mercoledì 3 marzo 2010

Pranzo elettorale con Paola Andreoni




















Cari lettori del blog, siete tutti invitati al pranzo elettorale che si terrà domenica 7 Marzo presso il ristorante Sette Colli, al quale sarà presenta anche PAOLA ANDREONI, candidati del PD alle elezioni regionali.
E' importante prenotare entro venerdì 5 telefonando al numero 333/8718982.     


VI ASPETTIAMO!

28 commenti:

Flavio ha detto...

Ancora una volta Di Pietro si dimostra uno dei migliori alleati di Berlusconi. Per averne conferma bastava essere sintonizzati sul TG1 delle 13,30. Si è quasi sorvolato sullo scandaloso decreto salva Pdl che come dice Staino: "con i nemici la legge si applica con gli amci si interpreta". Il TG1 si è concentrato sulle farneticanti dichiarazioni di Di Pietro che vuole:" Capire bene il ruolo di Napolitano in questa sporca vicenda perché, se come sembra ha violato il suo ruolo e le sue funzioni, deve essere aperta una procedura di Impeachment". Quindi "morale della favola" si lascia intendere dove bisogna ricercare il colpevole!! Non in Papi e nel suo governo, ma nel Capo dello Stato, come se fossimo in una Repubblica Presidenziale. Oltre che "parlare a vanvera" dà la stura a tutto il Pdl, gli fa l'assist in modo da venir fuori agevolmente dalle corde dove si era ficcato; ed eccoli belli e pronti schierarsi a difesa del Capo dello Stato; per passare poi all'auto assoluzione della Casta Berlusconiana, con la conseguenza che della responsabilità politica del Governo non se ne parla più. Ma Di Pietro ci fa o ci è? Personalmente a questa domanda la mia risposta l'ho data da tempo!!

Anonimo ha detto...

Caro Flavio, quando una persona commette un errore si deve dire che ha commesso un errore anche se è del partito di cui uno fa parte.
Non è Di Pietro che ha dato una mano a Berlusconi ma siete proprio voi del Pd con questo modo di operare. Vedrete che sarete certamente ripagati dagli elettori che invece hanno ben capito la situazione. Il bello è che non riuscite a vedere niente altro e non perdete occasione che prendervale tra l'altro anche con i vostri alleati. RIDICOLO

Flavio ha detto...

Di cosa e di quali errori stai parlando? Chi l'ha commessi? Di quale partito parli? Il modo di operare del PD è chiaro e limpido quello di Di Pietro è solo demagogigo, e non da oggi purtroppo. Ridicoli lo diventano quelli che lo dicono nascondendosi dietro l'anonimato. I paraocchi non li ho io; stattene certo. E' mia abitudine non parlare a "vanvera"(così le ha definite Violante le parole di Di Pietro), ma a ragion veduta, spesso dopo aver sentito e visto; mai per sentito dire. Mai in modo pregiudiziale, non fa parte né del mio vissuto né tantomeno della mia cultura politica e morale. Essere alleati ed essere sinceri non sono antitetici. Anzi.

Anonimo ha detto...

Bersani ha inviato la lista dei candidati alle regionali alla
commissione antimafia per farli
vagliare.
Questa sì che è politica con la "P"
maiuscola!
Queste sono le cose di cui andare fieri quando hai una tessera PD
in tasca !
Quanto all'intervento dell'anonimo,
(o forse la firma è quel "ridicolo" in fondo!? Sarebbe azzeccata viste le cose che farfuglia!)la sua visione a quanto pare è alquanto obnubilata,visto che dice dice ma alla fine non dice niente,o perlomeno niente di concreto ed appurabile !!
L'unica cosa condivisibile è quando dice "quando uno commette un errore si deve dire anche se è del proprio partito",.......e se l'errore è di un alleato invece no !?

Saverio borgognoni

Anonimo ha detto...

Bersani ha inviato la lista dei candidati alle regionali alla
commissione antimafia per farli
vagliare.
Questa sì che è politica con la "P"
maiuscola!
Queste sono le cose di cui andare fieri quando hai una tessera PD
in tasca !
Quanto all'intervento dell'anonimo,
(o forse la firma è quel "ridicolo" in fondo!? Sarebbe azzeccata viste le cose che farfuglia!)la sua visione a quanto pare è alquanto obnubilata,visto che dice dice ma alla fine non dice niente,o perlomeno niente di concreto ed appurabile !!
L'unica cosa condivisibile è quando dice "quando uno commette un errore si deve dire anche se è del proprio partito",.......e se l'errore è di un alleato invece no !?

