mercoledì 3 marzo 2010

Save Polverini


BUONA VISIONE 

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto bello. Anche se la durata anziché di 7.07 minuti è di 5 e 30. Da me è così. Ciao e complimenti.

Flavio ha detto...

Amami Alfredo
No, non ci crede nemmeno Renata Polverini che siano cretini. È andata a spiegarlo anche a Silvio Berlusconi, ieri. Alla notizia che un altro Alfredo - l'altro ieri Milioni, ieri Pallone - si è dimenticato di firmare e dunque neppure il suo listino ha i requisiti per essere ammesso alle elezioni è andata da Berlusconi e gli ha detto ok, ho capito il messaggio: chiaro e forte. Il mio è che faccio da sola, mi arrangio però poi se per caso vinco ho vinto io. Al premier non dev'essere sembrata una grande minaccia, del resto la sconfitta di Renata sarebbe una battuta d'arresto per Fini - gradita - e comunque i sondaggi le sono sfavorevoli. Fatto sta che anche se le irregolarità del listino dovessero essere giudicate sanabili, come sembra, e se dunque Polverini potesse correre nel Lazio con la sua sola lista civica e senza il Pdl la frattura fra Berlusconi e Fini con questa vicenda è consumata in modo definitivo. Con Fini che dice «il Pdl così com'è non mi piace», un eufemismo per indicare un partito di arsenico e nuovi complotti nel quale essersi sciolto deve avvelenargli i sonni e i giorni. Volano stracci e cadono uno alla volta i piccoli indiani di An. La storia di Pallone e Milioni, i due Alfredi che vanno al bagno e a farsi un panino quando scatta l'ora X, ci vorrebbe Totò a raccontarla. Non sono problemi di incontinenza o cali di zuccheri, no. La faccenda di chi deposita le firme sta così. Vanno in due, come i carabinieri, di solito per controllarsi a vicenda. Portano i nomi dei candidati, devono depositarli con le carte. Sono scelti con criterio, sono persone di fiducia di chi li manda: i mandanti, letteralmente. I mandanti li mandano sapendo di poter contare su di loro per lo svolgimento del compito che segue. Dunque: Pallone e Milioni hanno i nomi. Sono concordati in estenuanti riunioni ma i depositanti - gli Alfredi - nell'ultimo metro di corsa hanno potere assoluto. Possono cambiarli, difatti vengono raggiunti da autorevolissime prevedibili telefonate che sulla soglia dicono loro metti questo, togli l'altro. Certo non posso farlo alla luce del sole dunque escono un attimo portandosi dietro l'intero incartamento, manifestano un'urgenza, fame sete bagno, anche un ascensore in cui chiudersi va bene. Un po' come cambiare il nome del neonato davanti all'ufficiale dell'anagrafe: si era detto Filippo, è diventato Benito. È un vecchio giochetto, richiede abilità. Già al principio degli anni 80 un democristiano lombardo ci rimise la carriera. A volte non funziona, si sottovalutano le conseguenze si sbaglia coi tempi. A volte si gioca coi tempi per ottenere conseguenze calcolate: nessun errore. Sembra questo il caso. Pallone e Milioni. Milioni e Pallone. Le tre carte, il panino, il cellulare che squilla. Il "capo" che chiama. Il tempo che scade. La firma che manca. Accidenti, che peccato. Non si potrebbe fare una leggina ad hoc? No, meglio di no. Semmai un corso di formazione per depositanti firme. Un bando nazionale. Un prestito di personale da un altro partito. Ma alla fine poi vedete, le cose sono andate proprio come dovevano: gli Alfredi hanno fatto un buon lavoro, missione compiuta. La Casa dei Veleni è al lavoro: Polverini non piace al boss, se la veda da sola. Il metodo è questo. Concita De Gregorio(2) Trascritto da F.A.

Flavio ha detto...

