastro in pompa magna?? Grazie ma ne abbiamo abbastanza e ne dobbiamo fare volentieri a meno.
Sviluppo ed incremento del richiamo turistico: il cartello all'entrata del paese “Filottrano-città della moda”, sarà ritinteggiato a colori più vivaci!!
Raccolta differenziata: analizzando il trend di crescita degli ultimi 10 anni,nel 2014 saremo circa al 40-45%,roba da Guinnes dei primati !
Maxi discarica: così come è stata studiata e concepita non sarà ancora stata messa in funzione,ma per questa situazione non dovremo ringraziare l'assurdo muro contro muro con la provincia messo in atto da Ballante-Coppari e Company,ma uno dei cancri più devastanti della società italiana: la lentezza della giustizia. Solo questo infatti può salvare Filottrano dal diventare la pattumiera di Ancona,continuando con questo tipo di atteggiamento,tipico di chi vuol uscire "pulito"dal problema e presentarsi all'immaginario collettivo come il paladino della città,e non di chi voglia veramente risolverlo.
Patrimonio pubblico: la popolazione avrà perso la fruizione e il possesso degli ex locali del mercato del pesce ma avrà Piazza dell'Erbe "riqualificata" da una nuova sede di una qualche banca.
Ora,se la stragrande maggioranza di previsioni che ho fatto si avvereranno,non venitemi a chiedere i numeri del lotto perchè tutto ciò non ha niente a che fare col sovrannaturale o con le arti divinatorie,ma basta applicare una legge scientifica alla politica,e cioè: “Nulla si crea e nulla si distrugge,ma tutto si trasforma”, traducendo: l'amministrazione Ballante si è trasformata in quella Coppari !!
E' sufficiente quindi analizzare i 10 anni di "governo"Ballante per sapere quali risultati avranno prodotto i 5 di Coppari. Quando in campagna elettorale si urlava che il programma di "progetto Filottrano" era fumoso voleva dire che magari un pò d'arrosto comunque c'era,ma invece se questi sono i programmi dell'amministrazione Coppari,vuol dire che siamo proprio alla frutta,anzi io direi all'ammazzacaffè in dosi abbondanti!!
Quando arriveremo veramente nel 2014 e tireremo le somme,sarà chiara a tutti la seconda parte di quei grandi cartelloni mobili in campagna elettorale,che recitavano sibillinamente: “Il voto utile”, e cioè...........: “Solo per chi ha amministrato !!”
Saverio Borgognoni
martedì 25 agosto 2009
giovedì 20 agosto 2009
CHE SUCCEDE?
Luca Pallocchini
martedì 11 agosto 2009
PROGETTO FILOTTRANO - MOZIONI, INTERPELLANZE e RICHIESTA di CONVOCAZIONE del CONSIGLIO COMUNALE
lunedì 3 agosto 2009
Sbaglio o manca qualcosa?Anzi qualcuno?
ANCONA - Nel 2008 sono stati ben 14 i comuni della provincia di Ancona ad aver superato la fatidica percentuale del 45% nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani prevista dalla normativa nazionale. Figurano tra le amministrazioni più virtuose: Barbara (54,89%), Belvedere Ostrense (47,88%), Camerano (49,78%), Castelleone di Suasa (48,64%), Corinaldo (46,28%), Monsano (66,14%), Monterado (50,15%), Morro d'Alba (47,73%), Ostra (56,60%), Ostra Vetere (53,22%), Ripe (56,85%), San Marcello (47,30%), Senigallia (56,82%) e Serra de' Conti 77,58%). Altri, Ancona, Jesi, Loreto e Fabriano, sono già vicini a tale soglia per quanto riguarda il 2009. È ciò che emerge dal rapporto annuale stilato dalla Provincia di Ancona per monitorare lo stato di attuazione del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti.
"Sono dati che ci soddisfano - afferma l'assessore all'Ambiente Marcello Mariani - e che ci confortano sul lavoro svolto fino a oggi nell'ambito della gestione provinciale del ciclo dei rifiuti. Grazie a un'applicazione sempre più estesa del ritiro domiciliare integrale o del secco residuo, abbiamo potuto assistere a un costante incremento della raccolta differenziata e alla contemporanea riduzione della produzione di rifiuti urbani che, rispetto al 2007, passano da 575 a 550 kg annui pro capite, mentre i conferimenti in discarica, nello stesso periodo, passano da 210 mila a 182 mila tonnellate. Una chiara inversione di rotta che fa ben sperare per i trend futuri".