Saverio borgognoni

Anonimo ha detto...

Purtroppo non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire.
La sincerità non è una pregiudiziale delle persone del PD e se difendere sempre e comunque anche quando non andrebbe fatto non è ragionare con i paraocchi COSE'E'?
Veramente c'è di che preoccuparsi!!
Continuate pure !!!

Anonimo ha detto...

Peculiarità si dice: non pregiudiziale. L'unica cosa che si capito è che ce l'hai con il Presidente Napolitano e con il PD. Non con le "porcate" di Berlusconi, che tra l'altro continui a non nominare. Bravo. Vai avanti così. Da perfetto dipietrista, da ottimo alleato! da quel che si vede: "buon sangue non mente"! Le preoccupazione VERE dovrebbero essere altre. O NO?

Flavio ha detto...

seguito, la risposta di Giorgio Napolitano alle due lettere:

Egregio signor Magni, gentile signora Varenna, ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.

Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico.
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti parlato della necessità di una "soluzione politica": senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra maggioranza e opposizioni?

Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra parte.

Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare - la "soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con la piena partecipazione dei principali contendenti. E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge.

Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione - comunque inevitabilmente legislativa - potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.

La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali. E' bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri.
Cordialmente, Giorgio Napolitano

Anonimo ha detto...

La risposta pubblicata sul sito della presidenza della repubblica, in cui si dice che non si poteva lasciare fuori il maggior partito italiano. Questa è la ragione giusta per la quale non si doveva parlare male del Presidente? Ho provveduto a scrivere anche al capo dello stato tutta la mia dipprovazione.
Pensate alle tante liste che sono state escluse adesso e in precedenza per motivi anche futili.
Adesso si è fatto un decreto per interpretare la legge con l'assenso del capo dello stato.
L'interpretazione delle leggi è il lavoro che fanno i giudici e non ill legislatore.
E noi dovremmo non palare male di chi ha fatto la legge cioè il governo Berlusconi e di chi la promulgata ?
Ci sono troppe analogie con un periodo buio della nostra storia quando Mussolini potè fare leggi per il proprio comodo e l'opposizione discuteva, discuteva, discuteva.
Ricordatevi che questo è un passo ulteriore verso la dittatura e non la democrazia.
Le leggi sono uguali per gli altri ma non per me. Questa la posizione avvallata dal Presidente.

Non replico a chi dice che dice che non dico di Berlusconi, dico solo che forse non ha capito di cosa stiamo parlando !

Flavio ha detto...

Rispondo con le parole di Scalfari: "Le sortite *sprocedate* di Di Pietro sono da respingere senza se e senza ma". Di Anna Finicchiaro:" la proposta INSENSATA di Di Pietro di mettere sotto impeachment il Presidente Napolitano vuol dire attaccare l'unica risorsa democratica, l'autorità massima di garanzia nel Paese; e per andare dove"? Interrogativo che giriamo al neo Paganini e ricordargli inoltre che Di Pietro ad inizio settimana invocava "una soluzione politica" - e Venerdì u.s. in un intervista all'Unità diceva - "per il grande rispetto che ho verso gli elettori del Pdl mi auguro che siano messi nelle condizioni di votare". Il 5 marzo 2010!! DUE GIORNI FA'; con quale sistema? Si continua con il solito "gioco" si lancia il sasso e si nasconde la mano? Il Presidente della Repubblica anche se in un primo momento avesse negato la firma al decreto, cambiava poco, il Governo l'avrebbe ripresentato tale e quale -se non peggiorativo- e a quel punto non poteva più esimersi dal firmare. Non siamo in una Repubblica Presidenziale, nonostante due anni di continui attacchi al Capo dello Stato, Di Pietro non se n'è ancora reso conto? Per scongiurare "novelli Mussolini" gli elettori nelle proprie mani avranno il 28/29 Marzo un'occasione unica: IL VOTO. Speriamo no se la lasciano sfuggire. Sabato 13 ne abbiamo un'altra: la manifestazione a Roma. Vedremo nei Pulman se tutta questa indignazione si concretizzerà in presenze fisiche. Anche qui a Filottrano. Oppure viceversa contunuerà ad essere sempre valida quella massima di epoca mussoliniana: " armiamoci e partite".
PS: Alla fine sai quale sarà il rischio più grande di questi incompetenti e buoni a tutto, meno che governare? Che se dalle urne uscirà vincente la Bonino sono capaci di non promulgare il decreto (hanno tempo 60 giorni)e di invalidare le elezioni!! A quel punto: colmo dei colmi ad invocare l'approvazione saremo noi!

