venerdì 13 novembre 2009

«Voglio il processo: la mia famiglia è tutta al camposanto» di Marco Bucciantini

In questa storia ci sono due tempi: quello infinito della giustizia, dei cavilli, delle notifiche, tempo perfetto per essere prescritto. E quello che scandisce l’amianto, che lavora nell’organismo con scadenze più puntuali. Di mesotelioma si muore così: «L’incubazione è lunghissima, anche 30 anni. Ma quando si manifesta nella pleura, si muore in fretta, pochi mesi, al massimo un anno. Comincia con un dolore al torace, acuto. Poi il cavo pleurico che riveste il polmone s’intasa fino al soffocamento». Romana Blasotti Pavesi racconta il male perché lo conosce, lo ha visto da vicino: si è accanito, è venuto a casa a visitarla ed è tornato spesso, prendendosi il marito Mario, nel 1983. Poi la sorella Libera. Il nipote Giorgio, sei anni fa. Per ultima la figlia Maria Rosa, nel 2004. «Se bloccano il processo, a Casale facciamo la rivoluzione». Lo dice forte. La signora Romana ha ottant’anni ma non è stanca. «I ricordi mi tengono viva». Quando parla la voce è piena come un tuono.

L’amianto al microscopio è gentile, sembra un batuffolo di cotone. Nei polmoni è un killer spietato: «Nessuno guarisce». Non c’è percentuale, dicono i dottori. L’unica speranza per un malato di tumore al polmone è quella di avere giustizia: «Abbiamo camminato verso questo processo, piano piano. Adesso ci siamo. Che succede?». Che forse la prescrizione se lo porta via: la prescrizione è l’amianto della giustizia. La divora. Il 10 dicembre è fissata a Torino la prima udienza del processo sulle morti degli operai della Eternit, la fabbrica di Casale Monferrato. Fra le eccezioni al ddl del governo c’è quella per l’incuria della sicurezza sui posti di lavoro. Ma questo è un processo per disastro ambientale, fattispecie che non è esente dalla prescrizione.

«Mio marito Mario lavorava nelle vasche. Quando pulivano i mescolatori, volava amianto come se piovesse dal cielo». E andava ovunque: «Casale la chiamavano la città bianca». Imbiancata dalla polvere che uccide. Le altre vittime della famiglia di Romana non lavoravano in fabbrica: questo è tecnicamente “l’inquinamento ambientale”. «Quando perdi un padre così, sai di non avere salvezza: Maria Rosa è morta in fretta, rassegnata. È stata 45 giorni attaccata all’ossigeno. Era debole, non poteva fare neanche la chemioterapia. Ricordo le ultime due ore della sua vita, della nostra vita insieme. Mi fissava con i suoi occhi grigio-verdi. Non aveva fiato per parlare, ma con lo sguardo mi ha chiesto tutto. Dovevo continuare a lottare, anche da sola». Ci sono occhi che parlano, e altri che non piangono più: «Ho finito le lacrime, da un pezzo. Non ho saputo piangere la morte di mia figlia, ma sono carica, voglio giustizia, io e tutta Casale, dove ci sono 2 mila cittadini sepolti dallo stesso male. Dev’essere un processo simbolico». Nel 1983 già i magistrati ricevevano i malati in processione: Giovanni Demichelis entrò in aula in barella, sfinito. Il giudice si alzò dalla sedia e si fece appresso, per ascoltare quel filo di voce. Quattro giorni dopo i lavoratori dell’Eternit marciarono insieme ai funerali dell’operaio. Come una macabra ricorrenza, si sarebbero reincontrati un mese più tardi, davanti alla tomba di Mario Pavesi.

«Lo conobbi per strada, nel 1948. Veniva dalla guerra, era stato prigioniero nei Balcani. Ero una ragazzina, ci sposammo subito. Eravamo in miseria, andò in miniera per mantenere la famiglia. Io lavoravo nelle case, a ore. Mi ha fatto crescere. Quando lo assunsero in fabbrica nel 1957 era felice e c’è stato 17 anni. Mi manca la sua faccia seria, gli occhi buoni. Parlava poco, ci ho messo anni a capire che così nascondeva la sua sensibilità... la proteggeva dagli altri. Non era bello, ma era bellissimo quando dormiva e si rasserenava e distendeva il volto. C’è ancora, siamo sposati da 61 anni e da 26 lotto per lui, con tutta me stessa. So che è fiero di me».

Parmalat, Cirio, Eternit e tantissimi altri processi, più o meno noti, rischiano di finire travolti dalla legge sui processi che la maggioranza si appresta ad approvare. Racconta nei commenti la storia del tuo processo a rischio.

13 novembre 2009

3 commenti:

Flavio ha detto...

Bravo Gialuca un pezzo davvero commovente. Siamo tutti vicini a Romana,per la sua grandissima forza d'animo, per la caparbietà e l'ammirazione con cui lotta in memoria del Marito e dice che il suo ricordo gli da la forza di andare avanti e di sentirlo sempre vicino e orgoglioso di lei. Un grande esempio di amore, di rendergli giustizia; in memoria della sua morte atroce, che per quella degli altri suoi cari; e per le altre 2000 vittime di Casale, dovute tutte a quella terribile polvere bianca. Non possiamo far altro che manifestargli tutta la nostra vicinanza, ammirazione e solidarietà. Ora pur di salvare Papi si vorrebbe negare giustizia a questa gente. Con le nuove norme proposte, vorrebbero bloccare questo e altri migliaia di processi. "Faremo la rivoluzione a Casale" ha detto la signora Romana. Servirà a qualcosa questa minaccia? Ce lo auguriamo. Il nostro Paese ha tanti problemi, l'ultimo anno , la gran parte,lo si è passato ad occupare il Parlamento per leggi salva Berlusconi, trascurando i problemi reali. Il Paese non può rimanere perennemente nel tritacarne dei problemi di Berlusconi. La Corte Costituzionale anche recentemente ha riaffermato che la legge è uguale per tutti; si faccia processare. Un mese fa quando fu bocciato il Lodo Alfano, inviperito ma ultrasicuro, andava blaterando, che al processo, avrebbe smontato sbugiardato le ridicole accuse in un batti baleno. Ora che fa? non si fida più di se stesso? Sul disegno di legge presentato per accontentare la Lega poi, "la ciliegina sulla torta": si equipara il reato di clandestinità, a quello di associazione mafiosa!! L'ex Presidente della Corte Costituzionale Baldassarre(area centro destra) ha giudicato questo insieme a tutto il resto "IMBARAZZANTE". Appunto. Saluti Democratici da: F.A.

Anonimo ha detto...

Un solo grido per questo ennesimo tentativo di uccidere la democrazia:
VERGOGNA,VERGOGNA,VERGOGNA !

Saverio

gabry ha detto...

Mi piacerebbe solo vedere processato Berlusconi per quello che è, pensate (se lui vedendosela brutta non annulla la legge) vederci ritornare tutti i denari che ha sottratto a questo paese sotto forma di beni sequestrati!!!. Ma per paura che possa succedere davvero, sta preparando la norma per vendere i beni sequestrati ai mafiosi all'asta a prezzi stracciati, Cosi' se li ricompra con i soldi che fa rientrare con lo scudo fiscale. Però tocca ammettere che è un cervello fino per i suoi interessi, ha pensato proprio a tutto!!!!