Cifre positive, dunque, che trovano conferma anche nella performance provinciale di medio periodo, che vede crescere la percentuale della raccolta differenziata dal 18,31% del 2006 al 22,05% del 2007, fino ad arrivare al 30,28% del 2008, e nella valutazione degli addetti ai lavori, come nel caso di Legambiente che ha premiato per i risultati raggiunti nella raccolta differenziata ben 12 comuni sotto i 10 mila abitanti della nostra provincia, su un totale di 33 facenti riferimento alle cinque regioni dell'Italia centrale. Praticamente più che l'intera regione Toscana.
Dal rapporto 2008, infine, emerge un ultimo dato, non meno rilevante, che dimostra come efficienti politiche di recupero e riciclo dei rifiuti risultino convenienti non solo alla tutela dell'ambiente, ma anche alle finanze dei comuni. Infatti, grazie alle disposizioni previste dalla legge regionale, i comuni che hanno raggiunto il 45% della raccolta differenziata potranno usufruire di significativi sconti sui costi del conferimento in discarica, recuperando importanti risorse che potranno destinare a migliori servizi.
Ancona, 31 luglio 2009
PS: BUONE VACANZE
Nadia
lunedì 20 luglio 2009
Le mozioni dei candidati
lunedì 13 luglio 2009
Il partito lo facciamo noi
venerdì 3 luglio 2009
Silvio alla roulette G8
di Denise Pardo
Prestigio internazionale. Futuro del governo. Tenuta del partito. Inchieste imbarazzanti. Per il premier il summit è la prova del fuoco. Tra declino e rilancio
Un'ipotesi è la mini staffetta. Spostare Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, al partito e sostituirlo con il triumviro Pdl Denis Verdini in rotta di collisione con Sandro Bondi. Gli scenari futuri su cui si sta applicando Silvio Berlusconi (e sui quali le varie 'correnti' tentano di convincerlo, ognuno portando l'acqua al proprio mulino) sono vari. Ma prima di scegliere la linea, la strada maestra e il tipo di regolamento dei conti c'è da superare la data chiave. Quella del G8. Il rischiatutto. Il riflettore mondiale acceso sul premier. La bilancia dove verrà pesata davvero l'entità del danno internazionale della sua immagine, dal Noemigate in poi. Ma che potrebbe anche rappresentare il nuovo punto di partenza di quella che viene chiamata dagli uomini del Cavaliere la 'fase due' del governo Berlusconi.
Al momento, tutto è cristallizzato fino alla prova del G8. Inutile porre questioni. Insensato fare domande sul futuro agli uomini del Popolo della libertà : aspettiamo il G8, è la risposta. Fino ad allora, la posta in gioco primaria è quella di superare la nottata. Dopo, ci sarà il tempo di ristabilire gli equilibri, di raffreddare i bollenti spiriti dei possibili congiurati e di depurare l'aria dei veleni interni diffusi a pieni mani. E anche di lavorare per ripristinare un'immagine decorosa del premier. Ora c'è solo da sperare che il vertice mondiale in Abruzzo, sotto il turno di presidenza dell'Italia, sia un evento privo di colpi di scena imbarazzanti e che spazzi via il terrorizzante spettro di un possibile replay dell'avviso di garanzia recapitato al Cavaliere a Napoli nel 1994 praticamente sotto gli occhi di Bill Clinton, allora presidente Usa. E del mondo intero.
Mentre il premier era in preda alla furia da giorni e giorni, Gianni Letta non ha tralasciato nessuna sede istituzionale per auspicare un G8 sereno. Per non parlare del gran lavoro del ministro degli Esteri Franco Frattini e della sua Farnesina. A sorpresa, e dopo una telefonata di buon compleanno berlusconiana, il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha chiesto una tregua nelle polemiche in nome del bene del Paese. Mentre dal procuratore di Bari Emilio Marzano arrivava la rassicurante affermazione che non era prevista nessuna audizione per il Cavaliere.