PD Filottrano ha detto...

Ritorno al tema del post per ringraziare vivamente tutti coloro che ieri hanno partecipato al pranzo. Grazie ad Emanuele Lodolini che, nonostante i suoi impegni, e anche quelli familiari, è venuto a portarci il suo saluto.
Grazie a Paola Andreoni sempre vicina alle nostre iniziative e a Guido Carletti, in rappresentanza dei Repubblicani.
Un ringraziamento speciale va poi a Daniele, Gianluca e al signor Luciano per aver accolto il nostro invito.
La loro partecipazione è stata un ottimo inizio per portare avanti e insieme temi fondamentali per il nostro territorio e per chi vi abita.

Anonimo ha detto...

Vedi caro anonimo leggendo i tuoi scritti(strafalcioni compresi)il tuo anonimato, via via tende a sbiadirsi, lo diventa sempre meno,ed inizia a prendere forma, e sembianza fisica sempre più precisa. (almeno credo) Se è come penso,le tue iniziali dovrebbero essere queste: D.C. (ma non inteso come Democrazia Cristiana- tutt’altro). Tra anonimi ci si intende!! Anzi, il tuo vecchio partito di riferimento, annoverava tra le proprie fila nostalgici di quell’epoca; che Ora paragoni con l’esistente, dove riscontri esserci “ troppe analogie con un periodo altrettanto buio della nostra storia quando Mussolini poté fare leggi per il proprio comodo e l’opposizione discuteva, discuteva, discuteva …”! E’ un quello che fa Di Pietro, discute a “vanvera”e d’altro. Che la strada sia “avvallata” come dici Tu è verissimo, ma i vari “avvallamenti” sono stati prodotti non dal Capo dello Stato (che hai preso di mira con i tuoi vaneggiamenti), ma di quel tizio- leader del “partito dell’amore”- che in passato anche Tu con il tuo voto gli hai permesso di renderla tale(sempre se il mio fiuto non inganna!) Lo stesso Tizio che ora non fa che prendersi gioco del PD- facendo contenti quelli come Te con titoli a nove colonne sui “suoi giornali”, con frasi tipo: “PD ammanettato da Di Pietro”. Mentre “il Titanic” affonda voi continuate a ballare, e a fregarvi le mani. Da un “polista pentito”. Diverso da te.

Flavio ha detto...

