mercoledì 10 marzo 2010

Come si vota

Spot elezioni rivisto (in chiave ironica) alla luce delle recenti disposizioni del decreto legge interpretativo.

 

49 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe opportuno inserire anche il filmato della conferenza stampa di Berlusconi di ieri, tenuta per giustificare i comportamenti della sua cricca; ma utilizzata soprattutto per attaccare "la sinistra italiana definita nientemeno che sovietica". Forse quel pezzo non farà ridere altrettanto; ma per chi non ha avuto modo di vederlo nella sua intierezza, (parlo della parte finale)sarà un motivo ulteriore di riflessione per comprendere IN CHE MANI SONO STATE AFFIDATE LE SORTI DEL NOSTRO PAESE. Un giornalista prima irriso per il suo aspetto fisico, poi gli vengono messe le mani addosso, strattonto fisicamente, per il solo fatto di aver rivolto una domanda. L'unico suo torto è di averla sovrapposta ad altra, forse la sua, a differenza dell'altra scomoda. Abbiamo poi letto che che questo tizio, un freelance non è nuovo a questo tipo di provocazioni, si è comportato così anche in un recente passato nei confronti di diversi esponenti politici, come è capitato a Pannella, Veltroni, Violante, D'Alema ecc. Ovviamente nessuno di loro ha tenuto un comportamento analogo al Ministro La Russa & C. Grazie, un cordiale saluto.

Anonimo ha detto...

lo cerco e se lo trovo lo pubblico, grazie della segnalazione.
n.

Anonimo ha detto...

http://tv.repubblica.it/copertina/la-russa-e-il-contestatore/43729?video


eccolo basta copiare l'indirizzo per vederlo

Flavio ha detto...

Il direttore de l'Unità Concita De Gregorio
10/03/2010
I trofei in vetrina

Al campionato mondiale di balle spaziali il sedicente statista di Arcore si è presentato in sella ad un panino volante e ha vinto in mondovisione mentre il suo ministro della Difesa due metri più in là in un rigurgito di gioventù aggrediva fisicamente un giornalista in conferenza stampa. Provate solo per un istante a immaginare la stessa scena alla Casa Bianca o all'Eliseo. Non può succedere in alcun luogo dell'orbe terracqueo con l'eccezione forse di alcuni paesi subequatoriali a sistema di governo tribale - in quel caso tuttavia non ci sono le tv satellitari a riprendere il capo tribù col gonnellino, di solito - o, certo, nelle dittature sebbene anche in questo caso sia piuttosto raro vedere il ministro in persona, della Difesa per giunta, che solleva per la giacca una persona arrivata lì con la sola intenzione (legittima, prevista e si suppone desiderata: si chiama conferenza stampa per questo) di fare una domanda. Normalmente il ministro - nella dittatura - dà un'occhiata al gorilla e costui interviene, meglio se in un momento di distrazione generale. Il primato del mondo spetta oggi dunque all'Italia, povera quest'anno di Oscar e di medaglie olimpiche: una rivincita, in un certo senso. Il primatista si è aggiudicato anche il trofeo minore di ribaltamento di frittate, specialità della tradizione popolare indigena, premio ottenuto addirittura sovrappensiero perché - mostra il replay - qualcuno continuava a disturbarlo passandogli biglietti da tergo.
C'è pochissimo da ridere, in realtà. Lo si fa un po' per pudore verso chi ci guarda (nella speranza di suscitarne l'attenzione, comunque: ehi, comunità internazionale, siamo qui) un po' per timore che gridare troppo al lupo crei assuefazione, meglio ogni tanto cambiare registro così il pubblico da casa sta più attento. Raccontare questa storia precisando cosa sia vero e cosa no è diventato impossibile - Milione e Palloni, Carlomagno, persino i nomi remano contro - senza essere trascinati dal campione del mondo nel suo stesso gioco. Il quale, per inciso, sembra essere quello - antichissimo - di creare tensione per distogliere dalla perdita di consenso. Quando il primatista è in difficoltà spara sempre a sorpresa: un razzo multicolore così tutti fanno oooh. Anche la tecnica, quella della provocazione, è vecchio stile. Cerchiamo di restare composti, di non cadere nel tranello. Mentre Milione anziché essere esposto al pubblico ludibrio continua a frequentare come intimo il Palazzo (sarai senatore, gli ha promesso il campione del mondo) altre cose nei dintorni succedono: il partito del fare non riesce a trovare una data per la manifestazione di piazza, sono tutte già prese, ma con la mano sinistra dà il via libera al legittimo impedimento che consente al primatista di evitare l'ostacolo del tribunale. Il suo governo accorcia i termini della cassa integrazione incurante dell'unico vero reality in corso, quello dei cassintegrati all'Asinara. Il Csm dice che la democrazia è a rischio e l'Italia intera si mobilita per la scuola pubblica, leggete la storia di Francesca che a 53 anni rischia di andare in pensione da precaria. Poi preparatevi per sabato, che anche se piove ci si vede lì. È col voto che li manderemo a casa, a lustrare i loro trofei spaziali e riporli in vetrina.

Anonimo ha detto...

Ora scendono in campo anche i Carlomagno a fare da spalla all’attore principe in questa tragica commedia nel teatrino della politica italiana. La politica ridotta in questi termini è solo un dramma recitato da attori di operetta da saloon di periferia dedichi a ridicolizzare il nostro Paese. Che pena!!! Essere costretti assistere a questa decadenza politica, etica morale, dove non conta più ciò che accade nella realtà, ma far intendere ciò che conviene. Un Paese alla cui guida si ritrova un simile pilota quanta strada crede di poter percorrere? Chi viceversa intende percorrerne assai, sapendo benissimo di avere davanti a se un tracciato tutt'altro che rettilineo (non è patrimonio del nostro Paese)non può permettersi di avere alla guida persone alterabili, con idee annebbiate e addirittura menzognere. Il nostro Paese ha davanti a se un momento topico della propria storia. L’Italia ha estrema necessità di una classe politica, e dirigente affidabile, sincera, seria, lucida, “del fare” sì, ma non i propri, ma gli interessi di tutti. Assistere ad una conferenza stampa, come è capitato oggi(ieri) è quello che non avremmo voluto vedere mai: un capo di governo con al seguito il proprio Ministro della difesa, ridursi ad una propaganda di miserrimo livello, da mediocre illusionista, goffa, volgare, irridente, minacciosa, manesca, vagamente squadrista, abbondante in verità di comodo. Fatti che dovrebbe far raddrizzare le antenne- anche ai più scettici- sui reali pericoli che corre il nostro Paese. Dovrebbe allertare le sensibilità democratiche anche dei più dubbiosi e critici nei confronti di una classe politica non sempre in sintonia con il proprio popolo. Invece purtroppo non tutti sono ancora consapevoli della gravità del momento. Alcuni riescono persino a cavalcare le nostre miserie e portarle al di fuori dei patri confini, irridere la massima Figura Istituzionale, com’è capitato alla europarlamentare dell’Idv: Sonia Alfano che non ha trovato di meglio che alzare cartelli- nel Parlamento Europeo- con slogan irriguardosi rivolti al Capo dello Stato, tipo: “vendesi Repubblica, rivolgersi a Napolitano”. Mentre il suo sodale di partito, Pardi, nel Senato della Repubblica è intervenuto per parlare delle”minacce al Capo dello Stato da parte di Berlusconi perfetto energumeno istituzionale”. Per quanto tempo ancora dobbiamo assistere a questi miserevoli “giochetti”?

Anonimo ha detto...

LEGITTIMO IMPEDIMENTO :

Con le nuove norme approvate con

il voto di fiducia,

Silvio non potrà essere giudicato

prima del 21 Dicembre 2012,

corrispondente al giorno

della preannunciata fine del mondo.

Il giudice dovra vestire

completamente di bianco,

avere una lunga barba bianca,

ed indossare un triangolo

luminoso sulla testa !!


