martedì 30 marzo 2010

Spacca si riconferma il presidente della regione Marche

Gian Mario Spacca con il 53,17% di voti, si riconferma il presidente della Regione Marche.
Per vedere tutti i voti di Filottrano clicca qui.
Qua trovate invece la composizione del nuovo consiglio regionale. Paola Andreoni conquista 2.824 preferenze, non sufficienti per  essere eletta.
Grazie a tutti colori che hanno sostenuto Spacca e il PD.

Buon lavoro Presidente!!!

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande risultato dell'Udc a Filottrano.
330 voti contro i 543 voti delle europee di giugno 2009.
Forse il cordinatore legge da dx verso sx !!!!!
Ci vuole coraggio a scrivere che è stato un grande risultato.

Anonimo ha detto...

mumble mumble..chi lo scrive? cosa?dove?

N.

Anonimo ha detto...

Caro anonimo i confronti si fanno per elezioni omogenee.
Ottenuto un 7,03% con 330 voti contro il 6,55% nelle precedenti elezioni del 2005, la media è più alta di quella Regionale che si attesta al 5,5%.
Tutto questo è stato ottenuto nonostante, ci siano stati 700 elettori votanti in meno, il poco tempo a disposizione per organizzare la campagna elettorale che di fatto non è stata fatta e la campagna denigratoria messa in atto dai precedenti rappresentanti dell'Udc di Filottrano che hanno invitato a votare per la Ballante con comunicati stampa e lettere.
Io consiglierei di guardare meglio in casa propria

Flavio ha detto...

Fronte del video di Maria Novella Oppo
Il debutto della trota

Nella notte dello spoglio elettorale due gli eventi in tv: è tornato Bruno Vespa ed è nata una stella, quella del giovane Bossi. Il quale ha pensato bene di definirsi un politico «nato dal basso», cioè dal Bossi. E quanto al soprannome di «trota» datogli dal genitore in uno slancio di sincerità, il ragazzo ha sostenuto che si trattava di una battuta affettuosa e ironica, in reazione alla definizione impegnativa di «delfino». Comunque, dopo questo debutto televisivo non proprio esaltante, temiamo che il giovanotto bocciato tre volte all’esame di maturità, lo rivedremo spesso, seguendo le tappe di una irresistibile ascesa politica che costituisce un ripiego certo, rispetto a una carriera intellettuale molto improbabile. Ma, a proposito di intellettuali, non possiamo tralasciare la bocciatura del ministro Brunetta (il più amato dagli italiani, secondo lui) a sindaco di Venezia. Per fortuna anche a lui resta un’alternativa: quella di tornare a cantare coi Ricchi e poveri.
ps. Auguri a Spacca e al.. PD che oltre a Venezia ha vinto al primo turno anche a Lecco e a Lodi e va al ballottaggio a Mantova nettamente in vantaggio. Città- è bene ricordarlo al papà della "trota" che ieri sera sosteneva: "la sinistra al Nord è stata liquidata"- che non si trovano proprio nel profondo Sud, ma dalle sue parti.

Flavio ha detto...

«Che si perdeva in Piemonte io lo sapevo già».

Davvero?
«Sì, qualche settimana prima delle candidature ero a Torino per il congresso Anci, e mi trovai a pranzo con Chiamparino, Cota e altri a Eataly. All’improvviso Cota fece a Chiamparino: "Chiampa, ma tu ti candidi? Perché se accetti io non scendo in campo: tanto si sa che con te non ce n’è per nessuno". Insomma, persino a Cota era chiaro che il nome per vincere in Piemonte c’era, ed era quello del sindaco di Torino».
Alcuni risultati come il Piemonte e il Lazio, ripeto, erano prevedibili. Chiamparino doveva correre e scegliere Emma Bonino è stato un errore. Per fortuna in Puglia siamo riusciti a fare le primarie, altrimenti anche lì finivamo suonati. Insomma, qualche problema di candidature c’è stato».