Ciò che ha scritto in questi due giorni Concita De Gregorio e ciò che è realmente accaduto. Questi sono i fatti. Nessuno ha impedito ad alcuno di essere presenti sulle schede elettorali; se non i trabocchetti interni al Pdl. Ora invece vogliono far intendere che le colpe sono di altri. Questo emerge da una televisione asservita. Queste invece sono le stesse regole da sempre, che ci riportano indietro negli anni, da quando eravamo ragazzi, anche noi abbiamo fatto le fila davanti al Palazzo Comunale o davanti al Tribunale, per avere assegnato il primo posto nella scheda elettorale (senza bisogno di sfilatini). Passando la notte in macchina, parcheggiata nei paraggi, facendo delle "pennichelle" a rotazione col compagno di turno. Sono ora oltre che ridicole, GRAVISSIME le dichiarazioni del Ministro della Difesa La Russa che dice, minacciando: " non rispondiamo delle nostre azioni". Cosa intende dire? Oltre che incompetenti -"dilettanti allo sbaraglio" così li ha definiti l'alleato Bossi- anche reazionari? Dobbiamo iniziare a preoccuparci di nuovo? Saluti democratici .. per ora, da Flavio Antinori

Anonimo ha detto...

si il video è più corto in effetti. gli ultimo minuti sono vuoti.
N.

Anonimo ha detto...

Imbarazzante ed imbarazzato oggi Erminio Marinelli,candidato governatore dell'"esercito della libertà" nella nostra regione,durante un'intervista radiofonica su radio 2.
Non sapeva quante firme sono servite per sottoscrivere la sua candidatura !!
Evidentemente è una consuetudine della sua parte politica considerare le regole inutili orpelli ed impedimenti.
E ci dovrebbero governare !?

Saverio Borgognoni

Flavio ha detto...

Elsa Morante, Opere, vol.I°, Mondadori (Meridiani), Milano 1988 Dall'Unità di oggi.
"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbe meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interessi e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tuttal'più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un pò? ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare". Sembra scritto addirittura ieri. Trascritto da F.Antinori

Flavio ha detto...

Nicola Zingaretti: Presidente PD Provincia di Roma, dopo il via libera del Consiglio dei Ministri al decreto "salva-liste Pdl": "In questo momento così buio per la vita democratica italiana esprimo la mia solidarietà a chi rispetta le regole, a chi paga le multe, a chi versa correttamente le tasse, a chi si ferma con il rosso. Insomma esprimo la mia solidarietà alle persone per bene". F.A.

Anonimo ha detto...

Caro Flavio il pezzo che hai trascritto è veramente impressionante.
Volevo farlo io ma mi hai preceduto.
Gli ultimi fatti non fanno che avvalorare le sue affermazioni.
Penso non ci sia bisogno di dirlo,ma magari a qualcuno è sfuggita la data di pubblicazione,non si stà parlando di Berlusconi ...........(o si !?).

Saverio

Anonimo ha detto...

Installati i primi body scanner:

finalmente si potrà appurare se

i comunisti mangiano i bambini

e quelli del PDL.......

.....i panini !


Saverio

Flavio ha detto...