Saverio

Flavio ha detto...

03/2010 Concita De Gregorio
Un'altra? E' tuo zio

Il Cavaliere inesistente ha una tecnica formidabile: nella difficoltà e nella colpa, lungo l'antico cammino del negare l'evidenza (tipo: «Io con un'altra? Ti sbagli, in questa stanza non vedo nessuno») ha compiuto un geniale passo avanti. Non si limita a negare: afferma il contrario. («Quella che vedi nella stanza è tuo zio»). Lo fa con metodo, sfacciataggine, disprezzo dell'intelligenza altrui. Di per sé sarebbe poca cosa: basterebbe ogni volta mostrargli che no, vedi, non è mio zio. Il fatto rilevante, quello che si studierà nei libri di storia, è che milioni di italiani sono vittime del sortilegio, incapaci di vedere coi propri occhi e di dire: ma che sta dicendo, è il contrario. Quel che ne fa un pericolo pubblico è il disegno, scientifico e ad uso privato, che c'è dietro. Notissimo anche quello, per chi ne abbia memoria: era tutto scritto nel programma della loggia massonica P2 della quale Berlusconi era tesserato e che tanti vantaggi gli ha garantito. Dividere i poteri e indebolire la magistratura, zittire la stampa, conquistare l'egemonia televisiva. Infine - mi scuso per la sintesi estrema - alimentare tensione sociale, cercare deliberatamente l'incidente, provocare, aizzare le piazze. Era (è) il programma per un colpo di Stato: le modalità variano secondo le circostanze, il nostro è gelatinoso.
Ieri abbiamo avuto un saggio da manuale della tecnica descritta. Il capo del governo (mimando i pugni di Primo Carnera) ha detto che il Paese è in ripresa. La realtà è che in Italia ci sono più di due milioni di disoccupati, 307 mila sono nuovi. La cassa integrazione è cresciuta in un anno del 123 per cento, 98 milioni di ore solo a febbraio. Il Pil è diminuito del 5, la produzione industriale del 3. La pressione fiscale sul lavoro dipendente è del 44,4 per cento. Il paese è allo stremo: non tutto certo. La cricca sta benissimo. Il senatore Di Girolamo, applaudito dal Pdl al momento delle dimissioni, ha confessato ieri ai magistrati di aver avuto per sé 1 milione e 700 mila euro come ricompensa per aver favorito il riciclaggio dei soldi della 'ndrangheta. (A questo proposito il Cavaliere ha detto che «la sinistra ha inventato una tangentopoli che non esiste»). Parlando dell'osceno traffico sulle liste elettorali commesso dai suoi stessi emissari - ci sono i filmati, i verbali di polizia: chiunque può rendersi conto da sé - ha detto che «la sinistra sta tentando di fare una porcheria, un disegno ben pensato». Ha detto è lo zio, insomma. Di seguito le minacce: «Daremo una lezione», che all'indomani dello spettacolo offerto da La Russa è un messaggio almeno ambiguo. Lo chiarisce Maroni dal Viminale: rischio attentati sotto elezioni. Lo scandisce il fido Bondi: «È il clima giusto per un attentato». Un crescendo. È lo zio in compagnia dei cugini: io sono la vittima.
Il costante sovvertimento della realtà ha lo scopo di accendere gli animi e di distrarre dai problemi reali, quelli per cui oggi è proclamato lo sciopero generale. Viviamo in un paese dove, dice la Cassazione, «la tutela delle frontiere prevale sul diritto all'istruzione dei minori». Gli immigrati irregolari con figli a scuola se ne vadano, pazienza per i bambini. Il virus leghista dilaga: è giusto, sono negri, ci rubano il lavoro. Ecco, noi siamo qui. Ci meritiamo di meglio, davvero. Possiamo ottenerlo. Rompiamo l'incantesimo. A domani

Anonimo ha detto...

Referente Udc
Dal Corriere Adriatico,13-03-2010
Carnevali approda al partito di Casini

Filottrano Doriano Carnevali approda all’Unione di centro. Il capogruppo consiliare di “Filottrano 2009”, fiero avversario dell’ex sindaco Ivana Ballante nella passata legislatura comunale, è approdato all’Unione di Centro, il partito di Pierferdinando Casini. A darne notizia è Claudia Domizio, segretario provinciale Udc. “ Una scelta al fine di promuovere al meglio la campagna elettorale per l'Unione di centro in vista dell'appuntamento elettorale del 28 - 29 marzo”, recita una nota della Domizio la segreteria provinciale d’intesa con Luigi Viventi, capogruppo regionale nonché capolista dell'Unione di centro della Provincia di Ancona. L’Udc ha deciso di nominare alcuni referenti elettorali per le varie zone della provincia stessa. Tra questi per quanto riguarda la zona di Filottrano è stata individuata la persona di Doriano Carnevali “che ha aderito con passione al progetto politico dell'Unione di centro e che quindi collaborerà con la segreteria provinciale nell'organizzazione delle attività di partito in questo importante momento”. Avete notato inoltre che sui manifesti dei vari candidati Udc in nessuno si fa riferimento all'alleanza con Spacca? Non vogliono farlo sapere? Da un semplice Osservatore

Flavio ha detto...

Lo sgarbo e la viltà
di Moni Ovadia- L'Unità 13-03-10

Le ultime “trattative di pace” fra israeliani e palestinesi, sotto l’egida della Lega Araba e la mediazione statunitense, sono abortite prima di iniziare a causa dell’annuncio della creazione di 1600 nuove abitazioni per coloni ebrei a Gerusalemme est, ovvero in territorio palestinese, autorizzate dal governo di Israele. Abu Mazen, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, si è immediatamente ritirato dai lavori. I principali organi di stampa hanno rilevato ed enfatizzato il grave, imperdonabile sgarbo commesso dai governanti israeliani nei confronti dell’amministrazione Usa nella persona del vice presidente Joe Biden. Il governo di Nethanyahu si è tempestivamente scusato con gli americani. La farsa diplomatica ormai è al di là del senso del ridicolo, il problema diventa lo sgarbo verso il grande alleato, invece l’ignobile vigliaccheria commessa contro il mite Abu Mazen diventa veniale così come passa per veniale l’oppressione di un intero popolo. L’ennesimo episodio di arroganza e di prepotenza di un governo colonialista contro i palestinesi diventa incidente diplomatico. Del resto cosa ci si può aspettare da politicanti reazionari e demagoghi a cui poco o niente interessa la pace con il popolo palestinese perché non hanno alcun interesse per quel popolo, non lo vedono, non sentono le sofferenze di una gente che tengono in prigione da oltre quarant’anni. Non migliore è la comunità internazionale, soprattutto quella occidentale, che tollera la sistematica perdurante violazione del diritto internazionale mentre starnazza di diritti umani fingendo di non vedere ciò che è palese, ovvero che l’equazione ideologica: “occupazione-colonizzazione della Palestina uguale sicurezza degli israeliani” è solo una rivoltante menzogna per legittimare la rapina ai danni di un intero popolo.

pensatore libero ha detto...

In fondo alla nota dell'anonimo dove si parla di Carnevali come referente UDC, in cui parla dei manifesti elettorali senza l'indicazione di Spacca, vorrei evidenziare che chi ha veramente a cuore i nostri principi politici, fatti di idee e valori, siamo entusiasti di questo nuovo progetto innovativo qui nelle Marche e lo stiamo portando avanti con molta decisione.
(Andate sul gruppo facebook Giovani UDC Filottrano e ve ne renderete conto).
Siamo convinti della bontà di questo progetto e ringraziamo il presidente Spacca di dare questa opportunità alla regione Marche che potrebbe avere ampio risalto anche in campo nazionale con una nuova stagione politica, incentrata più sul dialogo costruttivo che sui muri contro muri ideologici che sono tra le cause maggiori dell'immobilismo che colpisce la nostra povera Italia.

pensatore libero ha detto...

