Vi riporto l'editoriale di oggi di Concita De Gregorio. La leggo spesso e trovo i suoi interventi molto intelligenti e "delicati". Una boccata di aria fresca in tanto rumore per nulla.
Nadia
Fate attenzione alle parole, poi passate ai numeri. Nei titoli dei tg la proposta del ministro Sacconi (la controproposta di governo dopo la bocciatura dell'assegno di disoccupazione di Franceschini) è annunciata così: «Pacchetto di aiuti ai precari: raddoppiata l'indennità di disoccupazione per i cocopro». Ma che bella notizia, vediamo meglio. Requisiti richiesti: aver guadagnato fra 5 e 11 mila euro nel 2008, avere tra 3 e 10 mesi di versamenti per la pensione, aver lavorato in un'azienda di un settore in crisi. Già, come si vede, è una piccola platea di precari: circa 10 mila su 800 mila, ha calcolato Lavoce.info. L'1,3 per cento del totale. Esclusi, tanto per fare esempi, i precari della pubblica amministrazione e quelle migliaia di giovani costretti alla partita Iva pur di avere un ingaggio. Quelli, che diamine, sono liberi professionisti. Passiamo ai conti, adesso. Quanto spetterà a questi diecimila fortunatissimi? Una cifra una tantum pari al 20 per cento dell'ultimo stipendio. Non il 10: il 20. Da qui il giubilo per il raddoppio. E quanto è il 20 per cento dell'ultimo stipendio dei pochi eletti? Meno di mille euro. Se si divide per un anno sono 83 euro virgola 33 periodico al mese, 83 sontuosi euro, 2 euro e 76 al giorno. Non si può dire che siano i soldi per le sigarette perché fumare è un vizio. Non si può nemmeno fare la divisione, ammonisce il ministro, perché è una somma una tantum, non è detto che debba servire per un anno, magari in due-tre giorni una settimana al massimo il cocopro con quel gruzzoletto mette su una bella attività in proprio, apre un service, rileva un'impresa, chi può dirlo. È un incentivo alla fantasia italica. Chiaro adesso? Non solo. Il ministro prosegue: «I precari che ricevono il sussidio potranno anche accettare piccoli lavori». Lavoretti, lavori semplici e umili, sono anzi invitati a farlo. Dog sitter nei quartieri alti, falegnami a cottimo, lustrascarpe in galleria e pazienza se nel frattempo sono arrivati i cingalesi a fare gli sciuscià. Cosa vuoi che sia. Indietro gli ultimi, avanti i penultimi. La guerra è fra poveri e pazienza per la laurea in informatica o in ingegneria aeronautica (quelle umanistiche sono ormai pubblicamente disprezzate). Del resto, anche le ragazze che vanno a fare pulizia in casa di chi può permetterselo hanno spesso una laurea, provate a chiedere, quasi tutte un diploma (da infermiera, da educatrice d'infanzia) stanno zitte e puliscono per terra, non si lamentano. È così che si fa. Prendete le badanti romene ad esempio, perbacco. La Romania esempio di cultura mite. Ci voleva Sacconi per il riscatto romeno. Tremonti, intanto, se la prende con Draghi: gli danno fastidio tutti questi controlli di Bankitalia. I controlli in generale, si direbbe. E' un problema, in effetti, tutta questa gente che sta lì a vedere cosa fai. Zittire, eliminare. Dopo si lavora meglio. Dice Giovanni De Luna a Bruno Gravagnuolo che «Berlusconi ha fastidio fisico per la democrazia». Dice Marco Paolini a Scampia che «l'economia si è mangiata la cultura, eppure possiamo ancora farcela». Davvero? Possiamo? Il tribunale dei ministri, racconta Federica Fantozzi, accusa Francesco Storace di corruzione in concorso con Giampaolo Angelucci. Parliamo di Sanità. O di economia, se preferite.
Nadia
Fate attenzione alle parole, poi passate ai numeri. Nei titoli dei tg la proposta del ministro Sacconi (la controproposta di governo dopo la bocciatura dell'assegno di disoccupazione di Franceschini) è annunciata così: «Pacchetto di aiuti ai precari: raddoppiata l'indennità di disoccupazione per i cocopro». Ma che bella notizia, vediamo meglio. Requisiti richiesti: aver guadagnato fra 5 e 11 mila euro nel 2008, avere tra 3 e 10 mesi di versamenti per la pensione, aver lavorato in un'azienda di un settore in crisi. Già, come si vede, è una piccola platea di precari: circa 10 mila su 800 mila, ha calcolato Lavoce.info. L'1,3 per cento del totale. Esclusi, tanto per fare esempi, i precari della pubblica amministrazione e quelle migliaia di giovani costretti alla partita Iva pur di avere un ingaggio. Quelli, che diamine, sono liberi professionisti. Passiamo ai conti, adesso. Quanto spetterà a questi diecimila fortunatissimi? Una cifra una tantum pari al 20 per cento dell'ultimo stipendio. Non il 10: il 20. Da qui il giubilo per il raddoppio. E quanto è il 20 per cento dell'ultimo stipendio dei pochi eletti? Meno di mille euro. Se si divide per un anno sono 83 euro virgola 33 periodico al mese, 83 sontuosi euro, 2 euro e 76 al giorno. Non si può dire che siano i soldi per le sigarette perché fumare è un vizio. Non si può nemmeno fare la divisione, ammonisce il ministro, perché è una somma una tantum, non è detto che debba servire per un anno, magari in due-tre giorni una settimana al massimo il cocopro con quel gruzzoletto mette