Ordine di Fini: nessuno di An nei Circoli della Libertà

Il caso Polverini ha aumentato a dismisura la distanza che separa da tempo Gianfranco Fini da Silvio Berlusconi. Il presidente della Camera, attraverso i suoi uomini più fedeli, fa sapere che avrebbe preferito una gestione totalmente diversa del Renata-gate. Avrebbe voluto che si chiedesse pubblicamente scusa agli elettori del Pdl per lo spettacolo offerto dai quadri locali coinvolti in una vicenda connotata, a detta di non pochi anche a destra, da molti aspetti di comicità. Avrebbe voluto Fini, ma non ha potuto. Perché ancora una volta si è trovato di fronte al fatto compiuto, con l’assunzione della difesa di Alfredo Milioni su tutta la linea imposta dal premier anche a chi, si pensi ad Ignazio La Russa, rispetto alla iniziale presa di distanza dai responsabili del disastro ha dovuto compiere una virata piuttosto nervosa (come dimostra la sua muscolare performance a margine della conferenza stampa tenuta giovedì in via dell’Umiltà).
Il dissidio tra capo del governo e presidente della Camera sulla gestione del caso Polverini è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie che ormai dimostra in modo chiaro quanto i due principali leader della maggioranza abbiano davanti due traiettorie che non coincidono più in alcun punto, come reso evidente anche dalla chiamata all’ordine rivolta dal Cavaliere ai suoi parlamentari per aderire ai promotori della Libertà e dalla risposta di Fini. L’ordine dato ai suoi seguaci sul punto è nettissimo: nessun finiano aderirà ai circoli di Brambilla e Santanchè, nessuno risponderà sì alla lettera ricevuta nella notte tra giovedì e venerdì. Dal nuovo predellino partirà così la fine del Popolo delle Libertà che i più vicini al presidente della Camera considerano ormai una zavorra della quale il Cavaliere per primo vuole liberarsi subito dopo le elezioni. Il premier ha messo nel conto una sconfitta alle prossime regionali e vuole addossarne tutte le colpe proprio al co-fondatore. Per questo ha dato vita ad una iniziativa di marketing politico che gli consenta di segnare la distanza tra il risultato delle urne e la propria leadership. Teme contraccolpi sulla stabilità del suo governo e gioca d’anticipo. Ci mette la faccia, sì, ma solo per poter rivendicare l’eventuale recupero di una situazione che è già pronto ad addossare alla fronda del solito Fini.

16 marzo 2010

gabriella ha detto...

Questa è una bellissima canzone e non può essere avvicinata minimamente a certi personaggi!!!

Flavio ha detto...

Aborto al voto di Toni Jop

Dalla Cei viene un monito affinché non sia dato il voto a chi è favorevole all’aborto: piano con le conclusioni, perché la Cei non ce l’ha con noi, con la sinistra, con la linea strategica portata avanti con coraggio da moltissime donne nel nostro paese. Perché, pensiamoci, nessuno di noi e men che meno la legge attiva in Italia in materia è favorevole all’aborto. Nessuna simpatia nei confronti di una pratica dolorosa, fisicamente e psicologicamente. Nessun favore nei confronti di un percorso che impedisce, in generale, ad una vita di esprimersi. Solo un tentativo responsabile e misurato affinché sia impedito a una donna incinta con gravi problemi di affidarsi alle «cure» di un sistema «riparatore» sepolto, inaffidabile, costoso e classista. Affinché una gravidanza non sia una condanna in un senso o nell’altro della donna che ne porta il carico. Per questi motivi ci chiediamo a chi, secondo la Cei, non si dovrebbe dare il voto scremando dalle urne chi è favorevole all’aborto. O voleva dire semplicemente «votate Polverini»?

Anonimo ha detto...

Dall’ecologia ai democratici: una lettera per spiegare

Marchetti dai Verdi al Pd

Ancona Uno degli esponenti storici del panorama politico anconetano, Giorgio Marchetti lascia i Verdi, dopo aver ricoperto vari ruoli istituzionali e politici nel partito, e aderisce al Pd. Lo comunica in una lettera aperta in cui spiega i motivi della scelta. Marchetti parla dei cambiamenti politici e sociali nel frattempo intervenuti e delle “diverse occasioni perse negli anni dai Verdi italiani per fare del movimento ecologista un polo autonomo e in grado di affrontare la scena politica al pari dei Grunen tedeschi o della Europe Ecologie in Francia”.