Vorremmo inoltre condividere qui condividere con voi, la risposta che abbiamo dato alla Dott.ssa Ivana Ballante, che con una certa presunzione e arroganza ha definito noi che crediamo al nuovo progetto dell'UDC "CAVIE da laboratorio"

La dott.ssa Ivana Ballante, già sindaco di Filottrano per 10 anni e attualmente vicesindaco e candidata al consiglio regionale nelle file del PDL, tramite il suo sito (www.ivanaballante.it) considera gli ex "amici" dell'UDC CAVIE di laboratori!
questo il link: http://www.ivanaballante.it/component/content/article/35-comunicato-stampa/53-laboratori-e-cavie.html

Già proprio così! Questo è lo stile arrogante, volgare e presuntuoso di chi governa la nostra città, che non riesce a comprendere ed accettare il cambiamento della nostra politica, non più legata alle ideologie ma ai valori!
Speriamo che la gente si renda conto con chi abbiamo a che fare!
L'avv. Ivana Ballante è ancora tra chi ritiene la nuova linea dell'UDC sbrigativamente e superficialmente come opportunistica.
Noi senza scendere nel teatrino rissoso della politica di basso profilo gli diciamo solo che sono superate le vecchie contrapposizioni ideologiche figlie del XX secolo e particolarmente evidente in Italia la logica bipartitica di stampo anglosassone è fallita.
Ormai le vere battaglie si fanno sui Valori e per essere credibili bisogna presentarsi con valori forti ed innegoziabili, idee concrete e trasparenti, solo così si potrà creare un argine morale ai mali che sembrano incurabili per la nostra povera Italia come le ultime vicende fatte di tangenti, voti di scambio, proventi illeciti e cosi via.
Ecco perchè l'Unione di Centro ha fatto una scelta molto chiara, non guardando alle ideologie ma ai progetti e alla politica del fare, con una nuova classe dirigente intrisa di quei valori cristiani aperta al dialogo ma forte delle idee concrete.
Quindi essendo queste elezioni regionali è del tutto ovvio che sono state fatte scelte nelle singole regioni creando alleanze dove il dialogo moderato e costruttivo era possibile e andando da soli dove queste prerogative sono irrealizzabili e l'arroganza di certi personaggi politici come la dott.ssa Ballante ne è l'evidenza.
Questa è la semplice e chiara realtà, il resto è solo propaganda politico-elettorale.
Poi le scelte le faranno gli elettori, gente intelligente che saprà scegliere!

Flavio ha detto...

Il direttore: Concita De Gregorio
15/03/2010 Solo domestici

L'uomo più ricco d'Italia (23 milioni di euro il reddito del 2008, +8 milioni rispetto al 2007: ha ragione a dire che la crisi non esiste. Per lui non esiste) nei ritagli di tempo si occupa compulsivamente delle due o tre trasmissioni di informazione superstiti, in particolare si accanisce con un programma di intrattenimento e di satira, quello di Serena Dandini. Una persona normale non se lo spiega. Cosa gliene importa, a uno che fa esattamente tutto quel che gli conviene e che gli pare, che cambia le leggi e le regole del gioco in corso d'opera, che vive da nababbo, che usa il paese come il suo scendiletto, che stipendia migliaia di persone alle quali comanda il da farsi, si tratti di parlamentari, giornalisti, soci minori in affari o di avvocati anche inglesi, cosa gliene importa insomma a uno come il Caimano se di notte, per una mezz'oretta, Serena Dandini diverte quella quota di italiani che si divertono con lei e poi per fare due parole sul serio intervista anziché Emanuele Filiberto Eugenio Scalfari, per dire? Intendo: capisco che a Berlusconi dispiaccia sentire Scalfari ma potrebbe in questo caso, come chiunque di voi a cui dispiacesse, cambiare canale o spegnere la tv. Fare altro la notte: le risorse non gli mancano le idee sul da farsi, come sappiamo, neppure. L'accanimento su «Parla con me» non è un dettaglio: molto più dell'avversione ad Annozero dà la misura dell'ossessione, del delirio di onnipotenza, della confusione fra gestione del bene pubblico e del proprio capriccio. Berlusconi fa così, se il programma notturno non gli piace: chiama uno di quelli che ha messo in un posto di potere con uno stipendio conseguente e lo insulta, lo minaccia, gli comanda di cancellare all'istante quella macchiolina dalla tovaglia candida di peana servili che gli viene apparecchiata ogni giorno. Come la Regina isterica di Alice: come se tutte le strade, in questo Paese, fossero sue. Diceva ieri Serena Dandini che quando decide la scaletta del programma deve fare uno sforzo di concentrazione per pensare «cosa avrei fatto dieci anni fa» e poi fare lo stesso. Come se non fosse successo niente: è una forma di resistenza all'omeopatico gorgo, un esercizio. Stasera, per esempio, manda in onda di nuovo l'intervista a Scalfari: quella. Così, in replica. Sono «trasmissioni di basso livello», dice Bossi. Decidete voi, no?, il basso livello di chi sia. Vedete, decidete.
Come l'Unità vi aveva anticipato il giorno della sentenza del Tar il Cda Rai ha ieri ritenuto di non accogliere quella decisione per la tv pubblica. Lo stop ai talk show, in Rai, resta. Il paradosso è quindi che paghiamo il canone al servizio pubblico per non avere informazione, per averla dobbiamo andare sulle reti private (e di chi siano le private si sa). Canone inverso. Berlusconi e Minzolini sono indagati a Trani insieme ad Innocenzi, l'arbitro che prepara gli esposti che poi esamina ed accoglie, naturalmente su commissione del Capo. Il Capo dice che l'indagine è grottesca - ha già mandato i Bravi del suo ministro don Rodrigo - non lo sfiora l'idea che grottesca sia la storia tutta quanta. Grottesca e tragica insieme, chiarissima: quali giudici comunisti, quali i reati è persino un dettaglio, stavolta. Il fatto è che quando il Capo chiama si obbedisce e basta. Non so se avete capito. Si obbedisce o si tace. È casa sua. Intorno vede solo domestici.

Anonimo ha detto...

In piazza no (e nemmeno alla Camera)

Si sente dire spesso, dalle parti dei centristi di Casini, che l’opposizione si fa in Parlamento, e non in piazza. Argomento opinabile, ma certamente legittimo.

Si fa però fatica a capire come si possa fare opposizione moderata e istituzionale se poi in Parlamento non ci si va, nemmeno a votare le proprie iniziative.

E’ successo oggi, alla Camera, dove è in corso l’esame del famoso e ormai sostanzialmente inutile decreto salva-liste. A Montecitorio le pregiudiziali di incostituzionalità, che avrebbero affossato il tanto discusso provvedimento, non passano per pochi voti. Decisiva, l’assenza di Casini, Buttiglione e altri 15 deputati Udc.

Le cronache parlamentari raccontano di un Franceschini infuriato, e di un diffuso sconcerto tra i banchi dell’opposizione. L’occasione, dicono i democratici, era ghiotta. Si poteva mandare sotto l’esecutivo alla vigilia delle elezioni, e assieme ridare un po’ di fiato simbolico a un Parlamento maltrattato dall’ossessione decretista del governo.

E invece niente.

Con la beffa finale di scoprire che perfino uno dei firmatari delle pregiudiziali, Michele Vietti, anche lui Udc, era anche lui assente.

pensatore libero ha detto...

L'UDC ha mantenuto la sua coerenza, il decreto salva-liste è stato sottoscritto dal presidente Napolitano, e abbiamo deciso di non manifestare proprio per responsabilità civile.
L'astensione va proprio in questa direzione, perchè non riteniamo che sia un decreto che leda i diritti costituzionali.
Abbiamo detto con chiarezza che il PDL ha sbagliato e doveva chiedere scusa agli Italiani.
Ma i problemi veri dell'Italia da discutere in questo momento sono altri.