Lo stesso Berlusconi ha cominciato a viaggiare come una trottola, atterrando a sorpresa a Corfù per il vertice Nato-Russia. E avrebbe voluto fare capolino anche al summit dell'Unione africana in Libia, accanto a Gheddafi e al contestato leader iraniano Ahmadinejhad: poi la strage di Viareggio lo ha fermato. E al posto del plauso internazionale ha incassato una pioggia di fischi 'comunisti'. Nei momenti più caldi dell'inchiesta di Bari, nel pieno delle rivelazioni di escort dalla memoria e dalla lingua lunga e della pubblicazione fotografica degli sbarchi a Villa Certosa di barconi con avvenenti 'clandestine', nel più stretto entourage del Cavaliere si è persino arrivati a tentare l'asso Veronica.
Riuscire a farle dire una parola. A farle fare un'apparizione: questo era il sogno a dir poco audace, l'ipotesi più suggestiva. Poi, nuove interviste e dichiarazioni ostili all'inquilina di Macherio hanno mandato per aria i primi, timidi approcci degli emissari. La grande paura del Cavaliere era la possibile diserzione delle first lady. La cui lettura sarebbe stata devastante visto il momento e la disinvolta, a dir poco, compilation femminile intorno al presidente del Consiglio. Si sarebbe trattato di una chiara presa di posizione, di un pubblico e mondiale ludibrio: nulla di nuovo rispetto ai romanzi di William Thackeray, quando nei salotti le donne voltavano le spalle ai protagonisti. Questo era ed è tutto quello che serve, ancora, per diventare immediatamente dei paria. Non parliamo poi di chi voleva passare alla storia come il Napoleone d'Italia, come l'erede di Alcide De Gasperi, come lo statista del secolo.
In ballo con il G8, dunque. In ballo ma forse, si sospira speranzosi nel team più stretto del premier, in salvo. Il G8 è sì il vertice rischiatutto. Ma anche il possibile corridoio per sventare l'eventualità di una crisi. O se non altro per rimandarla. Certo è che l'ombra del grande vertice ha portato i potenziali e sospettati complottisti a ribadire pubblicamente da una parte la forza delle alleanze, e dall'altra la fedeltà al capo. A Madrid, Gianfranco Fini, ospite della fondazione di José Aznar, ha sottolineato quanto la maggioranza sia ampia e solida di fronte alla stampa spagnola, compreso quell''El Pais' che aveva pubblicato le foto del premier ceco Mirek Topolanek come mamma l'ha fatto e in dolce compagnia nel luna park di Villa Certosa. E pazienza se nello stesso giorno la rivista online di Farefuturo, la fondazione finiana, recensendo un libro americano sul culto dei leader, ha parlato di modello Caligola: "Il presidente della Camera non c'entra niente", hanno sostenuto i suoi uomini alle rimostranze di quelli di Berlusconi (che era a dir poco fuori di sé dalla rabbia).
Meno di ventiquattr'ore prima, c'era stata la performance di Giulio Tremonti, che aveva bollato la possibile tenuta e durata di un governo tecnico, conseguenza di ipotetiche dimissioni del Cavaliere ("Durerebbe meno di uno yogurt"). Nota curiosa: lo scenario delle sue dichiarazioni era lo stesso in cui Massimo D'Alema aveva parlato di "scosse al governo". Proprio la trasmissione 'In mezz'ora' di Lucia Annunziata che aveva fatto nascere nel Cavaliere il sospetto del complotto. Con la sua presenza e le sue affermazioni, Tremonti sottolineava il suo ruolo di garante del governo. Soprattutto alla vigilia del G8, dove il ministro dovrebbe portare il progetto di una piattaforma di regole economiche ed etiche. In molti si sono domandati: il messaggio era diretto a Berlusconi (che aveva fatto sapere di gradire) o al governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, altro possibile complottista, suo competitor? E non proprio la tazza da tè preferita dal premier per la deplorevole frequenza con cui pronuncia due parole proibite a Palazzo Chigi: "Crisi economica".
Per non parlare del fatto che, a pochi gioni dal G8, Draghi, dopo la presentazione del 'Rapporto sull'economia dell'Abruzzo nel 2008', ha avuto l'impertinenza di fare una visita alla tendopoli di Piazza d'Armi a L'Aquila, la più gremita, intrattenendosi con gli sfollati con l'atteggiamento di un leader politico.
E persino Gianni Letta, al primo posto dei papabili successori sia per Palazzo Chigi che per il Colle, da premiato dall'Amalfi Media Coast Award, ha sottolineato: "Non sono un uomo politico. Sono un uomo delle istituzioni". Anche se qualcuno ha domandato malizioso: "E cosa c'è di più istituzionale di Palazzo Chigi e del Quirinale?".