Marchetti ha spiegato anche con quale e quanta difficoltà si sia separato da quella che da tempo era considerata la sua casa naturale. “Quando per tanti anni - racconta - la propria storia personale, la propria vita, si intreccia con le vicende della storia di un movimento e partito come nel mio caso, rimane molto difficile esprimere le ragioni che spingono a chiudere, almeno sul piano formale, con quell’ esperienza”. Per Marchetti la scelta è stata una risposta ovvia al cambio dei tempi. “Ci sono uomini che cambiano le idee per non cambiare partito, e ci sono uomini che cambiano partito per non cambiare le proprie idee - cita Marchetti -. Nel mio caso sento in particolare che i cambiamenti in corso in questi anni sono tanti e tali da non poter sottrarmi ad una scelta: sono i cambiamenti politici, sociali, che in questo ultimo periodo di vita nazionale hanno profondamente mutato quello scenario di oltre venti anni fa”. Ecco allora la scelta sofferta e un futuro da guardare con occhi diversi.

“Mi rivolgo al Partito Democratico per una serie di motivi ma in primo luogo - dice - perchè questa è la formazione politica che ha preso ispirazione dal progetto maggiormente innovativo della nostra recente storia politica che a suo tempo fu L’Ulivo”.

E ancora la speranza, l’auspicio che la direzione imboccata dai democratici possa essere la risposta giusta alle esigenze della gente: “E’ evidente che nonostante le buone premesse molte aspettative di cambiamento sono rimaste tali dal momento che il recente esperimento che ha dato vita al PD, sin dall’ inizio, ha avuto purtroppo il compito di arginare la preoccupante deriva in atto del nostro paese. Occorre tornare in sintonia con le persone, con le loro esigenze, con le loro aspettative, con le loro speranze: questo è un cambiamento che può avvenire senza dubbio mettendo l’ ambiente al centro delle questioni e delle priorità”.

Flavio ha detto...

Bersani: "Una vergogna l'aggressione a Bresso"
E Rosy Bindi le regala uno specchio

ROMA - Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha definito "una vergogna" l'aggressione del premier Silvio Berlusconi nei confronti di Mercedes Bresso, mentre la presidente del Pd, Rosy Bindi, le ha regalato uno specchio perché, ha spiegato, "a noi piace specchiarci perché ci sentiamo bene con noi stesse". "Io spero - ha detto Bersani durante un'iniziativa sulla libertà di informazione - che i cittadini non accettino un modo così volgare di condurre la campagna elettorale". Bersani ha tuttavia affermato di aspettarsi altre esternazioni del genere da parte del premier "visto come sta andando la campagna elettorale".

Anche Rosy Bindi non molto tempo fa è stata colpita da una battuta profondamente offensiva di Berlusconi, che l'ha definita "più bella che intelligente". E lo specchio che ha regalato a Mercedes Bresso, spiegando che si tratta di "Un omaggio alla tua femminilità, al tuo coraggio e alle tue competenze", le era stato donato da una signora proprio "qualche giorno dopo le offese in tv del premier". "A noi piace specchiarci - ha aggiunto la Bindi - perch ci sentiamo bene con noi stesse e ci sentiamo forti così. Sono convinta che Mercedes Bresso sappia difendersi dalle volgarità del premier da sola. E non credo che le donne italiane si sentano rispettate nella loro dignità da un uomo che riduce la donna alla sua dimensione fisica, che la valuta secondo un suo personale giudizio estetico e che le usa come strumento di corruzione politica. Anche così, Berlusconi contribuisce al degrado della vita civile e morale del paese".

Sono molte le dichiarazioni di solidarietà alla Bresso di esponenti politici donne: "Se Berlusconi smettesse di raccontare barzellette, insultare la Corte Costituzionale e fare battute infelici e ingiustificabili contro le donne e cominciasse finalmente a occuparsi delle centinaia di migliaia di lavoratori che hanno perso il posto, come l'Istat puntualmente ci ricorda oggi, sarebbe molto meglio per tutti", dichiara Marina Sereni, vice presidente dell'Assemblea nazionale del Pd.

"Il nostro presidente - dice Giovanna Melandri (Pd) non ha bisogno di specchi: preferisce veder riflessa la sua immagine nei tanti adulatori che lo circondano. Solo così possiamo spiegarci il fatto che Berlusconi ritenga di essere il più avvenente e brillante statista che il nostro paese abbia mai avuto".