venerdì 26 marzo 2010

Raiperunanotte

Per chi l'avesse perso....

http://tv.repubblica.it/copertina/raiperunanotte/44564?video

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Satira? NO,questo è regime. Di Sergio Staino
Chiedere a uno che esercita il potere di fare della satira è un controsenso. La satira e il potere, soprattutto quando è esercitato in forme non limpide e democratiche, sono incompatibili. Certo, un potere laico, aperto, autocritico toglierebbe alla satira le sue armi, ma uso il condizionale perché quel giorno è di là da venire. Mentre quando più un potere ha bisogno di diffondere dogmi tanti più l’autore satirico diventa obbligatoriamente il principale elemento di opposizione. Detto questo Berlusconi non fa satira. Per farla infatti, occorrono due doti, che lui non ha. La prima è saper esercitare il dubbio e Berlusconi di dubbi non ne vuole avere. Io per dire anche quando guardo il cielo mi viene un gran dubbio. La seconda è l’autoironia che serve a rendersi conto della propria debolezza di fronte alla realtà. E anche questo non è il caso di Berlusconi. Lui crede di fare satira e invece fa propaganda di regime in chiave umoristica contro gli avversari politici, come nell’Italia fascista o nella Russia di Stalin. E poi il premier, mancando dell’intelligenza necessaria per capire l’avversario e fare satira sugli elementi veri di debolezza, deve ricorrere a stilemi prefabbricati. Prende delle barzellette stantie e le riadatta come fanno appunto i regimi cambiando la testa alle vecchie statue. Ma chi di spada ferisce di spada perisce. Ai tempi del fascismo girava una barzelletta: Mussolini e il suo autista investono un maiale e lo ammazzano. “ Vai dal contadino e dì che gli ripaghiamo il danno”, dice Mussolini all’autista, che torna, dopo parecchio tempo, con una bottiglia in mano e ubriaco: “Quando gli ho detto che sono l’autista di Mussolini e che ho ucciso il porco, tutti si sono messi a brindare”. Ecco, questa barzelletta l’ho sentita raccontare anche nella Cuba di Castro con Fidel protagonista. Oggi comincio a sentirla nelle campagne italiane, a proposito di Berlusconi. Trascritto da F. A.

Flavio ha detto...

Poesia di Bruno Tognolini scrittore:
ULTIMA RIMA. PER I GRANDI
Scongiuro contro il nazismo futuro
Gli abbiamo detto che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla, bisogna fare pace
Ma che essere cattivi poi conviene
Più grida, più si offende e più si piace
Gli abbiamo detto che bisogna andare a scuola
E che la scuola com'è non serve a niente
Gli abbiamo detto che la legge è una sola
Ma che le scappatoie sono tante
Gli abbiamo detto che tutto è intorno a loro
La vita è adesso, basta allungar
la mano
Gli abbiamo detto che non c'è più lavoro
E quella mano la allungheranno invano
Gli abbiamo detto che se hai un capo griffato
Puoi baciare maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto che se non sei sposato
Ci son diritti di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto che l'aria è avvelenata
Perché tutti vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto, hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendito
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c'è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo che la rabbia dei bambini
Non ci presenti un conto troppo duro.

Anonimo ha detto...

Berlusconi troverà

entro tre anni

la cura per il cancro,

.......e la farà vendere

in TV da Vanna Marchi !!


Saverio

Anonimo ha detto...

Berlusconi troverà

entro tre anni

la cura per il cancro,

.......e la farà vendere

in TV da Vanna Marchi !!


Saverio

Anonimo ha detto...

Quello che Papi definisce

"la luce in fondo al tunnel"

non è l'uscita dalla crisi,

ma un treno che

ci stà venendo addosso !!


Saverio

Flavio ha detto...