Anonimo ha detto...

Pensatore libero, o meglio difensore di cause perse. Di quale astensione parli? Non c'erano proprio. Non dovrebbero essere lì ha contrastare le scelte del governo, almeno quelle che non condivide? Se leggi bene quanto è stato pubblicato(ripreso dalla Repubblica di oggi) con la presenza dei 17 Deputati Udc quel decreto salva-liste veniva affossato. Le leggi vengono fatte in Parlamento e votate dai parlamentari. E' questo il loro compito non starsene a casa. Il comportamento tenuto dall'Udc è l'ennesimo esempio della troppa ambiguità che regna in quel partito. Si temporeggia, non si è avuto il coraggio di assestare un colpo al Pdl, perché in alcune Regioni importanti(Lazio, Calabria, Campania) si è ancora alleati. In Campania nientemeno che col sottosegretario Cosentino- la Magistratura ha chiesto l'arresto, come per Di Girolamo- si procede a zig zag, in Parlamento vengono chieste le dimissioni, in Regione ci si allea. I problemi, caro Pensatore, sono questi insieme ad altri, creati sempre dalla stessa Persona (papi)ma l' Udc non ha ancora il coraggio di andare fino in fondo, trarre le definitive conseguenze. Altro che scelte fatte in base ai "valori". Quali?

pensatore libero ha detto...

Guardi anonimo, potrà dissentire e non essere d'accordo con le decisioni dell'UDC, ma la definizione "difensore delle cause perse" è un suo giudizio sindacabile e privo di significato in questo contesto.
Per il resto la linea del partito mi sembra piuttosto chiara, meglio il confronto che lo scontro ad ogni costo.
Parliamo delle vere emergenze del paese più che fare battagle ad personam...

Flavio ha detto...

Salvaliste a un soffio dalla bocciatura alla Camera. Salvato dalle assenze nell'Udc. Franceschini furioso con i centristi
di Andrea Carugati

L'Udc salva il decreto "salvaliste". E' stato solo grazie alle assenze nel gruppo dei centristi che oggi alla Camera la maggioranza è riuscita a bocciare le tre pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni. La Camera le ha bocciate con 259 voti a favore contro 272, sei solo in più della maggioranza richiesta.

«Una maggioranza risicata», commenta Bersani. E il capogruppo del Pd Franceschini, che in questi giorni aveva lavorato di concerto con tutte le opposizioni per garantire una presenza parlamentare massiccia contro il decreto, è furioso con i centristi. Al termine della votazione, ha sbattuto un pugno sul banco e ha scaraventato a terra il fascicolo del provvedimento. Poi si è sfogato con i vertici dell'Udc: «Se fossimo riusciti a bocciare quel decreto oggi, per il Pdl la campagna elettorale si sarebbe messa male», ha tuonato.

Dei 39 deputati dell'Unione di centro, solo ventidue hanno votato. Degli altri 17, due erano in missione: il leader Pier Ferdinando Casini e il presidente Rocco Buttiglione. Quindici invece i deputati che non hanno partecipato al voto e tra loro il segretario Lorenzo Cesa e il vicecapogruppo Michele Vietti che pure era stato il primo firmatario di una delle tre pregiudiziali che chiedevano lo stop all'iter del dl.

In aula erano presenti 532 deputati, di cui uno non ha votato, e la maggioranza richiesta era di 266 voti. Quasi compatta è stata la presenza del Pd: mancavano in aula solo tre deputati. E al gran completo era la compagine dell'Idv. Tutti e 24 i deputati dell'Italia dei valori erano presenti e hanno votato. Nel Pdl mancavano 51 deputati su 268, di cui 25 in missione. Dei 60 deputati della Lega nord 9 erano assenti e 5 di questi perchè in missione.

«Il leader Udc Casini ci spiega ogni giorno in televisione che la battaglia contro il governo non si fa nelle piazze ma in parlamento: peccato che proprio oggi avrebbe avuto una straordinaria occasione per contribuire ad una fondamentale vittoria parlamentare. La sua assenza, insieme a quella del segretario Cesa e si altri 15 deputati dell'Udc, ha determinato la bocciatura della pregiudiziale di costituzionalità al decreto salva liste. Ecco, dunque, cosa accade quando si predica bene e si razzola male», attacca Roberto Giachetti, segretario d'aula del gruppo del Pd a Montecitorio.

L'esame del decreto è stato rinviato a dopo le regionali. A oggi non risulta ancora calendarizzato.

Anonimo ha detto...

Ogni volta che torno a Filottrano mi(scusatemi)incazzo :e poi mi chiedo come fa un ex sindaco di tutto questo sfacelo a chiedere i voti per andare in regione.

pensatore libero ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
pensatore libero ha detto...

Comunque vi anticipo e vi invito a partecipare il 24 marzo prossimo alle ore 21,15 al cinema Torquis all'incontro pubblico dell'UDC dove si parlerà di questo nuovo progetto politico dell'Unione di Centro con il capogruppo regionale Luigi Viventi.
Si parlerà anche dei problemi della discarica, anche in luce delle ultime prese di posizioni del presidente Spacca che ha esplicitamente detto che il problema delle discariche sarà di competenza regionale, e si punterà con decisione alla raccolta differenziata spinta per limitare l'apporto di materiale in discarica, sarà per questo presente anche il consigliere regionale Leonardo Lippi.
Buona giornata

Anonimo ha detto...

grazie dell'invito, l'argomento mi pare interessante,anche perché la raccolta differenziata spinta non credo possa essere ancora rimandata.

un salto ce lo faccio.
N.

Anonimo ha detto...

Lo scrittore: il sottosegretario campano ha il potere di far saltare
l'equilibrio che sinora ha consentito di ripulire le città dai rifiuti
"Un'arma puntata alla tempia del governo"
il j'accuse di Saviano contro Cosentino
di CONCHITA SANNINO

Roberto Saviano
NAPOLI - "La vicenda dei rifiuti è stato un grande affare. Per la destra e per la sinistra. E se un politico come Cosentino, indagato per i rapporti con i casalesi, gode di un tale ascolto a Roma è perché ha un'arma puntata alla tempia del governo: l'immondizia. Se vuole, può di nuovo riempire la regione di rifiuti".

Roberto Saviano parla del "suo" Mezzogiorno alla vigilia dello snodo elettorale, dei rifiuti che tornano sulle strade, delle collusioni della classe politica, delle liste compilate tradendo il codice etico. Ma anche delle "gigantesche responsabilità" del centrosinistra in Campania. Sono passati quattro anni dall'exploit di Gomorra. Saviano è un trentenne che riserva alla sua terra un'analisi durissima. E dolente. "L'unica speranza è che la diaspora dei laureati, che partono in maggior numero dalla Campania e dalla Sicilia, termini. Che i giovani tornino per unirsi alla parte sana del territorio". Uno sguardo senza veli. "La speranza del Rinascimento è ripiegata in Medioevo".

Saviano, partiamo da una contraddizione. Il governo rivendica la soluzione strutturale dell'emergenza, poi arriva un'inchiesta a raccontare che quello del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa era un progetto in mano al clan dei casalesi, che coinvolgeva il sottosegretario campano, Nicola Cosentino, indagato per concorso in associazione mafiosa.
"Tutta la vicenda Cosentino è interna all'emergenza rifiuti. Infatti l'emergenza ha portato valanghe di denaro in Campania, i consorzi sono diventati strumenti di prebende, di gestione economica e occupazione del territorio. I clan e la politica si incontravano nei consorzi. Ci si chiede come mai un politico con queste pesanti accuse sia così tanto ascoltato da un primo ministro. Un politico che per tutti sarebbe pesante da tenere vicino. Ma la lettura che io faccio della vicenda è molto chiara. Nicola Cosentino ha un'arma che punta alla tempia del governo: i rifiuti. Cosentino ha il potere di far saltare l'equilibrio che ha permesso al governo di eliminare i rifiuti dalla Campania".