Nemici
Il blog a cura di Giovanni Maria Bellu condirettore de l’Unità
Mandiamoli a casa
Prendiamoci il buono di questa penosa vicenda. La chiarezza, per esempio. Se ancora esisteva qualche speranza che Silvio Berlusconi e il suo clan politico-affaristico potessero essere interlocutori in una normale dialettica democratica, adesso è definitivamente caduta. Avrebbero potuto dire: i nostri hanno fatto una sciocchezza, ce ne prendiamo la responsabilità e vi chiediamo di essere comprensivi. A nessuno piace vincere senza avversari e forse una soluzione condivisa sarebbe stata trovata. Hanno preferito le minacce, la prepotenza, la truffa. In fondo hanno confessato.
Ai critici del presidente Napolitano, suggeriamo di leggere sul Corriere della Sera di ieri il resoconto (non smentito) di quanto è accaduto giovedì sera al Quirinale quando il capo del governo si è rivolto al capo dello Stato con modi che chi era presente ha definito "brutali". E ha cercato di imporgli «con toni perentori e ultimativi» un decreto ancora peggiore di quello che poi è stato emanato. E uniamo a questa circostanza le parole dette da Ignazio La Russa - che è sì un personaggio folkloristico, ma attualmente ricopre la carica di ministro della Difesa - quando ancora era in discussione l'ammissione delle liste del Pdl nel Lazio e in Lombardia: «Non ci fermeremo davanti a niente». E, infine, soffermiamoci su qualche circostanza minore, ambigua a sordida, come la visita notturna a palazzo Chigi di Alfredo Milioni, l'uomo del panino, il responsabile materiale del pasticcio laziale. In qualunque altra parte del mondo, l'autore di un errore di questa gravità sarebbe stato licenziato in tronco. Non Alfredo Milioni, depositario di un segreto prezioso: le vere ragioni di quel ritardo. E cioè del gioco di coltelli e di veleni che sta avvelenando il Partito della libertà e la nostra democrazia.
Ma prendiamoci il buono. Oggi è la notte degli Oscar. E noi, grazie al decreto-confessione del governo, siamo nelle condizioni di assegnare gli Oscar della notte della Repubblica. Da quello per la sceneggiatura (attribuito al Pdl per la capacità di rovesciare i ruoli, cioè di rivoltare la frittata), a quelli per i migliori attori, protagonisti e non.
Sono tutti molto preoccupati perché i sondaggi, ai quali tengono più che alla Costituzione, stanno rivelando che il paese è stufo. Sono molto allarmati perché hanno visto un'opposizione capace di reagire con prontezza. E non a caso hanno subito utilizzato le uscite ingenerose di Antonio Di Pietro contro il capo dello Stato per incrinarne il fronte. Il presidente ha fatto l'unica cosa possibile davanti a un premier che ha in totale spregio la democrazia: evitare di dargli pretesti per soffiare sul fuoco e provocare un incendio che sarebbe stato molto difficile domare.
Adesso gli Oscar della nostra notte sono là, con la loro protervia e le loro liste irregolari recuperate per decreto, con i loro ricatti reciproci e gli odi che la paura di perdere rinfocola. Prendiamoci il buono. Quello, per esempio, dei tre ventenni che Francesca Fornario racconta a pagina 7: un centrosinistra finalmente unito che riempie di voti le urne rubate.
(Filo rosso dell'8 marzo 2010)

Trascritto da F.A.

Anonimo ha detto...

Rispondo all'anonimo che mi chiama D.C.! non mi sembra di aver visto la tua firma o sbaglio ?
Poi mi scuso tantissimo per gli strafalcioni, ma sai siamo in un blog e non stò scrivendo una tesi di laurea.
A me sembra che tu non abbia capito molte cose su quanto scritto sinora e quindi provo a chiarire:
- Io non sono un iscritto all'Idv e non sono nemmeno simpatizzante.
- Io non sono D.C. e non so con quale elucubrazione tu abbia ricavato queste iniziali.
- Io non ho scritto che la colpa c'è la solo il Capo dello Stato e non Berlusconi.
- Io ho scritto che il Presidente doveva svolgere il suo lavoro a prescindere da chi ha emanato il decreto e dal fatto che se reiterato doveva per forsa firmarlo.
- Io ho scritto che a livelli istituzionali certi passaggi sono essenziali, altrimenti saltano tutti i contrappesi di controllo.
- Io non sono mai stato iscritto nelle liste della DC
- Io non vaneggio come asserisci ma ho evidenziato alcuni aspetti, tra l'altro condivisi da moltissime persone in Italia, non importa di che parte politica poi siano.

Non capisco perchè il PD ha organizzato una manifestazione per sabato prossimo. Su che cosa si basa la protesta ? La soluzione adottata da Berlusconi nel decreto è stata preventivamente concordata con il Presidente. Se questo, come asserite (guai a toccare un membro del partito...qui non si sbaglia mai..) non ha nessuna colpa perchè fare la protesta?
Il problema del PD non è Di Pietro ma sta nella coerenza del suo operato, su certi passaggi l'elettorato pretende scelte chiare e nette. Mediare sempre comunque e difendere cause perse non serve proprio a nulla.
Saluti

P.S. Mi scuso anticipatamente per gli errori di italiano ma non ho riletto quanto scritto.