Tutto è rimandato al dopo G8. Nella bufera e in preda all'ira per le note vicende, il Cavaliere non ha deciso se e come affrontare i mal di pancia all'interno del partito (c'è chi dice che, comunque, il suo unico interesse sia solo la salvaguardia dell'azione del governo). Ma intanto le pubbliche prove di fedeltà, almeno temporanee, gli sono arrivate. Certo, non bastano a tranquillizzare del tutto il Cavaliere. Fino a quando non supererà indenne il vertice, non si sentirà perfettamente in sella. Solo mettersi al centro delle strategie dei grandi della Terra può rappresentare, almeno sulla scena internazionale, il suo bagno nel Gange. Fugato dalle conferme ufficiali anche il timore di defezioni da parte di qualche leader del G8, rimangono altre incognite. Quelle legate a un'impennata dell'inchiesta di Bari con nuove rivelazioni poco edificanti, ma anche alla gestione delle conferenze stampa con i giornalisti stranieri presenti al G8. I media esteri sono la sua spina nel fianco. Soprattutto perché nessuno finora è stato in grado di assicurargli un embargo stampa sulle domande compromettenti alle quali in patria ancora non ha risposto
(02 luglio 2009)
mercoledì 24 giugno 2009
iscrivetevi anche voi al PD e insieme cambiamo il partito
In questi giorni non c’è luogo democratico dove non si discuta del prossimo segretario. Il dalemiano, il veltroniano, la terza via, Debora Serracchiani tirata per la giacchetta da tutti per attirare e “accontentare” il rinnovamento (non i giovani, badate bene), Ermete Realacci, Marino in ticket con Finocchiaro, la Binetti magari in ticket con Pannella, i Piombini (di cui voglio premettere mi sento parte) in formato Repubblica dei filosofi anche loro ogni giorno dati di qua o di là.
In ogni corridoio dirigenziale cosi come nei circoli, nella mailing list, su Facebook e sui blog.
Tutti quanti stiamo cadendo nel solito giochino: un nome, una faccia, magari due.
Il tutto condito con sguardi all’UDC o Sinistra e Libertà in un delirio privo di idee e di programmi. Ha ragione Eugenio Scalfari: prima il PD decida cosa vuole essere, poi in base a questo si guardi intorno. Sembra che vogliamo essere qualcosa in base alla nostre alleanze. Più moderati (in realtà molto estremisti su certi temi) con l’ UDC, più laici e di sinistra con Sinistra e Libertà (ma sarà poi vero?).
La vera questione politica che nessuno affronta è: quale partito per quale paese. Ad oggi non mi è chiara la differenza tra Marino e Bersani e Franceschini. Quali le loro posizioni? Quale il loro programma? Quale il loro partito?
Dall’alto si cerca l’accordo per paura della discussione. Dal basso si cerca la rottura o comunque la riflessione, per il rinnovamento.
Nessuno ricorda che solo un anno fa nel Partito Democratico americano un uomo nero e una donna bianca si sono sfidati a colpi di coltello per la candidatura alla Casa Bianca. Hillary Clinton data per vincente perché candidata di apparato. Barak Obama forte di un consenso tra gli elettori.
Sappiamo tutti come è finita. Alle primarie all’ultimo sangue - con confronti su tutto dall’economia alla politica estera fino a quale forma di riconoscimento per le coppie gay - vinse Obama. Obama divenne il candidato di tutti i democratici ed ora è il Presidente di tutti gli americani. Questo dovrebbe insegnarci che lo scontro, quando è di idee e di programmi, non è da temere, perché è solo nella discussione profonda che nasce una linea chiara e da tutti condivisa.
Ma chi deciderà? Gli iscritti? Se fosse così sapranno gli iscritti interpretare ciò che gli elettori e quindi gli italiani si aspettano da noi?
L’unica battaglia, fortissima, che farei oggi, se fossi il segretario e che farò da militante di questo partito è convincere la maggior parte dei nostri elettori a farsi la tessera del PD, per poter incidere nel processo creativo e decisionale.
Tornare allo spirito democratico significa spingere affinché davvero questo partito torni ad appartenere ai suoi proprietari: gli elettori. Gli italiani.