Il leader campano del Pdl eserciterebbe un tale potere di ricatto?
"Un politico come lui, nonostante debba risolvere questo problema, ed è giusto che lo risolva, perché ha tanto ascolto? La mia lettura è che potrebbe, in meno di 48 ore, far tornare la Campania nella crisi. Permettere un'altra volta alle strade di essere foderate di spazzatura. E questo, come immagine, sarebbe lo sgambetto che l'opposizione attende al governo Berlusconi".


Vigilia delle regionali. Il codice etico è applicato ai candidati?
"No, la questione morale non si pone proprio, si usa solo quando può diventare un argomento che fa appeal. In Campania, come in Calabria e in Sicilia, senza l'appoggio delle organizzazioni, non si può vincere. Certo, ci sono stati politici che ce l'hanno fatta senza il sostegno dei clan, ma hanno avuto bisogno di uno slancio, di una società civile più attiva".

Allo snodo del 2010, nutre speranze per il sud?
"Il Rinascimento di memoria bassoliniana oggi si è compiuto in un Medioevo. Da campano e napoletano non ho alcuna fiducia nella classe dirigente campana. Spero possa esserci un azzeramento".

Non è disfattista, un inno alla mancanza di impegno?
"Forse sì. Ma mi sentirei falso a dire altro. L'unica speranza che ripongo è nel talento delle persone. L'unica speranza è immaginare che la diaspora dei laureati cessi, che loro tornino a unirsi alla parte sana del territorio".

Anonimo ha detto...

Siamo al capolinea !

"Prego sig. Berlusconi

scenda ! .........e

grazie per averci condotto

in questo viaggio fino

alla periferia estrema

della democrazia ! "


Saverio

pensatore libero ha detto...

ottimo Saverio,
io inviterei a scendere anche chi lo ha accompagnato in questo viaggio facendo nascere un falso sistema bipolare che a contribuito a questo clima di eterno scontro... e di colpevolezza costante

Anonimo ha detto...

Pensatore libero(?), non fai altro che prendertela col sistema bipolare. Continui a spostare le responsabilità da Berlusconi e la sua cricca-e di chi l'ha sostenuto in questi anni- ad altro(non so se ti riferisci anche alla Legge elettorale vigente definita "porcarta" e voluta anche dall'Udc-"quando inviti a scendere anche chi lo ha accompagnato..."), si procede un pò alla Sordi e alle sue famose gag, tipo: "a me mi ha rovinato la guerra". L'unica differenza? Quelle di Sordi facevano ridere... queste per nulla. Nient'altro che una sorta di autoassoluzione!

Flavio ha detto...

Il presidente del Consiglio e Capo del "partito dell'amore" Silvio Berlusconi al telefono con il commissario dell'Agicom Giancarlo Innocenzi: " Fate schifo, siete una barzelletta. Che ci state a fare? Dovete ricordare sempre che siete lì perché vi ci ho messo io. Bisogna chiudere tutto(Annozzero, Parla con me, Ballarò). Devi fare un casino della Madonna... mi raccomando, perché adesso entriamo in una zona di guerra veramente brutta....". Alcune anticipazioni delle intercettazioni effettuate dalla Procura di Trani che riguardano il Presidente del Consiglio, alle prese con alcuni dei più gravi problemi del Paese: i palinsesti di alcune reti Rai, non si accontenta più delle sue (Mediaset). Mentre succedono queste cose insieme a tantissime altre, dobbiamo sentirci dire che la colpa e del Bipolarismo!! Tutto questo in attesa della "radunata di domani". Saremmo curiosi sapere contro chi è stata promossa? Saperlo sopratutto dai vari Piercasinando, così critici verso quelle dell'opposizione, promosse - ricordiamolo- in difesa della legalità e delle nostre Istituzioni democratiche.

pensatore libero ha detto...

Per l'anonimo:
Non voglio prendermela assolutamente con nessuno, però in tutta onesta ritengo che il sistema bipolare (a parte l'orrenda legge)non è adatto per cultura e tradizione al nostro paese.
La mia è una semplice chiave di lettura sulle cause di questo immobilismo che c'è nel nostro paese, riforme, infrastrutture, fisco, sanità, scuola ecc. ecc.
E bisogna prendere anche atto che negli ultimi 15 anni si sono alternati sia il centrosx che il centrodx, quindi spero che si passi ad una nuova fase politica.
Meno urlata e più concreta.

Anonimo ha detto...

Casoria, li 19/03/2010

"Caro Papi,

Ti faccio gli auguri per

la festa del papà e ti mando

tanti bacioni.

Con l'occasione ti ricordo

che oramai sono maggiorenne,

ho "preso" la patente

ed ho visto una decapottabile

fucsia che mi fà impazzire !!

Sempre tua.

Noemi

Anonimo ha detto...

Idv, i circoli all’attacco di Favia

Chiaravalle “Siamo profondamente delusi dal comportamento e dall'azione politica dell’onorevole David Favia. Credevamo con l'Italia dei valori di poter testimoniare una politica nuova”. E’ un attacco senza precedenti quello che arriva dai circoli di Chiaravalle, Monte San Vito, Camerata Picena e Montemarciano nei confronti del leader dell’Idv marchigiano. I coordinatori Enrica David, Igina Fracascia, Chiara Popolo e Damiano Bartozzi hanno preso carta e penna per lanciare un duro affondo che arriva a pochi giorni dal voto.

“I coordinatori comunali di Chiaravalle, Camerata Picena, Monte San Vito e Montemarciano - si legge in una nota - sottolineano una gestione poco chiara e da padre padrone, come se tutto fosse di sua proprietà. Questa modalità fa rischiare concretamente all'Idv un’emorragia di voti in quanto il cittadino elettore ci percepisce come un soggetto poco credibile ed interessato esclusivamente a poltrone e posti di potere”. Critiche tutte rivolte all’indirizzo di Favia. “Anche in molti candidati alle prossime elezioni regionali c'è amarezza e perplessità; si sottolinea la parzialità verso due candidati (Eusebi-Giorgi) non rispettando il ruolo di garante che dovrebbe svolgere verso tutti in concordanza al mandato affidatogli da Di Pietro”. A Filottrano non hanno nulla da dire i vari Cesaretti & C.?-Da un lettore Corriere Adriatico-

Gabriella ha detto...

Mi piacerebbe sapere come fanno a svolgere così tante mansioni i nostri candidati regionali. Provo ad enunciarne alcuni: Presidente del Gruppo Consiliare Provinciale di Alleanza Nazionale - PDL.
Componente della I - II - III - IV - V Commissione Consiliare.
Componente del coordinamento provinciale del PDL.

Vicesindaco dal giugno 2009, con delega all'Urbanistica, Infrastrutture, Scuola e Cultura.
Cesaretti più o meno ha le stesse cariche a livello provinciale, non è assessore comunale ma fa parte del consiglio di amministrazione del consorzio provinciale trasporti.
Oltre a tutti gli incarichi di partito. Mi spiegate come fanno ad assolvere a tanti impegni, hanno forse giornate con più di 24 ore??? Mi sa che sono malati di "presidio di seggiole" forse!!? Come fanno a presentarsi ai loro concittadini con gli slogan che vediamo in giro"Vieni in Regione con me" mi spiegate quando ci andranno?? Allora siamo seri e votiamo chi ci garantisce l'onestà e la presenza in Regione, oltre la competenza.

gabriella ha detto...

Pure Sgarbi vuole una legge "ad personam" per la sua lista, vuole qualche giorno in più per fare campagna elettorale.!!! Chiedete e vi sarà dato, o magari interpretato.!?!!!
Sarà ora che facciamo presente all'Onu che tipo di situazione abbiamo in Italia ed è il caso che ci aiutino a ripristinare la legalità di cui abbiamo il diritto tutti noi.

pensatore libero ha detto...