In Lazio errore strategico, dunque, secondo lei.
«Abbiamo perso contro una candidata senza lista... Valuti lei. Siamo stati proprio bravi, vero? Spero che qualcuno oggi, tra i dirigenti chiamati in causa durante le candidature e che si sono tirati indietro per viltà, oggi faccia autocritica».

Si riferisce a Nicola Zingaretti?
«Certo. Ma non solo a lui. I nomi sono noti. Alla fine Emma Bonino è stata un ripiego. Ma anche lei: si preoccupava più delle sue liste a Brescia che di quelle nel Lazio».

Mi faccia qualche esempio vincente, allora.
«Lodi, Mantova, Faenza, Venezia, Lecco... Perché? Perché abbiamo messo in campo storie credibili. Come quella del mio amico Pippo Civati a Monza».

E adesso? Bersani dice di voler ripartire dal modello Liguria, che prevede un allargamento a Sinistra, Idv e Udc.
«Modello Liguria? Io direi invece modello Monza... Guardi, qui dobbiamo prima di tutto capirci su che tipo di partito vogliamo. Io sono per dire basta alle riunioni di caminetto e ai giochi di coalizione. Il mondo intorno a noi sta cambiando. L’astensionismo e il successo di Grillo dimostrano che la gente è arrabbiata con noi. Perché la politica non riesce più a emozionare. A Bersani dico che a me interessano poche idee ma chiare. E non i compagni di viaggio, perché le coalizioni non ci salvano. Se così fosse, in Piemonte avremmo vinto... Se Bersani riparte col dibattito sulle coalizioni saremo condannati al pecoraroscanismo. Con Di Pietro al posto di Mastella e Grillo al posto di Pecoraro Scanio. Ecco, se cominciamo così, mi prende male».

Il segretario pd teme però adesso una resa dei conti interna.
«Io sono contrario. Non serve a niente sostituire ogni sei mesi un segretario, ma è evidente che è necessario un cambio di passo. Faccia uno scatto, si tiri fuori dal pastone politico, e torni a dialogare con i cittadini. E basta con l’antiberlusconismo improduttivo. Anche perché il premier ha dimostrato che quando ci mette la faccia lui, e solo lui, vince. Vedi che miracolo ha fatto con la Polverini».

Ma esiste una questione Nord?
«Sì, certo. Però la verità è che se cominciamo a contestare questo governo sulle promesse mancate, forse i cittadini ci apprezzeranno di più. Ad esempio, dov’è la tanto decantata riforma fiscale? E la semplificazione? Io ho una città bloccata da procedimenti giudiziari e amministrativi. Allora dico, facendo sì il leghista: lasciateci lavorare senza imbrigliarci più nella vostre beghe romane».

Lei rappresenta la nuova generazione del Pd. E spesso ha parlato di un modello Toscana esportabile anche a livello nazionale. Ci crede ancora?
«Certo. La mia esperienza, ma anche quella del governatore Enrico Rossi, è più che esportabile. Da noi abbiamo ottenuto risultati significativi. Vedi il recupero di Prato. O i numeri del Pd toscano, che è il primo d’Italia. O il caso di Pontassieve, dove abito: percentuali bulgare. Insomma, abbiamo superato persino l’Emilia Romagna, dove secondo me hanno scontato l’effetto dello scandalo Delbono a Bologna. Noi giovani del Pd, dunque, siamo pronti a dare una mano. Ma basta coi caminetti. Parliamo di praterie».

pensatore libero ha detto...

Dal mio punto di vista il risultato di Filottrano è stato più che buono, il primo motivo riguarda come giustamente sopra si ricordava le astensioni con oltre il 10% in meno rispetto alle precedenti votazioni, e chi non ha votato sono proprio quei moderati che sono stanchi del clima rissoso di questa politica, quindi proprio il bacino elettorale dove prende i voti proprio l'Unione di Centro.
Secondo motivo è il calo fisiologico dovuto a chi seguendo la politica distrattamente non ha approfondito le vere ragioni di questa scelta, non più basata su dei schieramenti ideologici ma sulle idee.
Terzo motivo la campagna praticamente assente a Filottrano se non quella fatta nell'ultima settimana.
Quindi penso che questo 7% rappresenti una buona base di partenza per il nuovo progetto dell'Unione di Centro.