Anonimo ha detto...

la manifestazione del PD avrà le sue parole d'ordne, che non saranno ovviamente contro il Capo dello Stato, ma verso questi incompetenti e pericolosi che stanno demolendo giorno per giorno quel che resta della nostra fragile Democrazia. Di Pietro se continua su questa strada forse la sua presenza non sarà gradita. Se ancora nutri dei dubbi su che razza di personaggi abbiamo a che fare dovresti accogliere l'invito che in questo stesso spazio ci rivolge il condirettore de l'Unità: rileggere il pezzo di ieri pubblicato dal Corriere della Sera. Oltre la parte finale della lettera risposta che Il Presidente ha dato a due cittadini. Forse il Tuo giudizio su Napolitano cambierà. Da un neo simpatizzante PD. Ciao

Anonimo ha detto...

Ma di quale membro di partito parli? Continui ad insultare il Presidente della Repubblica! Lo accusi di essere di parte(?)Vergognati! E hai il coraggio di continuare a sostenere di essere sobrio, di non VANEGGIARE!!!

Anonimo ha detto...

Di che cosa mi dovrei vergonare?
Di pensarla diversamente da te?
Io non ho insultato il capo dello stato, ho detto solamente che ha sbagliato a promulgare il Decreto e aveva tutte le prerogative per rimandarlo al mittente.
Per ulteriore precisazione ho anche detto che la colpa di tutto questo pasticcio è del governo ma comunque resta il fatto che il presidente non doveva firmare.
LO RIPETO, IO NON HO NULLA A CHE VEDERE CON DI PIETRO e non capisco perchè lo tiriate sempre fuori. Forse avete preoccupazione per i tanti voti che vi porterà via? Di certo la sua azione è quantomeno più coerente con quella del vostro partito.
In ultimo scusatemi quando una persona la pensa in modo diverso non va scacciato altrimenti fate il solito circoletto chiuso.

Non siamo così in pochi:
Da Repubblica di stamane
Benvenuti nella Repubblica del Male Minore. Cos'altro si può dire di un Paese che ormai, per assecondare i disegni plebiscitari di chi lo governa, è costretto ogni giorno ad un nuovo strappo delle regole della civiltà politica e giuridica, nella falsa e autoassolutoria convinzione di aver evitato un Male Maggiore? Carlo Azeglio Ciampi non trova altre formule: "La strage delle illusioni, il massacro delle istituzioni...". Ancora una volta, l'ex presidente della Repubblica parla con profonda amarezza di quello che accade nel Palazzo. Dopo il Lodo Alfano, il processo breve, lo scudo fiscale, il legittimo impedimento, il decreto salva-liste è solo l'ultimo, "aberrante episodio di torsione del nostro sistema democratico".

Come vedete io non offendo nessuno.
Saluti

Anonimo ha detto...

Prima non eravamo pochi a pensarla così, adesso ciminciamo ad essere in molti. Da Repubblica di oggi:

Ma in questa occasione non si può negare che il Quirinale sia dovuto passare per la cruna di un ago particolarmente stretta, e che secondo molti ne sia uscito non proprio al meglio. In rete e sui blog imperversano le critiche: Scalfaro e Ciampi, si legge, non avrebbero mai messo la firma su questo "scempio"

Saluti

pensatore libero ha detto...

Scusate se mi intrometto nella discussione, ma noto un sacco di esagerazioni che non servono.
La nostra povera Italia ne ha viste di peggio, e poi non bisogna mai dar alito a questo clima di perenne scontro, preferisco il confronto!
In fondo noi Italiani non siamo così stupidi e ci rendiamo conto cosa è stato fatto, e chi non ha chiesto apertamente scusa agli italiani. Fra pochi giorni ci potrebbe essere una bella prova di responsabilità civile.
Secondo me vanno condannati sia chi ha sbagliato e non si è scusato per l'accaduto (e Napolitano ha solo fatto quello che giustamente poteva e doveva fare) e chi come Di Pietro non fa altro che mettere altro esplosivo in un Italia che sinceramente ne farebbe volentieri a meno.
Almeno per me, se poi qualcuno ha interesse di tenere acceso questo tipo di clima per fini propagandistici...

Flavio ha detto...

