martedì 11 dicembre 2007

è giusto protestare così?

Con il rischio che l'Italia si blocchi a causa dello sciopero vi propongo questa riflessione di Massimo Giannini, scritta su Repubblica:

Dopo i taxi, i Tir, l'Italia è ancora una volta ostaggio delle minoranze corporative. L'inconsistenza delle classi politiche alimenta ed esalta l'arroganza delle categorie sociali. Manca un disegno collettivo, manca l'idea di un interesse generale. In questa "mucillagine", per usare una felice espressione del Censis, ogni rivendicazione, anche la più selvaggia, anche la più violenta, diventa possibile. Può anche darsi che gli autotrasportatori che dividono in due la Penisola, forse, tra tanti torti abbiano anche qualche ragione. Ma quello che non è accettabile è che, per farla valere, minaccino i colleghi più "moderati", e soprattutto paralizzino un'intera nazione, scaricando il costo della loro vertenza sul resto del Paese. Bloccando le autostrade, facendo mancare gli approvvigionamenti di carburante, di pane, latte e altri generi alimentari.
Ha perfettamente ragione Romano Prodi, quando esprime la sua più totale "riprovazione" per certi metodi, che al posto della sana concertazione privilegiano il conflitto sistemico. Ed ha perfettamente ragione chi invoca la precettazione, visto che i blocchi stradali sono una violazione aperta delle norme di legge.

Il problema è che, troppo spesso, questi comportamenti irresponsabili pagano: in Italia un tavolo non si nega mai a nessuno. Lo dimostra ancora una volta l'epilogo della Vandea dei tassisti romani: caso unico al mondo, una categoria che esce da un provvedimento di "liberalizzazione" spuntando un aumento di tariffe del 18%.
E invece, con chi tiene sotto ricatto la collettività, non si dovrebbe mai trattare. Non c'è bisogno di scomodare la Gran Bretagna di Margareth Thatcher, che al tempo delle lotte durissime dei minatori inglesi ripeteva "niente birra e panini al numero 10 di Downing Street". Basta guardare alla Francia di Sarkozy, che ha retto l'urto dei ferrovieri e degli autotrasportatori per un'intera settimana. Alla fine hanno ceduto loro. E solo a quel punto hanno trovato udienza a Palazzo Matignon.

Voi cosa ne pensate?
Nadia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come la penso? Ho letto un interessante articolo di Sergio Rizzo sul Corsera dal titolo "AUTOTRASPORTATORI, QUEI CILENI DI CASA NOSTRA" che riassume bene il mio pensiero e soprattutto mette in luce un aspetto che non conoscevo. Vi consiglio di leggerlo, metto il link: http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_12/camionisti_cileni_rizzo_cef27686-a87e-11dc-8e86-0003ba99c53b.shtml
Lo sciopero ci tocca da vicino. A proposito conoscete un distributore che ha ancora gasolio? Non so se arrivo a venerdì!
Buona giornata
Eleonora

Anonimo ha detto...

mi ritengo fortunata: prendo l'autobus e stamattina gli autisti hanno scongiurato tutti i pericoli.
Comunque questo sciopero ha dimostrato come sia fragile il nostro sistema e come il trasporto privato sia ormai insostenibile.

PS: Voci di corridoio (dell'autobus) dicevano che il distributore IS della zona industriale ha i camion di proprità e quindi provvedeva da solo ad andarsi a prendere la benzina a Falconara.

Prova li
Nadia