Vi anticipiamo che all'incontro di mercoledì 24 al cinema teatro Torquis sarà presente anche l'On. Renzo Lusetti (ex PD ora UDC)
Notizia che ci è stata data dal segretario provinciale Avv. Claudia Domizio.
Buona serata.

Anonimo ha detto...

Dobbiamo venire con i pomodori? Peccato la stagione non sia propizia. Se è una provocazione potevi benissimo risparmiartela. Se non lo è, e se Tu andrai, gli chiedi per favore se ha intenzione di lasciare (e quando)la Poltrona? Non dovrebbe aver dimenticato che in Parlamento ci sta con i voti del PD non con quelli dell'UDC. Inoltre gli chiedi -sempre per favore- se per i voltagabbana come Lui sono più importanti gli ideali e i "valori" innegoziabili, e se per valori Lui intende gli sghei? Grazie anticipatamente, tanto ambasciatore non porta pena!

pensatore libero ha detto...

La mia non era assolutamente una provocazione, visto che viene a Filottrano mi sembrava giusto renderlo pubblico.
Se invece la vuole mettere in provocazione, allora bisognerebbe ricordare che Lusetti è in buona compagnia (Carrà, Binetti, Mantini, e altri che ora non ricordo)
Forse un esame di coscenza il PD dovrebbe farlo...

Anonimo ha detto...

Ti avevo chiesto-cortesemente- di fargli quelle domande, penso che la tua coscienza non possa eluderle. Mentre il PD esamina la propria, sollecità quella di Lusetti & C. sapere se si sentono in pace con la propria. Così da poter permettere agli astanti(che auguro numerosi)di conoscere il loro percorso politico. Poter così sapere "che effetto che fa" uscire da un partito e subito dopo allearsi con lo stesso andando in giro a spiegare la bontà di tale scelta. Per i comuni mortali sarebbe per lo meno imbarazzante, ma certamente quisquilie per i vari "Lusetti" e per i "pensatori liberi" come Te. Rammenta: "ambasciator non porta pena".

Anonimo ha detto...

Invece di fare delle domande a Lusetti io mi domanderei come mai tante persone sono uscite in passato e altre usciranno in futuro dal Pd. La Binetti è un caso a se e quindi non fa testo.
Saluti

pensatore libero ha detto...

Guardi anonimo, io invece di criticare Lusetti, andrei ad analizzare le vere cause di questi abbandoni illustri.
Carrà, Lusetti, Rutelli sono tutti usciti dal PD dopo essere entrati con la fusione avvenuta tra DS e Margherita e come sta avvenendo adesso anche nel PDL, alla fine tutte queste fusioni puramente algebriche messe su in quattro e quattrotto solo per soddisfare un'assurda legge bipolare, alla fine mostrano tutte le proprie lacune.
Mi sembrano fatti più che evidenti.
Inutile negarli.
In Italia non possono esistere partiti con il 40/45% dei consensi come avviene ad esempio in america con democratici e conservatori o in Inghilterra con i laburisti e gli stessi conservatori.
Si è voluto fare un artificio aritmetico e si fallito.
Bisogna prenderne atto e ripartire da una nuova legge elettorale

Flavio ha detto...

Padovani: «Cambia il vento, e non solo in Francia»
di Anna Tito
Giornalista francese, Marcelle Padovani, corrispondente dall’Italia dal 1974 del Nouvel Observateur, è attentissima osservatrice della politica italiana. È autrice di alcuni film-reportage sulla mafia e di volumi quali "Cose di cosa nostra", in collaborazione con Giovanni Falcone (Rizzoli 1991) e "Mafia, mafias" (Gallimard 2009), di imminente pubblicazione da Gremese. È di origine corsa e appare esultante Marcelle Padovani: «La mia regione è finalmente passata alla sinistra: la Corsica ha in Francia la stessa funzione che ha la Sicilia in Italia, avverte il cambiamento del vento».

Allora, le elezioni francesi possono interpretarsi come il segnale di un recupero della sinistra in tutta Europa?
«Non lo escluderei: basti pensare ai laburisti in Gran Bretagna, che sembrano in ripresa. Ma è positivo il fatto che un gruppo di partiti che fanno chiaramente riferimento al socialismo - perché in Francia non l’hanno mai rinnegato - aderiscono al gruppo socialista europeo, non hanno cambiato nome, vengano premiati non per la loro ideologia, ma per la maniera in cui gestiscono la cosa pubblica, e con il 54% dei voti. È un segnale incoraggiante. Suggerirei al Pd italiano di stringere alleanze, fare chiarezza, pervenire al bipolarismo».

Perché proprio al bipolarismo?
«Finalmente ne viene ancora una volta confermata la tendenza, con la scomparsa dalla scena politica di François Bayrou, ad esempio. In Francia non esistono più i Casini e i Rutelli. Il grande successo, inedito, di queste elezioni regionali francesi è nella chiarezza, nel cartesianesimo, nella facilità di interpretarle».

Quanto può avere influito sulla sconfitta l’immagine personale di Sarkozy, che si è appannata, anche per via, forse, del suo eccesso di protagonismo? E, da profonda conoscitrice della politica italiana, credi che questo potrebbe avvenire anche nel nostro Paese?
«L’eccesso di protagonismo ha contribuito non poco ad appannare l’immagine del Presidente. Ma anche in Italia appaiono offuscate la figura e la politica di Berlusconi, e lui è il primo ad avvertirlo, ce lo fa capire con l’attivismo e il nervosismo che va dimostrando. Ma mentre i francesi hanno impiegato “solo” tre anni per rendersi conto del fatto che Sarkozy non era degno di fare il Presidente della Repubblica, gli italiani dal 1994 votano - e continuano a votare, salvo un’eccezione di pochi anni, dal 1996 al 2001 - per Berlusconi, personaggio populista molto simile a Sarkozy. I francesi hanno mandato un ammonimento chiaro: non se ne può più di lui, nessuno è interessato alle sue angosce, ai suoi problemi, sentimentali o familiari».

Quanto agli italiani, come si comporteranno il 28 e 29 marzo?
«E chi lo sa? Vorranno continuare ad ascoltare la musica del Truman Show, o metteranno i piedi per terra, rapportando i telefilm che vengono propinati loro con quanto avviene quotidianamente, rendendosi conto dei “terrificanti guai della realtà”, per dirla con Jacques Prévert? Finalmente capiranno che il telefilm serve a camuffare la realtà? Vedremo se la smetteranno con la schizofrenia. Fatto sta che Berlusconi appare in affanno: ha difficoltà anche all’interno della propria coalizione, le dispute per la successione sono già in atto, e sempre di più il Partito che lo sostiene appare spaccato, preoccupato e allo sbando».

Silvio Berlusconi appare più forte di Sarkozy: è ricco e ha a disposizione televisioni e giornali.
«Non vi è dubbio, e in ciò consiste l’unica, vera differenza: Berlusconi è ricco di suo, mentre Sarkozy è costretto a mendicare l’appoggio dei potenti dell’economia».

Il Partito socialista si è ripreso anche grazie a Martine Aubry. Si prepara per la corsa all’Eliseo nel 2012?
«Direi proprio di sì.

pensatore libero ha detto...

Allora vogliamo insistere negli errori?
Il bipolarismo?
Sarebbe facile se un modello che magari funziona in Francia o in Inghilterra, lo studiamo, lo copiamo e lo serviamo a tavola agli Italiani... tanto sono così abituati ad andare avanti d'inerzia che qualsiasi cosa gli si proponga va bene.
Salvo poi pagarne le conseguenze alla prova concreta dei fatti.
Vedo molta demagogia in questo senso.

gabriella ha detto...