Il Male minore è una frase del Presidente Fini, mentre i "Finiani" dicono questo: Se Napolitano avesse accettato la prima ipotesi che Berlusconi con arroganza impressionantevoleva imporgli, avremmo avuto si una lista Pdl nel Lazio, ma anche l'OCSE e i caschi blu che vigilavano sulle nostre elezioni, con quest'ultimo decreto, si è inoltre rischiato un incendio difficilmente domabile". Nessuno di noi condivide questo obbrobrio ,ma a differenza di molti "vergognosamente irresponsabili" -così Onida Presidente emerito della Corte Costituzzionale ha definito quelli che continuano a sbagliare bersaglio- combattiamo nei fatti verso chi ha commeso l'ennesimo scempio alle regole democratiche che sonoe rimangono PAPI e la sua irresponsabile cricca. Per sabato abbiamo organizzato la manifestazione, gli slogan non saranno contro il Capo dello Stato, stattene certo. Nel Lazio e in Piemonte i nostri Presidenti di Regione hanno fatto ricorso alla Consulta per abuso di potere del Governo, per aver messo mano su una materia non di sua competenza; non per abuso di potere del Capo dello Stato. Per quanto riguarda i lavori parlamentari il nostro vice segretario Enrico Letta ha detto così: "da domani faremo ostruzionismo totale alla Camera e al Senato, faremo in modo che non passi più niente compreso il decreto del governo per le regionali. Questa decisione è dovuta dal fatto che il governo non rispetta le regole minime di farir play nei confronti dell'opposizione e che dopo aver violato le regole, Berlusconi ricopre di insulti la stessa. Ora c'è da chiedersi se verrà convocato un Cons. dei Ministri urgente per fare un decreto Legge che abolisca il TAR del Lazio". Mentre Maroni -MINISTRO dell'Interno- ancor prima della sentenza del TAR aveva sostenuto:" se il Tar decide che una lista è fuori, rimane tale, nonostante il nostro decreto". Non sarebbe il caso di vigilare su queste impegnative parole del Ministro, visto che questa frase dopo averla sentita dire al TG3 delle 19 (prima quindi della sentenza) è stata poi "tagliata" nei TG seguenti - TG1 e TG2-? Il PD nonostante papi continui a dire di essere stato "AMMANETTATO" da Di Pietro- è poi questo poi il messaggio che passa attraverso i mass media, e arriva all'opinione pubblica più distratta- resterà attenta vigile ai continui colpi di coda di un regime ormai al tramonto, saremo in difesa e protezione della nostra Democrazia , a fianco del Presidente della Repubblica. Saluti democratici da Flavio Antinori

Anonimo ha detto...

citazioni citazioni citazioni...questo ha detto...quell'altro ha detto ...
E BASTA!!!
Ma voi del PD, che ve la prendete tanto con Di Pietro, non avete sperato neanche per un istante che il Presidente della repubblica non firmasse? Non siete rimasti un po' delusi nell'apprendere che il dcereto era stato promulgato? Lo davate comunque per scontato e pertanto difendete a spada tratta le scelte di Napolitano?
MA ALLORA CHE OPPOSIZIONE SIETE?

Anonimo ha detto...

a chi ha riportato la lettera di Napolitano. Il presidente scrive “…il problema da risolvere era da qualche giorno quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici" e perché le altre volte non c’era la piena partecipazione perché qualcuno veniva escluso? Anzi in queste stesse elezioni qualcuno viene escluso, ma dato che sono partiti piccoli, chi se ne infischia!..."non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana, il candidato Presidente e la lista del maggior partito politico di governo per gli errori nella presentazione della lista contestati dall’ufficio competente”. Quindi il problema è che la Regione era grande, Lazio o Lombardia e che il candidato della lista erano del maggior partito politico di governo? E se fossero stati una Regione di media grandezza e un partito di media dimensione e se fossero stati una regione piccola e un partito piccolo, hanno meno diritto quelli piccoli rispetto a quelli grandi? C’è un limite oltre il quale si può tranquillamente violare la legge, vantando di avere i muscoli più forti e di gridare più forte? Perché questo è quello che ci viene raccontato. E chi lo stabilisce se il partito è grosso? Le elezioni e le elezioni non ci sono ancora state e in base a cosa il Capo dello Stato decide che questo è un partito grosso e se dovesse crollare all’improvviso per un motivo misterioso che noi non sappiamo? Si basa sui sondaggi per decidere i decreti?

Flavio ha detto...