Il tempo che ci stiamo lasciando alle spalle è stato un tempo per perdere. Abbiamo ripetutamente perso, anche quando abbiamo vinto. Abbiamo perso perdendo un paese, abbiamo vinto senza vincere un futuro. Abbiamo vinto senza che con noi vincesse la democrazia. Le ragioni di queste sconfitte perdenti e delle vittorie sconfitte le conosciamo: titubanze, pavidità, sfiducia nei propri valori, politicismo senza politica, oppure velleitarismo, autoreferenzialità, delirio identitario, narcisismi e personalismi. Il tempo delle sconfitte mediocri deve volgere al termine, la posta in gioco è troppo alta. Forse era lecito, anche se sbagliato, fare ciò che abbiamo fatto a noi stessi, ma sarebbe infame consegnare il degrado a cui non abbiamo saputo opporci come era necessario alle future generazioni. E’ nostro dovere improcrastinabile entrare nel tempo del vincere, lo dobbiamo al bene prezioso che ci è stato consegnato dalla resistenza antifascista e dai padri costituenti: la democrazia. Lo dobbiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti. L’ondata virtuosa che viene dalla Francia dimostra che la sinistra può vincere e riprendere il timone della speranza. Il coraggio di Obama e di Nancy Pelosi mostrano la forza e la superiorità della cultura progressista nei confronti della cultura reazionaria del privilegio. Si può e si deve vincere. Ma perché la prossima vittoria non sia avvelenata dal veleno della disgregazione è necessario abbandonare la logica della furbizia e del tatticismo, è necessario disarmare la vocazione al settarismo ed è vitale ritrovare il coraggio e la lealtà dei propri valori. Il nostro elettorato chiede unità, fermezza, riconoscibilità. Tocca a tutte le forze del centro sinistra sapere fare un passo indietro perché il paese faccia due passi avanti. Il tempo è arrivato, lo ha mostrato la lunga serata dell’informazione libera. Il tempo è adesso! Di Moni Ovadia

pensatore libero ha detto...

un piccolo appunto all'articolo di Momi Ovadia:
quando si parla "superiorità della cultura progressista" si parte già da un punto di vista sbagliato.
Meglio partire da un confronto, la demonizzazione degli avversari è una cattiva deviazione della democrazia.
Fortunamente viviamo in una democrazia e parlare di una superiorità culturale mi sembra una forzatura.
Spero che sia stata una svista...

Anonimo ha detto...

Mi auguro che non ti riconosca nella "cultura reazionaria del privilegio" ne tantomeno nella "logica della furbizia e del tatticismo". Ma vincere vuol dire "disarmare il settarismo, avendo nel contempo ritrovato il coraggio e la lealtà dei propri valori". Difendendo la nostra Democrazia che ci è stata consegnata dai "padri costituenti nella resistenza antifascista". Queste splendide parole, TU reputi possano trattarsi persino di una semplice svista. Cosa aggiungere? Ogni ulteriore commento è superfluo

pensatore libero ha detto...

Assolutamente!
Dico solamente che non mi piace il termine "superiorità", che serve solamente per demonizzare, nel caso dell'articolo di Ovadia, una certa parte politica.
Siccome siamo in democrazia, e il potere si ottiene con il consenso e il voto degli elettori, non mi sembra giusto e corretto parlare di superiorità.
Mi sembra una questione di rispetto.
Per il resto siamo tutti d'accordo, e fortunatamente i vecchi schemi ideologici che hanno caratterizzato il XX secolo sono superati.
E non trovo giusto strumentalizzarli per infondere certi tipi di allarmismo e paure.
Buona giornata.

Anonimo ha detto...

Ancona. Mentre l'IDV presenta il conto. I democratici crescono in termini percentuali, tornano primo partito della città, al 34,36 contro il 29,39 del Pdl che alle comunali l’aveva scavalcato sonoramente. Ma perdono qualche voto: 15.473 di oggi contro 15.878 di ieri. Se la ridono però gli ex Ds, che dopo secoli di digiuno riportano in Regione uno di loro, Gianluca Busilacchi.