Lanciamo un’OPA, sì. Caro elettore. Iscriviti al PD. Entra nei circoli e partecipa alla discussione e quindi alla decisione. Al Lingotto dirò questo. Anche questo.
di Cristiano Alicata
www.unita.it
sabato 20 giugno 2009
DOV’È IL TELECOMANDO?
Questa era la domanda che mi ponevo alla fine di un primo consiglio comunale brutto e brevissimo. Poi ho capito. Il telecomando non c’è. Non serve un congegno a distanza, visto che il neosindaco Coppari è un parto, un clone perfetto del vecchio sindaco Ballante. Chissà se era quello il senso del fiocco azzurro esposto sul cancello (!) dello studio legal-sindacale di Corso del Popolo 49/A! In perfetto stile ancien régime non è stato possibile ad alcuno pronunciare parola, e la risolutezza con cui è stata negata, a chi tentava di chiederla, è stata maleducatamente sottolineata dagli applausi della solita sgangherata claque di fauna avicola varia. Sappiano allora, il neosindaco transgenico Coppante e la sua claque, che il Consiglio Comunale è il luogo della discussione e non (solo) della presa d’atto di decisioni maturate altrove. Sappia allora, il neosindaco transgenico Coppante, che prima o poi dovrà rispondere, fra le altre e tanto per esemplificare, alla domanda su dove abbia sotterrato il suo senso del pudore assegnando l'assessorato all’urbanistica, con annesse edilizia pubblica e privata, a una signora con un fratello costruttore. E noti, il transgenico, che ho parlato di pudore e non di etica, sostantivo quasi sconosciuto alla professione avvocatizia, ed evidentemente ignoto a Corso del Popolo 49/A.
mercoledì 17 giugno 2009
Referendum: Io voto SI!
Intervista a Giovanni Guzzetta, Presidente del Comitato promotore dei
referendum elettorali
A cura di Tina Giunta e Nicolle Purificati
1. Perché una riforma elettorale tramite il referendum?
L'approvazione della legge elettorale (l. n. 270 del 2005) è stata accompagnata, sin dall'inizio, da numerose critiche, delle quali, tuttavia, nessuno è riuscito a farsi carico. Le proposte di miglioramento da tutti auspicate, non hanno trovato riscontro nei dibattiti parlamentari.
Lo strumento referendario, dunque, sembra l'unico in grado di raggiungere il duplice obiettivo di modificare, in senso migliorativo, la legge ed al contempo riaprire il relativo dibattito, anche in vista di un eventuale
intervento legislativo. Si tenga presente, inoltre, che le uniche modifiche sistematiche delle leggi
elettorali e del sistema politico centrale sono state sempre approvate per via referendaria (con i referendum del 1991 e del 1993).
Il primo quesito riguarda l'abrogazione delle coalizioni (approfondimento
<http://www.referendumelettorale.org/documenti/presentazione.htm> ).
tra liste. In caso di esito positivo la conseguenza sarebbe che il premio di
maggioranza verrebbe attribuito solo alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. E, di conseguenza, verrebbero innalzate le soglie di sbarramento, che sarebbero ad
essere del 4% per l'accesso alla Camera e dell'8% per essere rappresentati in Senato.
<http://www.referendumelettorale.org/documenti/presentazione.htm> ) è
relativo al divieto di candidature plurime in più di una circoscrizione per
uno stresso candidato.
Esso mira a colpire l'ulteriore aspetto di scandalo rappresentato dalle
candidature multiple e dalla cooptazione oligarchica della classe politica.
L'eletto in più circoscrizioni, cd. "plurieletto", è infatti signore del
destino di tutti gli altri candidati, la cui elezione dipende, appunto, dal
fatto che egli, scegliendo uno dei seggi che ha conquistato, lascia liberi
gli altri. Il fenomeno descritto è oggi di dimensioni tali che non sembra
inopportuno parlare di una vera e propria patologia del sistema. Basti
pensare che ben 1/3 dei parlamentari attualmente in carica sonop stati
"eletti" per grazia ricevuta. Tutto ciò induce inevitabilmente ad
atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei
cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura
della funzione parlamentare. Per questa ragione è auspicabile l'eliminazione
- sempre mediante referendum - della facoltà di candidature multiple sia
alla Camera che al Senato.
4. Quali sono i motivi ispiratori della proposta referendaria?
Unità e trasparenza.
