lunedì 8 marzo 2010

Torniamo a parlare di sanità

 

Non lasciamo cadere l'argomento e la nostra proposta di casa della salute.
Vi aspettiamo lunedì 15 marzo, presso il cinema Torquis di Filottrano, per valutare l'argomento e capire quale sia la risposta migliore per le esigenze della nostra città.

La partecipazione della cittadinanza non solo è gradita ma è fondamentale.
Parteciperà anche Marco Luchetti, presidente della V commissione consiliare della Regione Marche
Vi aspettiamo!

10 commenti:

Flavio ha detto...

Giro di vite ai permessi per l'handicap. E part-time più difficile per gli statali
di Felicia Masocco -l'Unità di oggi-

Stretta ai permessi per assistere i disabili e part-time più difficile per i dipendenti pubblici, anzi per le dipendenti visto che nell’85% dei casi sono le donne a ricorrere al tempo parziale e il perché è fin troppo logico. Lo prevede il «collegato lavoro», la legge approvata mercoledì scorso di cui si è parlato per via dell’articolo 18, ma che evidentemente taglia molti altri diritti a chi lavora.

Cambiano e diventano più restrittive le norme per ottenere un permesso per assistere un familiare disabile. La norma riguarda tutti i settori, pubblici e privati, ma nel mirino del ministro Renato Brunetta c’è il pubblico impiego. I dipendenti pubblici ricorrono a questi permessi 6 volte più dei colleghi il che può celare un abuso nel pubblico, (e una difficoltà a ottenerli nel privato). In ogni caso invece di punire l’abuso e i furbi, si puniscono tutti indistintamente.

Potranno ottenere il permesso previsto dalla legge 104 del 1992 i parenti fino al secondo grado (fratelli, cognati, nonni e nipoti). Gli altri non potranno più averlo, a meno che i coniugi o i genitori dell’assistito siano ultra 65enni. Un altro importante cambiamento riguarda “l’assistenza multipla” che viene cancellata: per ogni disabile solo una persona potrà ottenere i permessi della 104. Eccezion fatta per i coniugi che devono assistere un figlio: potranno dividersi il permesso, o lo usa il padre o la madre. È stata infine cancellata la norma relativa alla possibilità di assistere in modo «continuativo ed esclusivo» un figlio maggiorenne e convivente.

«È una stretta incomprensibile», commenta il segretario di Fp-Cgil Carlo Podda, «come sempre Brunetta pretende con la legge di imporre a tutti quello che invece andrebbe imposto solo a chi sbaglia e con un rigido sistema di controlli: “colpirli tutti per educarne qualcuno”, potrebbe essere il suo motto». Gli abusi di permessi e congedi andrebbero, per il sindacalista, contrastati con i controlli», non «limitando i diritti, visti come la fonte stessa del problema».

Il collegato cambia anche le norme sul part-time (solo nel pubblico impiego): la richiesta di lavorare a tempo parziale può essere respinta se crea problemi al funzionamento degli uffici. E tutti i part-time in essere possono essere rivisti e negati. Così, mentre il ministro del Lavoro, Sacconi, annuncia un tavolo per rendere più flessibile l’orario di lavoro per le donne e consentire una maggiore conciliazione con casa e famiglia, il suo collega Brunetta rende più difficile la vita alle donne che negli uffici pubblici hanno chiesto il part-time. Il ministro rigetta le critiche, ma smentendo conferma: con le nuove norme si impedisce «finalmente a tanti furbi di portare avanti un ignobile “mercato” dei vecchietti acciaccati da accudire (sulla carta) a centinaia di chilometri di distanza, senza alcun controllo», dice. Ecco, appunto, senza alcun controllo.
09 marzo 2010

Flavio ha detto...