Anonimo ha detto...

DA GATTOMAMMONE
Sono tornato. Eccomi qua a miagolare sulle ultime elezioni. Una sintesi? Scollamento netto e accentuato della politica dalla vita sociale e dall'economia reale,partiti in cerca di identità,Filottrano dimenticata dalla politica e dagli amministratori ( impegnati in campagna e non quella elettorale),PD potenzialmente forte ma ancora non crede nei suoi muscoli e cervelli, UDC scollata e divisa in attesa di.......UN GATTOMAMMONE, PDL che scarica la Ballante dopo le sconfitte alle provinciali e regionali,LEGA ancora muove i primi passi ma è vivace e populista, DESTRA se non ci fosse sarebbe meglio, VERDI li amo e li odio dipende cosa dicono, API utilissime per ilmiele e per l'equilibrio dell'ecosistema ( se scompaioni e brutto segno).
La domanda del giorno: PAOLUCCI NAZZARENO, CUSINI FRANDO E COMPANY chi rappresentano oggi? Riposta: se stessi visto che ilpartito l'ha scaricati e i loro stessi ellettori o tesserati sono disorientati. Sul ring DORIANO e PAOLUCCI NAZZARENO. Ne vedremo delle belle!!!!!!!!!!!!!!!!!E intanto la politica vera langue.

Anonimo ha detto...

L'ultimo anonimo cita i nomi di due personaggi + un Company...Ma il Pd? Secondo voi ha ottenuto un gran risultato? Secondo me si dovrebbe solo ritirare IN TOTO e non mostrarsi più. Perché?
1) ha appoggiato una candidata già predestinata a perdere;
2) gli ha portato solo poco più di 170 voti di preferenza...ed il che la dice lunga sulla capacità di convincere e trainare il popolo al voto...praticamente un partito di cui ogni componente facente parte rappresenta poco più di se stesso (forse qualche familiare...);
3) un candidato come il Cesaretti che da solo ha preso molti più voti di tutto un partito schierato ad appoggiare qualcun'altro!
4) il PD di Filottrano ha lo share % PIU' BASSO di tutta la PROVINCIA di ANCONA...
5) simpatica la conferenza stampa di Bersani: faremo una dura opposizione!!! Lo credo bene!!!

Se questo è il PD, si capisce perché vince la LEGA e PDL...semplice!!

Flavio ha detto...

L'ultimo anonimo è bene che rimanga tale, perché se caso volesse; dovesse fare una breve emersione, subito dopo si troverebbe probabilmente nelle condizioni di fare il contrario. Preferiamo comunque pensare di essersi reso conto delle infinità di stupidaggini che è riuscito a condire in poche righe: becere offese (dipietriste o Grilline?) alla pari di scarse capacità riflessive, accompagnate da un astio incomprensibile, nei confronti del gruppo dirigente del PD filottranese. Stupidamente invitato ha nascondersi, messo sul "banco degli imputati" per essersi "delittualmente incolpato" del sostegno ad una candidata DONNA, non indigena, con l'aggravante di essere già "predestinata alla sconfitta". Poi sorpresa nella sorpresa, essere riuscita, persino, ad eguagliare in termini di consensi Assessori Regionali uscenti. Trovarsi perciò sconvolti nel constatare che a volte le "deboli credenziali" cozzano clamorosamente con le certezze dei "già predestinati alla vittoria". Il PD di Filottrano, non ha colpe particolari da addebitarsi- che non significa assolutamente sciocca autoassoluzione rispetto al deludente risultato elettorale- ma assolutamente convinti della giustezza nell'aver lealmente sostenuto la candidata della zona sud di Ancona(la nostra). Possiamo comunque ritenerci orgogliosi e soddisfatti di aver contribuito -seppur modestamente- alla vittoria e alla riconferma di Spacca. Nella convinzione di aver fatto la scelta più coerente e corretta e addirittura lieti di aver contribuito all'ottima performance di PAOLA ANDREONI. Assicuriamo tutti di non aver sentito il bisogno neanche di festeggiare i modesti risultati dei vari "candidati indigeni": Ballante, Cesaretti e Paolucci. Il nostro impegno primario era e rimane quello di contribuire a migliorare l'Italia. Saluti Democratici Flavio Antinori

Anonimo ha detto...