su una bella attività in proprio, apre un service, rileva un'impresa, chi può dirlo. È un incentivo alla fantasia italica. Chiaro adesso? Non solo. Il ministro prosegue: «I precari che ricevono il sussidio potranno anche accettare piccoli lavori». Lavoretti, lavori semplici e umili, sono anzi invitati a farlo. Dog sitter nei quartieri alti, falegnami a cottimo, lustrascarpe in galleria e pazienza se nel frattempo sono arrivati i cingalesi a fare gli sciuscià. Cosa vuoi che sia. Indietro gli ultimi, avanti i penultimi. La guerra è fra poveri e pazienza per la laurea in informatica o in ingegneria aeronautica (quelle umanistiche sono ormai pubblicamente disprezzate). Del resto, anche le ragazze che vanno a fare pulizia in casa di chi può permetterselo hanno spesso una laurea, provate a chiedere, quasi tutte un diploma (da infermiera, da educatrice d'infanzia) stanno zitte e puliscono per terra, non si lamentano. È così che si fa. Prendete le badanti romene ad esempio, perbacco. La Romania esempio di cultura mite. Ci voleva Sacconi per il riscatto romeno. Tremonti, intanto, se la prende con Draghi: gli danno fastidio tutti questi controlli di Bankitalia. I controlli in generale, si direbbe. E' un problema, in effetti, tutta questa gente che sta lì a vedere cosa fai. Zittire, eliminare. Dopo si lavora meglio. Dice Giovanni De Luna a Bruno Gravagnuolo che «Berlusconi ha fastidio fisico per la democrazia». Dice Marco Paolini a Scampia che «l'economia si è mangiata la cultura, eppure possiamo ancora farcela». Davvero? Possiamo? Il tribunale dei ministri, racconta Federica Fantozzi, accusa Francesco Storace di corruzione in concorso con Giampaolo Angelucci. Parliamo di Sanità. O di economia, se preferite.
2 commenti:
Ho letto l'editoriale di Concita De Gregorio sono d'accordo quando sostieni che leggerla è una boccata d' aria fresca, la respiro quotidianamente essendo un abituale lettore dell'Unità. Quello di oggi è interessante per diverse ragioni, sia aver evidenziato l'umiliazione dell'elemosina che il Governo elargisce ai co.co.pro."ma non dovete rifiutare piccoli lavoretti" li riguardisce Il "severo con i deboli Sacconi", e l'Unità titola giustamente la sua "prima pagina"(progetto giavani) con la foto di un ragazzo che esercita la professione di lustrascarpe. E' questo il futuro che il Governo prevede per i giovani del NOSTRO PAESE? L'altro aspetto interessante dell'articolo della De Gregorio é il richiamo all'intervista allo Storico DE LUNA
da parte di B.Gravagnuolo, quando afferma: "Berlusconi ha fastidio fisico per la Democrazia, e questo PD non sa arginarlo sul territorio", siccome a questa conclusione eravamo arrivati modestamente anche molti di noi, anche "in logo" venivamo subito zittiti, venendo additati come i soliti "demonizzatori" Il De Luna sostiene anche:"la destra alimenta la paura dell'altro, distrugge lo spazio delle istituzioni e affida la giustizia al "fai da te" delle Ronde". Prosegue sostenendo che in questo passaggio epocale, sta succedendo qualcosa di sconvolgente perchè Mai l'Italia si era misurata con quello che accade oggi; "l'irruzione dello straniero",dall'esotico del "novecento ITALIANO", all'oggi quando "L'ALTRO" condivide con "NOI" lo stesso spazio simbolico di relazione. E il Governo anzichè misurarsi con questi eventi Epocali, alimente gli istinti più viscerali della società,e il tutto va a sommarsi con la gravissima crisi non solo economica, l'altro aspetto,certamente il più sconvolgente e clamoroso di un passaggio EPOCALE. Conclude dicendo che la speranza per l'Italia(per sconfiggere questa deriva) è che il PD definisca al più presto la sua ancora malcerta identità. condivido.F. Antinori
Condivido cara Nadia, ma gli italiani hanno capito che le cifre sono ben più alte. Dai telegior- nali il Sig. Sacconi ci ha fatto credere che la sua è stata una grande elargizione a favore dei giovani. La cosa che mi fa più rabbia è che la maggior parte dei co.co.pro.; co.co.co ecc. sono stati stipulati per svolgere dei lavori delicatissimi per conto dello Stato (vedi call-center e Cup nella Sanità, servizi legali, assistenziali, linguistici per immigrati, svolti, prima della Bossi-Fini, dalle Prefetture) e dietro questi contratti ci sono
delle ditte con presidenti o manager che percepiscono fior di milioni di €, e, provengono spesso dall'ambiente politico dove non hanno più spazio. Ma c'è di più,lo Stato versa le cifre stabilite dall'appalto a queste fantomatiche aziende, ma le stesse non rigirano i compensi ai loro co.co.pro se non con tempi lunghi e quando stabiliscono di farlo, tanto non hanno alcun obbligo contrattuale, visto che un co.co.pro può essere concluso da entrambe le parti, e, se c'è qualcosa che non ti piace te ne puoi andare; o, addirittura addebitando al giovane co.co.pro.
di lasciare scoperto un pubblico servizio, col rischio di non percepire più alcuna cifra.
Su questo però, mi hanno deluso molto tutte le sigle sindacali.Gabriella Olivieri
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