Restiamo Uniti di Andrea Camilleri
I lettori de l’Unità sono una categoria speciale all’interno dell’enorme folla dei lettori di Andrea Camilleri. Lo hanno conosciuto non solo come il padre del commissario Montalbano, come autore di decine di romanzi storici e di saggi, ma anche come “lo chef” che, fino al maggio scorso, assieme a Saverio Lodato, ha servito quotidianamente un piatto di riflessioni, spesso amare, su quanto accade nel nostro paese. Poi lo chef ottantaquattrenne ha preso un periodo di riposo. Lo ha interrotto ieri, come spiega nelle righe che seguono, per dare ai lettori de l’Unità una ricetta contro i freddi di questo interminabile inverno.
“ Ieri sera sono intervenuto alla presentazione del libro * un inverno italiano *, edito da Chiarelettere, che ho scritto insieme a Saverio Lodato e in cui abbiamo raccolto le nostre rubriche per l’Unità. L’ho fatto perché tra i vari sconvolgimenti atmosferici con i quali siamo ormai costretti a fare i conti, c’è un fatto certo che mi atterrisce: questo inverno italiano dura ormai da troppo tempo. Forse, visto che a queste elezioni amministrative, si è finito col dare, da parte di Berlusconi, ancora una volta il significato di un referendum sulla persona, mi pare che sarebbe la volta buona, non dico per provocare la fine dell’inverno ma, almeno, una pausa del diluvio. E mi auguro che l’opposizione non finisca ancora una volta col perdere non tanto per fattori esterni, quanto per polemiche interne. Si era visto in questi giorni, soprattutto al’’indomani del decreto, un certo suo ricompattamento. Ma subito dopo è arrivata una doccia fredda, come se non bastasse la doccia dell’inverno. La prima avvisaglia è stata la voce del possibile ritiro dei radicali. Sarebbe a mio avviso, una scorrettezza gravissima pari, forse, alla scorrettezza del Pdl (e quante sono state ce lo dice anche la sentenza di ieri del Tar del Lazio) che il decreto ha tentato di sanare. In parole povere, il ritiro di Emma Bonino significherebbe negare il voto all’intera opposizione di sinistra. Pregherei poi tantissimo quelli del Partito Democratico di non enfatizzare troppo le dichiarazioni di Di Pietro il quale, spesso e volentieri, sembra perdere il senso e il significato di alcune parole. Detto tra parentesi, le trovo meno calibrate di quando faceva il pubblico ministero. L’importante è trovarsi tutti uniti e cercare di battere Berlusconi con la vera arma della democrazia che è il voto popolare. Mi sembra che la manifestazione di sabato prossimo, alla quale purtroppo ancora una volta potrò essere presente solo con lo spirito, possa essere la cartina di tornasole per saggiare la vera compatta volontà dell’opposizione di dare una prima vera spallata a questo governo. E al suo leader che riesce ogni giorno di più a dividere un Paese che, invece, avrebbe necessità assoluta di unità. Quell’unità per la quale ogni giorno il Nostro Capo dello Stato Giorgio Napolitano è costretto a fare gli straordinari”. 09-03-10 Penso non ci sia nulla da aggiungere. Trascritto da F.A.

pensatore libero ha detto...

Io penso, che ormai bisogna lasciar perdere, aldilà delle mancate scuse agli italiani da parte del PDL (e anche di Di Pietro per le offese al nostro Presidente), del modo che si è usato ed abusato del potere, vi invito comunque a riflettere che tutto ruota su un "errore formale", e strumentalizzare all'eccesso una formalità non va bene.
Perchè in fondo il nocciolo della questione sono le elezioni del 28 e 29 marzo, e non vorrei che questa battaglia ideologica sulla "forma" possa far passare in secondo piano la "sostanza" e i programmi di queste elezioni.
E in questo senso anche le manifestazioni che si vogliono organizzare sono uno sbaglio colossale.
Buona giornata.

Anonimo ha detto...

E bravi PD Filottrano: prima criticate di strumentalizzare il tema dei disabili per soli fini elettorali (vedi post precedenti) e poi ci basate l'inizio della campagna elettorale.
Questa si che è serietà!!

Anonimo ha detto...

mah..a dire il vero della casa della salute e di sanità ne parliamo oramai da più di due anni.
con numerose iniziative (basta che clicchi sull'etichetta sanità a destra per vederle). Non mi pare che sia una strumentalizzazione elettorale.