Dalla Cei viene un monito affinché non sia dato il voto a chi è favorevole all’aborto: piano con le conclusioni, perché la Cei non ce l’ha con noi, con la sinistra, con la linea strategica portata avanti con coraggio da moltissime donne nel nostro paese. Perché, pensiamoci, nessuno di noi e men che meno la legge attiva in Italia in materia è favorevole all’aborto. Nessuna simpatia nei confronti di una pratica dolorosa, fisicamente e psicologicamente. Nessun favore nei confronti di un percorso che impedisce, in generale, ad una vita di esprimersi. Solo un tentativo responsabile e misurato affinché sia impedito a una donna incinta con gravi problemi di affidarsi alle «cure» di un sistema «riparatore» sepolto, inaffidabile, costoso e classista. Affinché una gravidanza non sia una condanna in un senso o nell’altro della donna che ne porta il carico. Per questi motivi ci chiediamo a chi, secondo la Cei, non si dovrebbe dare il voto scremando dalle urne chi è favorevole all’aborto. O voleva dire semplicemente «votate Polverini»?

Flavio ha detto...

Pesante frase del presidente del Consiglio durante il comizio al Lingotto
La candidata: "Una battuta indecente". E ironizza sul trucco del Cavaliere
A Torino la gaffe del premier sulla Bresso
"Si guarda allo specchio e si rovina la giornata"
di MARCO TRABUCCO

A Torino la gaffe del premier sulla Bresso "Si guarda allo specchio e si rovina la giornata"
TORINO - L'ennesima gaffe di Berlusconi questa volta ha come vittima Mercedes Bresso, presidente del Piemonte e candidata del centrosinistra per le prossime regionali. Al Lingotto, nel comizio organizzato per dare l'ultima spinta al "suo" candidato, il leghista Roberto Cota, il Cavaliere si lascia andare ad una battuta di dubbio gusto: "Sapete perché - dice - Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata".

Bresso, lei cosa risponde?
"Verrebbe da dire che è solo una battuta mal riuscita, per due motivi: prima di tutto perché, per la verità, io sono sempre di buon umore, è difficile trovare una mia foto in cui non sia sorridente. E poi perché quanto a trucco, ne uso poco, ne ho meno bisogno di Berlusconi. Sono più giovane e meglio conservata, anche senza lifting. Certo, a parte gli scherzi, sono sempre più esterrefatta dell'indecente qualità della loro campagna elettorale".

Cos'è che la stupisce?
"Siamo all'uso della menzogna e della diffamazione come strumento di lotta politica. La Lega, come ho già detto, rappresenta oggi quello che in passato è stato il fascismo nascente, quando appunto l'atteggiamento era di diffamare l'avversario per giustificarne l'annientamento. Siamo per fortuna, ancora su livelli dilettanteschi: ma preoccupa l'alleanza Berlusconi-Lega perché lui è il populista ricco che controlla i media, loro sono il braccio armato. Un cocktail pericoloso".

Su cosa mentono in questa campagna elettorale contro di lei?
"Sul fatto che io sarei, o sarei stata, contro la Tav: sono sempre stata a favore, da vent'anni mi batto perché sia costruita. Non è un caso che proprio oggi i No Tav si siano inventati un falso filmato in cui io avrei insultato una loro anziana militante. L'hanno fatto contro di me, non contro Cota. Poi c'è la questione sanità: anche il ministero dice che il Piemonte è la regione che più ha migliorato i suoi conti. Loro continuano invece sparare cifre assurde di deficit".


Non sarà che Berlusconi si è offeso perché, come ha ricordato anche al Lingotto, lei a Roma si è fatta vedere poco?
"Un'altra bugia: con Berlusconi ci siamo visti una valanga di volte. L'ultima la ricordo bene perché, raccontando la solita barzelletta, firmò con me l'accordo per realizzare decine di infrastrutture in Piemonte: tra le quali c'era anche la Tav, i 200 milioni che lo Stato dovrebbe darci per la prima parte dell'opera. Soldi mai arrivati. Comunque sono io che spero proprio di non vederlo più: mi auguro che la sconfitta che arriverà tra una settimana alle elezioni regionali, lo spinga alle dimissioni. Guardi, adesso mi hanno portato le foto di lui, al Lingotto sul palco: ecco queste sì sono immagini che viste la mattina potrebbero farmi passare il sorriso".

pensatore libero ha detto...