Idv e Pd agli antipodi

“La città ha premiato la linea nuova di un governo più moderato - dice Favia -. Si parte dall’attuale maggioranza. Se qualcuno vuole allargare (e il Pd ci pensa da un po’, per far fronte al pressing Idv; ndr), si farà non certo a sinistra, casomai al centro. Ad Ancona città Pd, Idv e Udc sono al 49 per cento”. E con i Riformisti, che contengono il Ps, si andrebbe al 53,36. L’attuale coalizione, con l’aggiunta di Sel, sarebbe al 55,9 per cento. Ma l’Idv uscirebbe. L’attuale coalizione tout e court sarebbe a poco più del 51.

“Si riparte da Pd e Idv, riequilibrando su quest’asse - aggiunge Favia -. Il sindaco convochi la maggioranza e si discuta. Noi presenteremo dieci priorità riprendendole dal programma”. E tra queste ci sarà lo stop della produzione lirica alle Muse e l’affidamento del teatro allo Stabile. “La gente ha parlato chiaro. La linea dell’Idv è strapremiata”.

Non la vede così Pierluigi Fontana, segretario Pd: “In Comune abbiamo un rapporto con la Sinistra, non vedo perché metterlo in discussione. E riprendere lo schema regionale (Pd-Idv-Udc; ndr) non è all’ordine del giorno. Ora che abbiamo i numeri, governiamo. Si va avanti con la maggioranza che c’è. Si farà una valutazione a 360 gradi, c’è la volontà di unire. Ma non vedo una maggioranza con trenta consiglieri”. E l’Idv? “E’ una forza importante, che ci ha aiutato a vincere. Ma sta sventolando dati che sono in linea con tutta la provincia: è una valutazione di marchio. In altri collegi ha preso di più che ad Ancona, ad Ascoli è all’11 per cento. Il Pd è il primo partito”.

Ipotesi rimpasto

Alla fine ci si dovrà pesare. Si dice che l’Idv penserebbe a tre assessori. Si dice pure che il Pd non accetterà mai. Ipotesi di mediazione: due assessori, col mantenimento del vicesindaco, e un presidente di circoscrizione (la terza). Forse la presidenza di un’azienda, visto che scadono Conerobus, Multiservizi e Anconambiente. Viene dato in uscita il Prc Alfonso Napolitano. Ma in casa Pd c’è chi penserebbe ad un cambio interno alla sinistra: la sostituzione con un esponente di Sel. Il che significherebbe cambiare maggioranza.

Flavio ha detto...

Si assomigliano e non lo sanno...
di Francesco Piccolo

Il monologo di Daniele Luttazzi ha riproposto la grande questione del nostro paese, e cioè se il carattere degli italiani è così ben diviso tra i giusti di sinistra e i beceri di destra. Molti di sinistra pensano così. Allora: a Berlusconi e ai suoi amici si attribuisce un maschilismo atavico e spaventoso. Ma il maschilismo atavico e spaventoso è un carattere fondante dei maschi italiani di destra e di sinistra, basta guardare alla storia della sinistra del dopoguerra. Fino a oggi.
E conviene ancora una volta ricordare che il settimanale di resistenza umana che tutti noi abbiamo amato (e con cui alcuni di noi sono cresciuti), il mitico Cuore, nell’ultima pagina faceva una classifica delle «100 cose per cui vale la pena vivere». Questi italiani evolutissimi di sinistra che facevano - appunto - resistenza umana, votavano ogni settimana al primo posto, «la fica».
Il monologo di Luttazzi (in mezzo alle tante cose ottime della serata di Santoro) e la classifica di Cuore (dentro un giornale utile per mille motivi) servono a raccontarci che ci sono delle spie nemmeno difficili da individuare sul carattere comune. Quanto il disprezzo verso la gente che vota a destra sia soltanto un modo per non ammettere le proprie responsabilità. Questo paese è fortemente diviso dal voto politico, ma non lo è nelle ossessioni. Gli italiani di destra e di sinistra si assomigliano molto di più di quanto quelli di sinistra amino credere. Esattamente come Luttazzi e Berlusconi si assomigliano di più di quanto amino credere.