Poi forse ti sei perso qualche pezzo visto che la campagna elettorale l'abbiamo già iniziata parlando di economia e di energie rinnovabili e non la iniziamo e la affrontiamo solo con questo argomento.

inoltre se cerchiamo delle soluzioni riguardo un argomento importante per tutti i cittadini non mi sembra affatto una strumentalizzazione. Lo sarebbe se fosse soltanto una critica generica, invece cerchiamo di portare una proposta concreta e fattibile ad un problema di filottrano.

Ultimo, abbiamo accolto la richiesta fatta da Daniele e dal signor Luciano e speriamo di fare insieme qualcosa di concreto sulla tematica della disabilità, magari proprio l'incontro di lunedì può esserne l'inizio.

Ultimissimo: ti invito lunedì al convegno, magari puoi capire meglio come vogliamo trattare la questione e ci puoi dare anche dei suggerimenti. La questione va affrontata insieme.
Ti aspetto
N.

Anonimo ha detto...

Caro "Pensatore Libero" non è un problema di stupide formalità la Democrazia si basa su regole che siano si condivise ma poi queste debbono essere valide per tutti e da tutti rispettate.
Le norme elettorali sono indisponibili per una sola parte in causa, soprattutto quando opera a palese vantaggio di se stessa, sotto gli occhi di tutti, e per rimediare a quegli stessi suoi errori che violando le regole l' hanno penalizzata nella corsa al voto. Intervenire da soli, ex post, con norme retroattive, a meno di un mese dalla scadenza elettorale, scrivendo decreti che ricalcano clamorosamente gli sbagli commessi per cancellarli, è un precedente senza precedenti, che peserà nel futuro, così come pesa oggi nel logoramento delle normative, nella relativizzazione delle procedure, nella discrezionalità degli abusi, sanati a vantaggio del più forte. In una parola, questo abuso pesa sulla democrazia quotidiana che fissa la misura di se stessa - a tutela di ognuno - in passaggi procedurali che valgono per tutti.
Berlusconi doveva chiedere un incontro congiunto con i suoi capi e presentarsi dicendo semplicemente la verità, e cioè denunciando gli errori compiuti dal suo schieramento, assumendosene interamente la responsabilità come dovrebbe fare un vero leader, chiedendo se esiste la possibilità di un percorso condiviso di comune responsabilità per rendere la competizione completa e reale dovunque, nell' interesse primario dei cittadini elettori.
Tutto questo, che dovrebbe essere un elementare dovere istituzionale e politico, è tuttavia inconcepibile per una leadership eroica che non ammette errori propri ma solo soprusi altrui, mentre prepara abusi quotidiani.

Questi non sono stupidi formalismi ma sono la base della nostra convivenza che chiamiamo civile, i programmi di fronte a ciò non hanno nessuna importanza. Anche perchè poi nessuno li rispetta.
Quindi ben venga la manifestazione e le iniziative che ci ricordano che qualcuno sta violando, forzandole, continuamente le regole che ci siamo dati.
Saluti

pensatore libero ha detto...

Caro anonimo, innanzitutto non le ho definite "stupide formalità" che è una sua definizione.
Sono totalmente daccordo con lei che la legalità e le normative vanno rispettate senza se e senza ma.
L'errore della maggioranza più grave è quello di non aver chiesto scusa agli italiani per l'accaduto, ma detto questo provi a riflettere con "calma":
prima del fatto della presentazione delle liste, qualcuno del PD o altri pensava che le elezioni (in questo caso nel Lazio) erano una corsa senza il PDL?
Abbiamo capito tutti lo sbaglio, ma non strumentalizziamo sempre tutto per gettare ancora benzina sul fuoco in questo clima di eterna conflittualità.
A chi serve questo clima di conflittualità? Al paese? Ai cittadini?
Andiamo, semmai può servire a chi in campagna elettorale fa gioco su questo.
Ma sarà mai possibile qui in Italia vedere la controparte politica non come un nemico contro cui combattere ma come un partito con cui sia possibile anche dialogare, ragionare per arrivare magari a qualche soluzione condivisa per il bene di tutta la nazione?
Lo so che per ora è un utopia, ma iniziamo a dare l'esempio e stemperare i toni, e gli italiani sicuramente al voto premieranno la moderazione.
Saluti.