Guardi sig. Flavio, purtroppo sul tema c'è un sacco di strumentalizzazione, basterebbe andarsi a rileggere il testo integrale
(ecco il link
http://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/allegati/11177/ProlusioneCEP22032010.pdf)
della prolusione per rendersi conto che il Cardinal Bagnasco non ha parlato solo di aborto, ma del modo in cui la Chiesa e i cittadini si dovrebbero Riconciliare con Dio e con la Verità.
Il richiamo che il Cardinale Bagnasco ha fatto è quello del più grande rischio in cui incorre la nostra società: l'essere insensibili al dolore, alle violenze o ai drammi.
Ormai oggi immersi in questo relativismo etico incredibile, ci fanno passare immagini, messaggi, notizie e quant'altro ci lasciano quasi indifferenti.
E' contro questa indifferenza che la Chiesa cerca di dare dei messaggi forti.
Il resto è strumentalizzazione politica.

pensatore libero ha detto...

Altro aspetto del tema aborto che merita di essere approfondito e che i nostro giornali fanno finta di non sapere, è che la grande riforma sanitaria di Obama che sta per essere approvata, passerà per un semplice ed innegabile motivo, ovvero che sono state date delle garanzie al mondo cattolico contro le leggi che prevedevano finanziamenti alla sanità pubblica per le interruzioni di gravidanza.
Quindi il tema ha una notevole rilevanza e dimostra che i cittadini sono molto sensibili sul tema della vita, intesa dal concepimento fino alla morte.

Anonimo ha detto...

A volte le rettiche le precisazioni, del giorno dopo, sono come le toppe: peggiori del buco, Avanti così le "Messe" se le suoneranno e se le canterrano da soli. Le "prediche" dovranno subirle anziché farle.

Flavio ha detto...

Il direttore Concita De Gregorio
23/03/2010 pane e acqua

Qualche volta mi è capitato di dimenticare le rette scolastiche. La mensa, soprattutto. Quando i figli sono tutti piccoli, bollettini diversi scadenze diverse: le portano a casa negli zaini dicono mamma tieni, uno appoggia distratto il pezzo di carta sulla mensola, poi magari non si trova più, si perde in mezzo ad altre carte. Si paga in ritardo, con la penale, senza decreti ovviamente, e finisce lì. La prossima volta si sta più attenti. Non si pensa mai - e questo dipende dal fatto, credo, che siamo cresciuti, la mia generazione è cresciuta in un Paese dove la scuola pubblica specie quella elementare era fantastica, la cura dei bambini un bene superiore condiviso - che le colpe dei padri possano ricadere sui figli. C'entrano anche certi insegnamenti primari, certo, tipo questo. Perciò non succede niente, se un padre dimentica di pagare una retta di certo la scuola farà in modo che il bambino non sia neppure sfiorato da un pensiero che non saprebbe concepire. Se - più grave, più triste - i genitori non possono, invece, pagarla, la scuola - il comune, l'ente pubblico, lo Stato - si fa carico della debolezza dei grandi e protegge i piccoli. È ovvio che quando i bambini si siedono a tavola, a mensa, devono avere nei piatti tutti la stessa pasta al sugo. Non c'è nemmeno bisogno di spiegare perché. Perciò ci saranno cose più gravi ma mi dispiace, non riesco a pensare ad altro che a quei nove bambini che lunedì si sono seduti ai piccoli tavoli spostando le piccole sedie, hanno aspettato che arrivasse come ogni giorno la signora con carrello e hanno visto la pasta nei piatti degli altri, il pane nel loro. Scuola elementare di Montecchio Maggiore, provincia di Vicenza. Il comune (Lega, Pdl) aveva avvisato: questa la spiegazione. Sette bimbi stranieri, due italiani: pane e acqua. Riuscite a immaginarvi di avere sei anni, sedervi a tavola coi compagni, vedervi porgere un pezzo di pane, la pasta nei piatti degli altri e i loro sguardi su di voi? Sentire il compagno che chiede «perché tu mangi il pane», e non sapere cosa rispondere? Provate ad andare a ritroso negli anni, a mettervi in quelle scarpe e quei grembiuli: che cosa fareste? Piangereste, restereste in silenzio, mangereste il panino, dareste una spinta al compagno rovesciando il piatto? Ma che paese siamo diventati? Ma cosa ci è successo? Ma come è possibile che abbiamo smarrito persino l'istinto a tutelare l'innocenza, la cura dello sguardo di un bimbo, il suo valore? Cosa ci stiamo a fare, di cosa parliamo se non sappiamo sentire e insegnare questo? Da dove possiamo ripartire se non da qui?


