giovedì 4 ottobre 2007
7 ottobre da Perugia ad Assisi in marcia per la pace
“Tutti i diritti umani per tutti”
“...il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.
(Preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, 1948)
Gli innumerevoli conflitti, umani e fratricidi, sparsi un po’ ovunque su tutta la Terra, da ultimo quello birmano, non possono lasciarci freddi ed indifferenti. Il cinismo e l’inumana violenza dei potenti della terra da un lato e la voce disperata dei poveri, dei deboli e degli inermi dall’altro, ingiungono le nostre coscienze a risposte chiare ed incisive: diffondere una cultura di pace e di non violenza, volta al riconoscimento della dignità dell’uomo, della libertà e della pratica della giustizia. E’ questo, ma non soltanto, il compito a cui una politica sana e virtuosa dovrebbe costantemente tendere. Produrre una cultura di pace e di rispetto fra i popoli, le persone e i differenti ordinamenti (Stati) senza dimenticare la valorizzazione della “diversità” di pensiero come via di crescita umana e civile. Per questo, alla vigilia del 60 anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e del cittadino (1948) siamo tutti invitati a riflettere sulla nostra responsabilità di riconoscere all’altro il diritto di praticare una vita piena ed autentica, di camminare sulla strada della speranza e della volontà di cambiamento. Partecipare alla marcia della pace Perugia-Assisi (Domenica 7 Ottobre 2007) significa dunque sperare che un altro mondo è possibile, che vivere a statura d’uomo è praticabile ma che, come insegna uno dei noti e discussi filosofi della politica del ventesimo secolo, Carl Schmitt, resta pur sempre una decisione.
di Michele Feliziani
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1 commento:
Credo anche io che questo evento sia importante. Lo ammetto: non ho mai partecipato, e forse molte volte l'ho sottovalutata dandola quasi per scontata, una manisfestazione come altre.
Invece ora più che mai, mi rendo conto che la pace bisogna volerla, e adoperarsi per costruirla, sia per i paesi lontani, sia qui, a casa nostra, dove l'intolleranza e l'odio crescono a vista d'occhio.
Nadia
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