Tutti i fuoriusciti dal PD se ne escono con la poltrona attaccata al sedere, se sono così corretti e hanno tanto di ideologia, dovrebbero lasciarle, visto che le hanno conquistate grazie al pd.Ma non vi preoccupate che appena sentono l'odore della perdita di poltrona anche da voi cambieranno bandiera.Sono così scorretti che non li prendo assolutamente in considerazione. posso approvare chi non ha nessun incarico ma chi è stato votato lo ritengo proprio scorretto e traditore.Solo Rutelli mi ha sconvolto un pò, perchè ero convinrta che credeva nel suo progetto, gli altri non sono perdite!!!

pensatore libero ha detto...

Guarda Gabriella, capisco la tua disapprovazione, ma l'analisi da fare è un'altra.
Innanzitutto perchè non sono usciti dei personaggi secondari del PD ma sono usciti persone di grande rilevanza che tra l'altro hanno vissuto il progetto formativo del PD stesso (Rutelli, Binetti, Carra, Lusetti).
Tutti che non avevano certo problema di "poltrone" come lo definisci tu, anzi forse sotto questo punto di vista erano messi meglio proprio nel PD...
Quindi? Quindi la risposta onesta che bisogna fare è quella di dire che hanno fatto una scelta coerente ai loro valori e alla loro identità cristiana, e di fronte all'evidenza che il PD sta o stava scivolando verso derive troppo laiciste hanno preferito abbandonare il progetto.
Perchè criticarli su questo?
Semmai è il PD che si dovrebbe fare un autocritica su questo e ridiscutersi.
Credo che se vi fermate a criticare e basta senza mettervi in discussione la strada che potrete fare non sarà molta.

Flavio ha detto...

Vedo che tra i valori “innegoziabili” ha espunto il Bipolarismo senza possibilità di rivalsa, anzi soffre con fastidio chi si permette di ritenerlo uno fra i migliori(forse il migliore) in un sistema elettorale democratico, rappresentativo e non parcellizzato. Lo vive -addirittura- con malcelata insofferenza verso coloro che secondo Lei si attardano a privilegiarlo. Tutt’al più pensa, può andar bene per Paesi come la Francia o l’Inghilterra ma è, nel modo più assoluto inappropriato per il Bel Paese. Fatichiamo comprenderne le ragioni sicuramente dovute a nostri limiti; e Imperterriti proseguiamo nell’errore (peccato?) se fosse così confidiamo non essere catalogati tra quelli “capitali”, ci affidiamo comunque alla clemenza e quindi all’assoluzione sia il sottoscritto che la Padovanì. L’Italia - patria della moda- non adatta per questo modello. In campo politico nel secolo scorso di modelli il nostro Paese ne ha conosciuti un paio: uno dei quali, penso neanche Lei abbia intenzione di riproporre- intendo il fascismo- L’altro instauratosi nel dopo guerra con l’avvento della Repubblica finito “miseramente” in tangentopoli, si è retto sulla “conventio ad excludendum” nei confronti della più grande forza di sinistra dell’Europa Occidentale. In quei tempi forse obbligata visto la divisione in “blocchi contrapposti”. Tant’è che chi ha tentato un riavvicinamento il superamento di questa insensata chiusura- vedi Moro- è stato assassinato. Non credo neppure intenda riproporre quello di modello(lo sta facendo così miseramente PAPI!). In un regime democratico altri sistemi conosciuti non ve ne sono, se non quelli sperimentato in Iraq “esportato con la forza delle armi”: Lei probabilmente confonde il Bipolarismo con il Bipartitismo, quest’ultimo modello non esiste e nessuno sembra intenzionato a proporlo. Mentre invece il Bipolarismo è entrato a pieno titolo nella coscienza collettiva del nostro Paese. Un fatto acquisito e in pochi hanno la volontà di tornare al passato, alla vecchia politica dei due forni di Craxiana memoria, che- non dimentichiamolo- insieme al Berlusconismo dell’ultimo quindicennio, sono tra le principali cause delle pessime condizioni in cui versa il Paese, e ne stiamo “ pagando le conseguenze”, e non come dice Lei, dovute al Bipolarismo. Ma quando mai. PS. il PD di strada pensa e si augura di percorrerne parecchia, non tanto per se stesso ma per il bene del Nostro amato Paese.

Flavio ha detto...

ALBERTO D'ARGENIO

"La destra avvelena la democrazia è un altro caso Telekom Serbia"

ROMA - Onorevole Fassino, che effetto le fa leggere il percorso che fecero le intercettazioni tra lei e Consorte prima di essere pubblicate?
"La conferma che intorno a quella telefonata sia stato organizzato un agguato. Naturalmente attendo la conclusione dell'indagine di Milano e sono fiducioso che i magistrati accerteranno quanto è avvenuto e tutte le responsabilità. Mi auguro si faccia in fretta e se i fatti risultassero confermati risulterebbe chiaro che una conversazione privata e del tutto innocua - come per altro poi riconobbe la magistratura - sia stata strumentalizzata in modo brutale e cinico per un'opera di discredito e delegittimazione della mia persona, dei Ds che allora dirigevo e del centrosinistra".

Come giudica il comportamento tenuto in questa vicenda dal premier?
"Alla luce di quello che ho letto, risulta sconcertante l'intervista alla Stampa dell'altro ieri nella quale Berlusconi si chiede in quale altro Paese al mondo un cittadino non possa parlare liberamente in una conversazione privata senza veder intercettate e sbattute sui giornali le sue parole distorte e utilizzate per screditarlo. È esattamente quello che il Giornale ha fatto a me. La mia telefonata venne pubblicata illegalmente e per di più distorta perché la famosa frase "abbiamo una banca" aveva un tono ironico ed era seguita dalle parole "scherzo naturalmente, perché la banca è di chi la compra". Queste parole furono censurate dal Giornale che enfatizzò quel "abbiamo una banca" al di là del suo significato effettivo".

Insomma, vuol dire che il Cavaliere predica bene e razzola in tutt'altro modo?

"Sì, e infatti sono io che chiedo a Berlusconi: se i magistrati confermeranno i fatti, considera normale tutto questo? E ritiene normale che un capo del governo riceva nella sua residenza privata persone incaricate di delicate attività per conto dello Stato, da loro abbia come regalo di Natale informazioni riservate alla sola autorità giudiziaria che lo fanno esultare e che pochi giorni dopo vengono pubblicate illegalmente dal giornale di sua proprietà. Così come chiedo a Berlusconi se trova normale che tutti quelli che vogliono denigrare e calunniare qualcuno sentano il dovere di farlo sapere al presidente del Consiglio".

Vede altri casi simili?
"La stessa dinamica l'abbiamo vista sul caso Telekom Serbia. Non credo fatti del genere avvengano in nessun Paese civile e la mia conclusione è molto semplice: la destra ha la grave responsabilità di avere introdotto nella dialettica politica tossine pericolosissime che avvelenano la democrazia".

Valuta azioni legali nei confronti di Berlusconi?
"Ho dato mandato ai miei legali di adottare in relazione allo sviluppo e alle conclusioni dell'inchiesta tutte le iniziative per tutelare la mia persona contro chiunque abbia condotto azioni in danno mio e del partito che dirigevo".

Dopo quanto è successo ha cambiato idea sulla riforma delle intercettazioni perseguita dal premier?
"No, continuo a pensare che le intercettazioni siano un prezioso strumento d'indagine senza le quali la magistratura non avrebbe mai scoperto gli orrori della clinica di Milano, arrestato capi di mafia e 'ndrangheta e portato alla luce le brutte vicende della Protezione civile. Resto quindi fermamente contrario a qualsiasi idea di limitare le intercettazioni il cui uso deve essere lasciato alla discrezionalità dei magistrati. Essendo uno strumento molto invasivo, ci deve però essere un grande rigore nel loro utilizzo e nella loro pubblicazione. E in ogni caso registro che alla destra non piacciono le intercettazioni legali, ma quelle illegali sì".