Quanto al primo obiettivo, il sistema elettorale risultante dal referendum spingerebbe gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase preelettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche ed incentivando una significativa ristrutturazione del sistema partitico. Si aprirebbe, per l'Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica, con conseguente eliminazione della
frammentazione dentro le coalizioni.La proposta referendaria va incontro, inoltre, ad un'esigenza di trasparenza, la quale è realizzabile tramite l'eliminazione della facoltà di candidature plurime sia alla Camera che al Senato.
il referendum?
L'approvazione del referendum produrrebbe un radicale rinnovamento dell'attuale sistema elettorale - e, attraverso quello, del sistema politico - in grado di assicurare all'intero contesto politico più trasparenza, agli schieramenti più unità, ai cittadini più opportunità di spendersi per far valere le proprie capacità e meriti. L'eliminazione del frazionismo e dello
sbriciolamento della rappresentanza, garantirebbero una ristrutturazione profonda del sistema dei partiti. I quali sono sempre più avvitati su se stessi e stentano ad operare qualsiasi ricambio. Selezionano le proprie classi dirigenti in base a criteri poco trasparenti che spesso non hanno nulla a che vedere con il merito, le capacità o la passione disinteressata. I partiti, inoltre non riescono a realizzare l'unità negli schieramenti, con una strisciante, continua guerra di posizione ed uno scontro di paralizzanti veti incrociati, all'interno delle coalizioni. I partiti sono divisi e l'attuale legge elettorale ha ancor più esasperato le tendenze alla divisione e alla frammentazione. Tutto ciò è un freno per il cambiamento e impedisce di realizzare politiche ambiziose che migliorino effettivamente la nostra qualità di vita di
cittadini comuni. L'auspicio è quello di partiti aperti, sensibili ai flussi di novità che
provengono dalla società e più capaci di resistere alle pressioni degli interessi consolidati. Partiti responsabili, capaci di realizzare obiettivi, di innovare, di inventare il cambiamento.
Partiti dinamici, che non cedano alla tentazione di ripiegarsi su se stessi, di diventare oligarchie autoconcluse sorde al futuro.
Per ciò crediamo che ci sia un modo migliore di scegliere i parlamentari, evitando cosi' che centinaia di essi siano nominati per grazia ricevuta da
chi già è stato eletto. Per ciò crediamo che gli attuali partiti debbano rimettersi in gioco e
reinvestire le proprie tradizioni in qualcosa di più grande e di più coeso: soggetti unitari che si candidino a guidare il Paese, impiegando il proprio tempo nella realizzazione degli obiettivi promessi.
alleerebbero in un grande listone per poi dividersi dopo le elezioni.
L'obiezione muove dall'assunto che i sistemi elettorali siano del tutto ininfluenti sui comportamenti dei partiti e degli elettori. I partiti italiani, in particolare, troverebbero il modo di "aggirare l'ostacolo" unendosi fittiziamente per poi ridividersi dopo. Come dire: fatta la legge trovato l'inganno. Tuttavia, gli studiosi sono concordi nel ritenere che i sistemi elettorali non siano assolutamente irrilevanti sul modo in cui si strutturano il
sistema dei partiti ed i comportamenti elettorali. Si può discutere sul tasso di incidenza delle regole, ma nessuno ha mai messo in dubbio la connessione tra regole e politica. Penso che ormai il modello delle democrazie avanzate in cui due principali soggetti si contendono la guida politica del paese - fermo restando uno spazio per partiti minori non coalizzabili - sia ormai interiorizzato anche in Italia Trovare sulla scheda 15 simboli di partito per una sola coalizione (della quale manca, peraltro simbolo, nome, e leader) è cosa ben diversa che trovare un simbolo unico, un nome solo, l'indicazione di un solo candidato a Primo Ministro. Certo, i partiti potranno sempre "sganciarsi" dopo.Soprattutto fin quando non introdurremo in Italia regole come quelle tedesche che interpretano il principio del libero mandato parlamentare in modo meno trasformistico. Ma quali saranno i costi politici di rompere un'aggregazione suggellata da elettori che hanno votato il "tutto" e non le
singole parti? Non solo, ma l'assenza dei simboli dei singoli partiti impedirebbe loro di potere censire il proprio consenso. Il che non è di poco conto, perché li priva del potere di ricatto per così dire "certificato".
Il referendum, in definitiva, massimizza i costi politici delle divisioni e riduce la litigiosità,
Gli elettori, infine, hanno già dimostrato in diverse occasioni che vogliono
unità, sintesi, visione univoca. E che sono disposti a premiare - la lista dell'Ulivo docet - chi riesce a trasmettere questi valori.