Salve a tutti,
se è permesso, come credo che lo sia in questo spazio pubblico, vorrei sottolineare che queste elezioni, hanno sancito la vittoria di PDL, LEGA, Grillini e Di-Pietristi. Ma anche del PD. Anche della Sinistra più "rossa". Anche il movimento dei pensionati e degli amatori giocatori di Bocce, circolo caccia e pesca, e chi più ne ha più ne metta.

Ad ogni elezione, tutti vincono, nessuno mai perde.

Il PD è nato per essere il punto di riferimento del centro sinistra. Purtroppo, elezione dopo l'altra perde terreno a favore di altri partiti. Non bisogna solo sventolare bandiere. ALla Gente - credo - non interessano tanto le bandiere: interessa più le proposte, interessano delle persone che stanno vicino ai loro problemi. Vedi la lega, partito POPULISTA, che colleziona successi, uno dietro l'altro.
Con l'autoreferenzialismo si cedono i consensi, ed è dato di fatto. Ma nulla è perduto, anzi, si saluta con entusiasmo la riconferma di Spacca e di pochi altri governatori di Centro sinistra in Italia. PEccato che se ne siano persi degli altri.

L'imperativo è guardare avanti, sperando di cercare in tutti i modi di riconquistare la dignità del paese sottratta da questa destra al governo.

Anonimo ha detto...

Ciao, francamente trovo per nulla interessanti gli interventi sui commenti del voto, sulla continua denigrazione tra controparti.
In un sito di politica mi aspetto di trovare riflessioni, proposte e risposte agli innumerevoli problemi che i politici sono chiamati a risolvere, a cominciare dalla discarica.
Il resto sono chiacchiere da bar (virtuale) che lasciano il tempo che trovano.
Non vorrei che come al solito, chiuse le votazioni, si spegnessero i riflettori sui problemi reali, per poi ritornare alla ribalta alle prossime elezioni.
Cordialmente, saluti.

Anonimo ha detto...

Immaginate voi lo scandolo: con "opinionisti indipendenti" subito all'opera con debordanti editoriali pronti nello strapparsi le vesti di fronte a ipotetiche "trote" D'Alemiane, Veltroniane, Bersaniane...etichettate immediatamente di scandalosi favori nepotistici o familistici, anche fossero magari, supportati da doti intellettive (Delfini) non paragonabili alla trota in "oggetto". Qui, ora, invece in questa nostra "povera Italia" sembra essere tutto normale, anzi detta "trota" viene da subito ritenuta ..servibile in ... talk show di successo!!! N.N.

Anonimo ha detto...

Articolo di giornale:

http://www.unita.it/news/lidia_ravera/96927/bersani_abbiamo_perso

Anonimo ha detto...

L’erede
di Lidia Ravera

Una testa di riccioli neri, un viso spazioso e contento, il sorriso irresistibile dell’ultimo della classe. Una carriera di giovane somaro. Giovane. E somaro.
Un talento naturale per la semplificazione della lingua, per la soppressione radicale del linguaggio. Renzo Bossi è il modello della Nuova Italia. Dialettale e localista, a conduzione familiare, simpaticamente xenofoba, fiera dei suoi supposti pregi e inconsapevole dei suoi evidenti difetti, pronta a immolarsi a Pontida perché non passi lo straniero, perché non entri niente, non un uomo, non una donna, non una novità, non un’idea.
Se Renzo fosse una ragazza sarebbe esattamente quello che è: l’erede. Un caso di «par condicio fra i sessi» realizzata? Miss Padania o assessore all’incultura?
02 aprile 2010

gabriella ha detto...

va bene tutte due tanto che cambia??