Flavio ha detto...

Osimo Paola Andreoni, 48 anni, attualmente capogruppo consiliare dei democratici.

Paola Andreoni, come mai la scelta di candidarsi alle regionali?

“Perché è importante confermare il governo di Spacca e del centrosinistra e in ottica politiche 2013 il Pd deve dare il suo indispensabile contributo. Per questo mi hanno chiesto di candidarmi, perché serviva un nome autorevole, che venisse come me da una campagna elettorale fresca e da un rapporto stretti con gli elettori”.

I punti principali del suo programma?

“La certezza del lavoro, il sostegno alle imprese, favorire l’internazionalizzazione ma non la delocalizzazione, la tutela attiva dell’ambiente perché il paesaggio può essere volano per il turismo. In questo senso no al rigassificatore e alla centrale nucleare, meglio le fonti energetiche alternative. E poi l’impegno per la scuola pubblica: senza formazione in questo mondo e nel nostro contesto non ci può essere sviluppo economico. Poi ovviamente anche servizi efficienti per la sanità locale e abbattimento dei tempi delle liste d’attesa”.

Si trova come alleato in coalizione Dino Latini: amici in Regione, nemici in Comune? Come lo spiega agli elettori?

“Parlo della mia coerenza: io sono a casa mia, nel centrosinistra, è lui che è d’ingombro, ha scelto la poltrona del vincitore, la gente deve valutare la sua incoerenza. Ad esempio la stessa Api si contraddice sulla vicenda dell’ospedale: Latini dice che punta ancora su San Sabino, mentre un suo candidato anconetano punta sull’Aspio. Per noi l’importante è avere una struttura di qualità in zona”.

Non era più semplice trovare una convergenza con le liste civiche lanciando un solo candidato d’area e aprendo la giunta Simoncini al Pd?

“Assolutamente no. Non potremmo mai fare un passo indietro rispetto alle nostre posizioni sulle politiche del territorio, quelle sociali, sull’uguaglianza nelle opportunità di lavoro. Non abbiamo neanche condiviso il concepimento della strada di bordo che, così come è stata pensata sfrutta in maniera eccessiva il territorio. Non c’è possibilità d’apertura alle liste civiche. E poi un conto sono le regionali, uno è Osimo. Non c’è paragone fra un partito che punta al 38% e uno come l’Api che è dato in Italia allo 0,4. Latini provocherà solo dispersione di voti: basta pensare al suo impegno in Provincia, dove è stato un solo anno e con poche presenze”.

Se potesse lanciargli un messaggio, che gli direbbe?

“Di considerare la differenza fra la mia e la sua candidatura. La sua punta sul personalismo, la mia su un progetto politico serio, quello del Pd”.

Ma il fatto che vi siano tanti candidati di zona non rischia di provocare ancora una volta dispersione di voti e nessun eletto della Valmusone?

“E’ un rischio, ma io sono candidata in un grande partito e intorno al mio nome sono confluiti i sostegni anche di Filottrano, Offagna, Castelfidardo e Loreto. questo dà in maniera chiara il senso del peso della mia candidatura. Oltre al fatto di rappresentare un Comune di oltre 30 mila abitanti ho una base che va anche oltre cercando di rappresentare un’area più importante”.

Se fosse eletta lascerebbe il Consiglio comunale? E quale sarebbe la prima cosa che farebbe in Regione?

“Il mio contributo alla città non verrebbe meno, questo è poco ma sicuro. In Regione fra le prime cose mi occuperei di garantire i servizi sanitari e una politica energetica che dica no al rigassificatore anche dopo il voto”.

Se invece non fosse eletta farebbe un passo indietro all’interno del Pd osimano lasciando ad altri l’incarico di capogruppo consiliare, oppure rilancerebbe alla ricerca della segreteria del partito che presto andrà a congresso?

“Io ho intensificato il lavoro per il Pd e questo è solo una conferma del mio ruolo nel partito. Per la segreteria è ancora prematuro pensarci, intanto continuerei nel mio impegno di capogruppo consiliare”.

Anonimo ha detto...

Che Berlusconi confonda spesso i ruoli di capo azienda, capo popolo, capo partito, capo del governo, è cosa acclarata. Ma un po’ più di attenzione, almeno nel salvare la forma, ce la potrebbe anche mettere.

Oggi, per esempio.

Il Cavaliere ha lanciato il suo ennesimo anatema contro l’Udc, che guai a votarla che si avvantaggia la sinistra. E la sua dichiarazione è partita come “nota ufficiale” di Palazzo Chigi.

Mezz’ora dopo, l’imbarazzata precisazione: “Errore tecnico”.

Come se il premier non pensasse che Stato, governo, partito, sè stesso, tutto sommato, sarebbe molto meglio fossero la stessa cosa.

pensatore libero ha detto...

Molti chiedono spiegazioni sulla nuova politica dell'UDC, e se stamattina eravate in piazza a Filottrano penso che tutti si siano dati una risposta!
L'Avv. Ivana Ballante che dedica 30 dei 45 minuti del suo comizio non al suo programma... ma all'UDC.
Con la presunzione di chi oltre a non dire quello che farebbe se eletta, si arroga la presunzione di dire cosa dovrebbero fare gli altri...
E usando il populismo, e il linguaggio che forse capisce meglio, della sig. Ballante gli dico che ci dispiace, l'UDC non vuole essere il garzone di Berlusconi, ne tantomeno della Ballante...

Anonimo ha detto...

L'UDC è garzona di se stessa !

Anonimo ha detto...

ROMA (23 marzo) - Alleanza per l'Italia dell'ex radicale, ex verde ed ex Pd Francesco Rutelli e Rinascita popolare-Rifondazione Dc dell'ex esponente della destra democristiana ed ex An Publio Fiori si uniscono per dar vita a un'unica aggregazione con l'intenzione di creare un terzo polo che possa «scardinare l'attuale bipolarismo». Lo hanno detto sia Rutelli che Fiori ai giornalisti al Senato.

«Questo bipolarismo - hanno detto - è fallito, è efficiente solo nell'intossicazione quotidiana nel creare una conflittualità distruttiva e incessante». L'intenzione dei due fondatori di Api e Rifondazione Dc è di dar vita ad una «aggregazione larga» con l'ambizione di diventare in tempi brevi «il primo polo della democrazia italiana».

«Intendiamo collaborare - hanno spiegato Rutelli e Fiori - per realizzare una nuova offerta politica, per la quale si stanno impegnando anche altre forze e movimenti con i quali si andrà presto ad una aggregazione di ispirazione popolare, liberale e riformista». Fiori ha annunciato che le due formazioni politiche stanno lavorando per una convention ad aprile per lanciare questo terzo polo che dovrebbe riunire tutti quei settori, in particolare cattolici, che non si riconoscono né nel centrodestra di Berlusconi né nel centrosinistra di Bersani e Di Pietro.

«Vogliamo partire - hanno detto Rutelli e Fiori - dai valori basilari presenti nella Costituzione. È possibile ricostruire la capacità di unire i molti scontenti di destra e di sinistra. Non regaliamo alla disaffezione, alla sfiducia e all'astensione». Secondo Publio Fiori «stiamo assistendo alla caduta della rappresentanza politica» e «la politica non può essere dissociata dai valori spirituali, in una visione laica che include e non esclude».

Il leader dell'Api ha parlato di una «situazione elettorale deprimente con una contrapposizione senza contenuti e con l'asprezza di uno scontro pro o contro Berlusconi mentre i temi della campagna elettorale per il rinnovo delle regioni, quali sanità, ambiente, problema dei rifiuti e politiche per il turismo sono dimenticati».

pensatore libero ha detto...

per anonimo:
"l'UDC è garzona di se stessa!"

Mi puoi affermare questa tua frase?
Ad effetto ma senza significato...