Il resto, tutto il resto, ne consegue. Mille posti in meno alla Fiat, altre mille famiglie che presto non potranno pagare le rette. Andate a cercare la notizia nei giornali, nei tg. Cercate bene, poi fateci sapere. A qualcuno interessa se da domani ci saranno mille posti di lavoro in meno? Non tocca mai a noi, non è vero? Sono storie di poveri, una minoranza. E se nostro figlio è compagno di banco e di classe dei nove a pane e acqua alla fine sarà meglio cambiargli scuola, che magari poi fa domande a cui non sappiamo rispondere. È così imbarazzante sentire i bambini che domandano perché. Diamogli la play station, così stanno zitti.

Anonimo ha detto...

Usa, abusò di 200 bambini. Il Nyt: «Il Papa e Bertone lo coprirono»

La salute precaria di padre Murphy e la mancanza di nuove accuse nei suoi confronti sono stati elementi determinanti nella decisione di non punirlo. È quanto ha commentato al New York Times il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, riferendosi al caso di pedofilia, rivelato dallo stesso giornale, che ha coinvolto un prete del Wisconsin e almeno 200 bambini sordi. Un caso che, secondo documenti ottenuti dal New York Times, il cardinale Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, e il cardinale Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato Vaticano, preferirono non rivelare.

Padre Murphy, è detto in un comunicato di Padre Lombardi citato dal New York Times, ha certamente abusato di bambini «particolarmente vulnerabili» e violato la legge. Si tratta di «un caso tragico», ha aggiunto.

Lombardi ha però sottolineato che il Vaticano è stato messo a conoscenza del caso solo nel 1996, anni dopo la fine delle indagini. Sui motivi per i quali padre Murphy non sia mai stato punito riducendolo allo stato laicale, il portavoce ha risposto che «il diritto canonico non prevede punizioni automatiche».

Ha quindi aggiunto che la precaria salute di padre Murphy e la mancanza di nuove accuse nei suoi confronti sono stati elementi determinanti nella decisione. Padre Murphy è morto nel 1998, due anni dopo che il Vaticano venne a conoscenza del caso.

Anonimo ha detto...

Vasco Rossi: «Votate Bonino garantisco io...»

«Sento il dovere di garantire l'onestà di Emma Bonino. Conosco bene i radicali e posso garantire della loro integrità ed affidabilità. In un momento tanto buio per il nostro paese serve proprio una figura come Emma Bonino». Questo è il comunicato che Vasco Rossi ha scritto a sostegno della candidata del centro- sinistra alla presidenza della Regione Lazio, Emma Bonino e che è stato letto questo pomeriggio su Radio radicale durante un filo diretto della candidata con gli ascoltatori.

A Vasco Rossi fa eco la campionessa olimpica Alessia Filippi che, in un intervento telefonico, ha affermato: «Le persone hanno bisogno di trasparenza e onestà. Un candidato come Emma Bonino può dare un senso nuovo alla regione».