7. Il referendum non è contro i piccoli partiti e contro il pluralismo?
Questo referendum non è contro nessuno. E, soprattutto, non è contro il pluralismo. Semmai è per un'Italia moderna e dinamica. L'obiettivo di indurre diversi soggetti politici a fondersi in grandi partiti non impedisce alle istanze minoritarie di avere un loro ruolo all'interno degli stessi. In tutte le grandi democrazie, anche laddove a contendersi la possibilità di governare sono soltanto due o tre partiti, sono presenti anime e correnti diverse all'interno di essi. Il fatto poi che si scoraggi il multipartitismo
estremo non è da biasimare. È sin dall'epoca dell'Assemblea costituente,
infatti, che si deprecano l'instabilità e la frammentazione dei governi di
coalizione.
Il sistema elettorale che risulterebbe dall'approvazione dei quesiti
referendari è una sfida per tutti i partiti, grandi e piccoli. Questi ultimi, in particolare, si troverebbero a dover scegliere se difendere le proprie istanze all'interno di partiti più ampi, arricchendo, in un processo di sintesi, l'identità degli stessi, ovvero concorrere autonomamente nelle elezioni, cosa che rimarrebbe comunque possibile, previo superamento delle soglie di sbarramento (del 4%e dell'8%). Sarebbe, in altre parole, comunque garantito a chi decidesse di competere al di fuori dei partiti unitari la possibilità di un ampio "diritto di tribuna".
Lo strumento referendario, per sua natura, non può introdurre nuove leggi, ma soltanto abrogare singole norme di leggi già esistenti. E se si riesce a far ciò in modo tale che la c.d. normativa di risulta sia migliore della precedente, può forse parlarsi di "ingegneria costituzionale", ma la definizione non sarebbe affatto offensiva. Basti, in tal senso citare, l'incipit di un saggio di Sartori (Ingegneria
costituzionale comparata): "Bentam disse una volta che i grandi 'motori' (engines) della realtà sono la punizione e il premio. E sicuramente 'ingegneria' (engineering) deriva da engine. Mettendo assieme metafora e etimologia, sono arrivato a 'ingegneria costituzionale' per rendere l'idea, primo che le costituzioni sono qualcosa di simile a macchine o meccanismi
che devono 'funzionare' e che devono dare comunque risultati; e, secondo, che è improbabile che le costituzioni funzionino a dovere (come dovrebbero), a meno che non impieghino i 'motori' di Bentham, e cioè punizioni e premi."
Se con l'espressione "ingegneria costituzionale", cioè, si allude alla circostanza che, mediante, la c.d. "tecnica del ritaglio" si interviene sulla legge elettorale ricavando, legittimamente, un sistema migliore di quello vigente, non mi dispiace affatto essere considerato un ingegnere costituzionale.
9. È giusto esautorare il Parlamento in una questione così delicata?
Il Parlamento non viene affatto esautorato. Il referendum è strumento nella disponibilità del corpo elettorale per esercitare un'azione abrogativa sulle leggi, ma ciò non toglie che l'organo legislativo resti pur sempre e pienamente titolare del potere di disciplinare le materie che ne formano oggetto, nel caso di specie il sistema elettorale. Piuttosto, tale strumento di democrazia diretta si dimostra idoneo a stimolare il dibattito politico sull'argomento, con la possibile conseguenza, addirittura, di propiziare un eventuale intervento legislativo, e non già di tagliare fuori il Parlamento.
Certo, se il Parlamento non sarà in grado di fare una buona riforma e rimarrà paralizzato da veti incrociati, dovremo dire grazie al cielo che c'è
lo strumento del referendum. Aggiungo che questo referendum ha la pretesa di intercettare una spinta al
cambiamento al già esistente nella società. Il processo di aggregazione nel Partito democratico e la e la prospettiva della nascita del Partito dei
moderati sono il segno che l'attesa di unità è molto forte nella società. Il referendum è uno strumento per dar voce a questo desiderio.
10. Quindi il referendum non riguarda solo la legge elettorale?
No, il referendum esprime un'idea della politica e della società, come società aperta e fondata sulla competizione, sulle qualità, sulla valorizzazione dei meriti e delle opportunità. Una società in cui ogni cittadino si possa sentire artefice del proprio destino.