Flavio ha detto...

Marche, prima seduta della giunta
Ecco tutte le nuove deleghe

ANCONA (20 aprile) - Si è riunita per la sua prima seduta la nuova giunta regionale delle Marche, nel corso della quale il presidente Gian Mario Spacca ha assegnato e comunicato ai neoassessori le loro deleghe.
Questo il quadro del nuovo esecutivo.
Il presidente GIAN MARIO SPACCA ha tenuto per sè le competenze relative alle Riforme istituzionali, Rapporti con le istituzioni internazionali, comunitarie, nazionali e locali; Green economy; Internazionalizzazione; Programmazione e politica regionale unitaria; Affari generali, istituzionali e legali; Sistema informativo statistico; Ordinamento dell’informazione e della comunicazione; Persone giuridiche private e nomine.
PAOLO PETRINI (Pd) - E’ stato confermato vicepresidente. Sarà anche assessore alle Politiche comunitarie; Agricoltura; Sviluppo rurale; Agriturismo; Bonifica; Zootecnia; Forestazione; Industria agroalimentare; Alimentazione; Caccia e pesca sportiva.
ANTONIO CANZIAN (Pd) - Progetto speciale per il Piceno; Commercio, fiere e mercati; tutela dei consumatori; Lavori pubblici; Edilizia pubblica; Enti locali e partecipazione; Rapporti con l’Assemblea legislativa; Servizi pubblici locali.
SANDRO DONATI (Idv) - Beni ambientali; Tutela e risanamento ambientale; Gestione dei rifiuti; Parchi e riserve naturali; Risorse idriche; Difesa del suolo e della costa; Energia e fonti rinnovabili; Sistemi telematici ed informativi; Società dell’informazione.
SARA GIANNINI (Pd) - Industria; Artigianato; Ricerca scientifica e tecnologica; Sostegno all’innovazione per i settori produttivi; Cave e miniere; Pesca marittima e nelle acque interne.
MARCO LUCHETTI (Pd) - Lavoro; Istruzione; Diritto allo studio; Formazione professionale e orientamento; Professioni; Previdenza complementare ed integrativa; Promozione della cooperazione.
PIETRO MARCOLINI (esterno, di area Pd) - Bilancio; Finanze e federalismo fiscale; Demanio e patrimonio; Credito; Provveditorato ed economato; Rapporti con le agenzie, gli enti dipendenti e le società partecipate, in collaborazione con il presidente e gli assessori competenti; Beni ed attività culturali.
LUCA MARCONI (Udc) - Sostegno alla famiglia e servizi sociali; Cooperazione allo sviluppo; Emigrazione; Immigrazione.
ALMERINO MEZZOLANI (Pd) - Tutela della salute; Veterinaria; Volontariato; Acque minerali, termali e di sorgente.
SERENELLA MORODER (esterna, dell’Idv) - Turismo; Protezione civile, polizia locale e politiche integrate per la sicurezza in collaborazione con il presidente; Politiche giovanili; Sport e tempo libero; Impianti e infrastrutture sportive; Diritti e pari opportunità.
LUIGI VIVENTI (esterno, dell’Udc) - Viabilità; Porti ed aeroporti; Urbanistica e governo del territorio; Trasporti, reti di trasporto, mobilità e logistica integrata; Organizzazione amministrativa e personale; Decentramento amministrativo; Territori montani e politiche per la montagna; Interventi post terremoto per la ricostruzione e lo sviluppo.
N.B.= i due Assessori assegnati all' Idv sono entrambi neofiti di questo partito. Entrambi di estrazione Democratica; fino a pochi mesi fa militavano entrambi nel PD. Avranno fatto la loro scelta più per convinzioni ideali(?) o per comodità del loro posteriore? Ai pesteri l'ardua sentenza!!