«Oggi Vasco ha fatto una dichiarazione di sostegno alla Bonino. Io sono felice, felice. Per me è una giornata di festa...». Ha detto Pier Luigi Bersani dal palco del comizio di chiusura della campagna elettorale a Torino. «Lasciatemelo dire, io sono un fan. Oggi io sono felice...».

pensatore libero ha detto...

Facciamo chiarezza:

La lobby laicista contro il Papa. La grande bufala del "New York Times"

di Massimo Introvigne

Se c’è un giornale che viene in mente quando si parla di lobby laiciste e anticattoliche, questo è il New York Times. Il 25 marzo 2010 il quotidiano di New York ha confermato questa sua vocazione sbattendo il Papa in prima pagina con un’incredibile bufala relativa a Benedetto XVI e al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.

Secondo il quotidiano nel 1996 i cardinali Ratzinger e Bertone avrebbero insabbiato il caso, segnalato alla Congregazione per la Dottrina della Fede dalla Arcidiocesi di Milwaukee, relativo a un prete pedofilo, don Lawrence Murphy. Incredibilmente – dopo anni di precisazioni e dopo che il documento è stato pubblicato e commentato ampiamente in mezzo mondo, svelando le falsificazioni e gli errori di traduzione delle lobby laiciste – il New York Times accusa ancora l’istruzione Crimen sollicitationis del 1962 (in realtà, seconda edizione di un testo del 1922) di avere operato per impedire che il caso di don Murphy fosse portato all’attenzione delle autorità civili.

I fatti sono un po’ diversi. Intorno al 1975 don Murphy fu accusato di abusi particolarmente gravi e sgradevoli in un collegio per minorenni sordi. Il caso fu tempestivamente denunciato alle autorità civili, che non trovarono prove sufficienti per procedere contro don Murphy. La Chiesa, nella fattispecie più severa dello Stato, continuò tuttavia con persistenza a indagare su don Murphy e, giacché sospettava che fosse colpevole, a limitare in diversi modi il suo esercizio del ministero, nonostante la denuncia contro di lui fosse stata archiviata dalla magistratura inquirente.

Vent’anni dopo i fatti, nel 1995 – in un clima di forti polemiche sui casi dei “preti pedofili” – l’Arcidiocesi di Milwaukee ritenne opportuno segnalare il caso alla Congregazione per la Dottrina della Fede. La segnalazione era relativa a violazioni della disciplina della confessione, materia di competenza della Congregazione, e non aveva nulla a che fare con l’indagine civile, che si era svolta e si era conclusa vent’anni prima. Si deve anche notare che nei vent’anni precedenti al 1995 non vi era stato alcun fatto nuovo, o nuova accusa nei confronti di don Murphy. I fatti di cui si discuteva erano ancora quelli del 1975. L’arcidiocesi segnalò pure a Roma che don Murphy era moribondo. La Congregazione per la Dottrina della Fede certamente non pubblicò documenti e dichiarazioni a vent’anni dai fatti ma raccomandò che si continuassero a restringere le attività pastorali di don Murphy e che gli si chiedesse di ammettere pubblicamente le sue responsabilità. Quattro mesi dopo l’intervento romano don Murphy morì.

Questo nuovo esempio di giornalismo spazzatura conferma come funzionano i “panici morali”. Per infangare la persona del Santo Padre si rivanga un episodio di trentacinque anni fa, noto e discusso dalla stampa locale già a metà degli anni 1970, la cui gestione – per quanto di sua competenza, e un quarto di secolo dopo i fatti – da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede fu peraltro canonicamente e moralmente impeccabile, e molto più severa di quella delle autorità statali americane. Di quante di queste “scoperte” abbiamo ancora bisogno per renderci conto che l’attacco al Papa non ha nulla a che fare con la difesa delle vittime dei casi di pedofilia – certamente gravi, inaccettabili e criminali come Benedetto XVI ha ricordato con santa severità – e mira a screditare un Pontefice e una Chiesa che danno fastidio alle lobby per la loro efficace azione in difesa della vita e della famiglia?